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Batman & baccalà

Valentina Furlanetto

Le luci, il traffico, la cioccolata bollente: il momento in cui tutto può esplodere. Qualche rimedio

Essere la mamma di Batman è impegnativo. Perché Batman non ha superpoteri. In compenso quando Batman cade, la mamma di Batman gli dà un bacio nel punto esatto dove si è fatto male e il dolore passa. E’ un potere bellissimo che prima o poi la mamma di Batman sa che perderà, ma fintanto che c’è lei si sente felice e fiera.

 

Il migliore amico di Batman si chiama Mattia. Mattia vive di là dalla strada, ha un cane di nome Lalla e ha dei giochi fighissimi alla Wii che noi non abbiamo e sono fighissimi proprio perché noi non li abbiamo.

 

Batman e Mattia passano i pomeriggi a progettare un tunnel sotterraneo da scavare sotto le nostre case per potersi vedere anche in caso di pioggia, neve e improbabili uragani. Mattia è fortunatissimo in amore, Batman nel gioco. Alla tombola di Natale Batman ha vinto tre ambi, un terno, una quaterna, due cinquine e pure la tombola. Mattia niente, ma ha dieci fidanzate. Batman non ha neppure una fidanzata, ma nutre un amore segreto e struggente per Gaia alla quale ha regalato i premi degli ambi, della terna, della quaterna, delle due cinquine e pure della tombola. Gaia e i genitori sono usciti dalla tombolata trascinando enormi pacchi e sbuffando rancorosi, perché a nessuno fa piacere portarsi a casa i ricicli che vengono usati per la tombola della scuola, infatti la famiglia di Batman era entusiasta di andare a casa a mani vuote. In tutto questo a Batman batteva forte il cuore.

 

A volte la famiglia di Batman cade in una spirale di malumore. Una domenica prima di Natale il papà di Batman ha detto “Perché non andiamo a vedere le luci di Natale?”. Nessuno voleva andare a vedere le luci di Natale, neppure il papà di Batman in realtà, ma nessuno aveva il coraggio di dirlo. Dieci minuti dopo erano tutti in auto, incolonnati dietro ad altre auto. Il papà di Batman era nervoso per il traffico e perché la mamma di Batman quando erano arrivati in centro aveva detto “’ste luci fanno schifo”, perché in effetti facevano schifo e anche il papà di Batman l’anno scorso lo aveva detto, ma quest’anno – per via del traffico e di altre cose – aveva deciso che non facevano schifo affatto, anzi che erano bellissime e si era offeso perché quella è la sua città. La sorella di Batman aveva deciso di tenere il muso per inspiegabili motivi. La mamma di Batman pensava che era stanca e che l’unica soluzione era il baccalà, anche se non aveva idea di come si cucinasse e un po’ lo temeva pure. Si ricordava però che il baccalà lo devi bagnare e girare ogni tot ore, non è che puoi lasciarlo da solo. Mai. La nonna della mamma di Batman infatti ogni tre ore diceva devo girare il baccalà e spariva. Per ore. Diceva andate, andate pure voi alla messa, alla tombola, alla recita, a veder le luci, andate a divertirvi che io devo stare qui a girare il baccalà.

 

A vedere le luci erano tutti di pessimo umore. Tutti tranne Batman che normalmente non vuole mai uscire di casa perché a casa può guardare i cartoni animati e giocare con Mattia. L’unica cosa che può convincerlo a uscire di casa è la prospettiva di andare a prendere una cioccolata calda. Quindi dopo aver visto le luci erano entrati in una pasticceria affollatissima, si erano seduti intorno a un tavolino strettissimo in mezzo a tantissima gente che da lontano sembrava felice, ma da vicino non molto, poi avevano ordinato la cioccolata calda. Mentre stavano lì la mamma di Batman aveva organizzano un piano, poteva comprare il baccalà pronto di nascosto e fare finta di doverlo girare ogni tot ore, e nelle pause dormire, e poi mettere in tavola quello della rosticceria. Quando la cioccolata calda era arrivata Batman aveva sorriso. Era bollente, ma buonissima e lui se la sorbiva concentrato, con calma, cucchiaino dopo cucchiaino. E loro lo guardavano inteneriti in silenzio. Erano sicuri che l’avrebbe rovesciata.

 

E siccome facevano silenzio sentivano al tavolo accanto i discorsi di una coppia di giovani fidanzati. Lui piangeva piano e non ci poteva credere che lei lo volesse lasciare e lei diceva mi dispiace. E poi avevano notato al tavolino dietro due anziani che non si parlavano e in quello davanti una famiglia che litigava perché il figlio voleva il cellulare e il padre diceva no. In tutta la sala solo Batman con la sua cioccolata calda era davvero felice. Tutti avrebbero voluto essere altrove, in altri posti o in altri tempi, un anno prima quando erano stati innamorati, o vent’anni prima quando erano stati giovani o tre anni dopo quando sarebbero stati grandi e avrebbero avuto finalmente un cellulare.

 

E tuttavia i genitori di Batman una volta usciti sentivano che il contatto con tutta quella infelicità li aveva alleggeriti, rendendoli quasi euforici. Perché non si sentivano più soli. Allora la mamma di Batman aveva avanzato la domanda che le girava in testa da ore: “E se per Capodanno facessi il baccalà?”.

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