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Il Bi e il Ba
Lotte sociali che si trasformano in buffi combattimenti ideologici
Israele, dicevamo, è diventata un mito che compendia colonialismo, capitalismo, supremazia bianca e cambiamento climatico. La Palestina è svuotata di ogni contenuto storico e politico concreto. Il caso di una conferenza di donne che rischiava di degenerare in una babele intersezionale, in cui i conflitti si sono appianati grazie a una cosa: una mozione contro Israele
Quando si trasformano le scienze umane in ancelle della filosofia, e di quella particolare forma di filosofia applicata che è l’ideologia, è fatale che le lotte sociali prendano l’aspetto di buffi combattimenti allegorici tra ipostasi concettuali. E’ ciò che accade da decenni in occidente, con epicentro nei campus americani. Ieri vi ho parlato di Israele come mito che compendia colonialismo, capitalismo, supremazia bianca e cambiamento climatico. Avrei dovuto aggiungere: patriarcato. Anni fa la femminista liberal Christina Hoff Sommers raccontò di una conferenza di donne che rischiava di degenerare in una babele intersezionale, divisa lungo gli assi di tutte le possibili identità oppresse, finché a fine giornata le congressiste ritrovarono la concordia. Come? Votando una bella mozione contro Israele.
Un saggio di Karin Stögner, Is Palestine a feminist issue? (nel volume collettivo The Rebirth of Antisemitism in the 21st Century, Routledge 2024) ripercorre le vie di questa alleanza controintuitiva – difendere una cultura patriarcale e demonizzare un paese che riconosce i diritti delle donne – ma di nuovo, se torniamo alle contese tra concetti o begriffomachie tutto torna: l’idea di Palestina è qui svuotata di ogni contenuto storico e politico concreto, e presentata come vittima universale di tutti i mali di cui Israele è l’epitome. Perciò, secondo una dichiarazione d’intenti del network intersezionale e decoloniale Palestinian Feminist Collective, sottoscritta da centinaia di altre associazioni e programmi universitari di Women Studies, la vittoria sul sionismo aprirà la strada a “un futuro radicalmente diverso”, e non solo per la Palestina, ma “per l’intero pianeta”. Poco importa che Israele tratti le donne meglio di tutti gli altri paesi della regione: l’entità sionista è la pietra d’inciampo sulla via verso la liberazione, la massa d’ombra che eclissa il sol dell’avvenire. Intersezionale, futura umanità!



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