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un foglio internazionale

“Kabul è tornata a essere la capitale del terrorismo mondiale”

I talebani hanno ripreso il controllo dell’Afghanistan due anni fa. Oggi la popolazione vive nella miseria e il jihadismo prolifera, scrive il Figaro

Lo storico e specialista dell’Afghanistan Jean-Charles Jauffret, professore emerito di Storia contemporanea a Sciences Po-Aix, è a colloquio con il Figaro.   

Le Figaro – Il 5 agosto 2021 i talebani prendevano il controllo di Kabul e di tutto l’Afghanistan. Due anni dopo, qual è la situazione sul posto? Il paese, secondo lei, è sprofondato nella miseria? La soppressione degli aiuti internazionali ha avuto delle conseguenze sulla situazione economica e politica del paese?

Jean-Charles Jauffret – I talebani non controllano la totalità del paese. Nell’est e nel nord del paese, alcuni territori sono dominati da Daesh (Stato islamico del Khorasan) che combatte i talebani. Questa presenza impedisce ai cinesi di sfruttare la seconda miniera di rame al mondo e di lanciare un programma di prospezione petrolifera nel bacino dell’Amu Darya. Oggi l’Afghanistan è un paese che vive in un incubo permanente. Dal 15 agosto 2021, un milione di afghani ha abbandonato il proprio paese. Molti funzionari della vecchia amministrazione volevano partire ma quest’ultima è rimasta al suo posto, fatto che spiega perché l’Afghanistan non è ancora sprofondato totalmente nel buio. Nel 2022 c’è stata un’iniezione di capitali congelati a beneficio della Banca centrale afghana di quasi 7 miliardi. Da Ginevra, ci sono state diverse iniezioni di liquidità nelle banche afghane. Anche se la loro moneta è fortemente svalutata, l’inflazione è calata. I talebani, inoltre, hanno ridotto fortemente la loro produzione di droghe. Ma il 90 per cento della popolazione afghana non ha cibo a sufficienza. I talebani non hanno alcuna nozione di ciò che chiamiamo “il progresso” o “il futuro”. Ciò che conta, per loro, è l’instaurazione della sharia e vivere in questo sistema. Le donne sono ridotte a semplici animali domestici e sono colpite dal divieto di lavorare. 

Un gruppo di esperti dell’Onu ha denunciato il 14 agosto l’inasprimento del regime in controtendenza rispetto alle promesse fatte dai talebani. Questi ultimi hanno instaurato pienamente la sharia?

Pienamente. Daesh aveva fatto la stessa cosa quando controllava una parte del medio oriente. Il 27 aprile, all’unanimità, il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha rivelato tutte le violazioni dei diritti elementari delle persone, e in particolare delle donne. Il Consiglio di sicurezza ha denunciato il divieto inflitto alle donne di lavorare per delle ong, l’Onu o persino di avere un salone di bellezza. Un diplomatico, presente a New York quel giorno ha affermato che siamo in presenza di un “genocidio di genere”. Ci sono danni fisici a causa delle lapidazioni, ma anche della spaventosa povertà. Cosa può accadere a una madre single con due bambini a carico se smette di lavorare? Non abbiamo i numeri dei suicidi delle donne, né le cifre di tutte quelle che sono nella disperazione più totale e che dipendono spesso dall’elemosina. La sorte delle donne afghane è peggiore di quella delle donne iraniane. Anche i giovani e gli studenti sono vittime della sharia. Gli strumenti musicali vengono bruciati come è accaduto nella provincia di Herat a fine luglio 2023. Chiunque emetta critiche verso il regime, viene punito. Il regime delle sevizie è l’oscurantismo più totale. Nonostante la presenza di Daesh che non riesce a controllare, l’Afghanistan dei talebani accoglie altre associazioni terroristiche come Al Qaeda. A tal punto che il 10 luglio scorso, il direttore centrale della direzione della sicurezza interna (Dgsi, l’intelligence interna francese, ndr) ha inviato una nota al primo ministro Élisabeth Borne sulle minacce terroristiche che incomberanno sulla Francia. Dopo Daesh in medio oriente, l’Afghanistan torna a essere l’epicentro e la capitale mondiale del terrorismo.

Quali sono i legami dei talebani con la comunità internazionale?

Tre paesi hanno riconosciuto il regime dei talebani: il Pakistan, l’Arabia saudita e gli Emirati arabi uniti. Altri vorrebbero riconoscerlo per fare scambi commerciali, perché l’Afghanistan è una riserva colossale di terre rare, dai minerali al gas. Né la Cina, né la Russia, che è stata tentata, hanno voluto farlo, perché troppo è troppo nella guerra dichiarata alla metà del genere umano, le donne. 

I talebani avevano protetto Osama bin Laden dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Dobbiamo temere delle aspirazioni terroristiche da parte loro? 

I talebani sono degli oscurantisti che ignorano totalmente ciò che accade nel mondo. Non vogliono saperlo; il mondo, per loro, non esiste. Ciò che conta per loro è la creazione di un califfato in Afghanistan (…). I talebani hanno degli imitatori e dei fratelli in Pakistan, ma non hanno delle reti per creare altrove nel mondo la copia conforme del loro emirato.

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