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Il Bi e il Ba
La destra applaude i poliziotti e fischia i magistrati, la sinistra fa l'opposto
Per un uomo di sinistra alla vigilia degli anni 70 il poliziotto era un soldato semplice, e bisognava puntare ai generali (cioè ai magistrati). Gli uni e gli altri erano parte di un unico esercito della repressione, e la destra difendeva entrambi. Le emergenze nazionali (terrorismo e mafia), e poi Mani Pulite, cambiarono la trama del film
Nessuno dei due somiglia a Franco Nero o a Maurizio Merli, ma tra Salvini che vuole ammorbidire il reato di tortura e Nordio che cerca un modo per rendere più difficili le indagini su poliziotti e carabinieri mi sento rituffato per incanto nell’aria satura di piombo dei vecchi poliziotteschi, che portavano titoli come La polizia ha le mani legate. Lo schema di quei film degli anni Settanta, accusati da sinistra di criptofascismo, era semplice: le città sono insicure e in preda alle gang, il poliziotto pistolero combatte il crimine ma il magistrato lo impaccia con i suoi formalismi giuridici (per citare un altro titolo: La polizia incrimina, la legge assolve). Il remake in corso ha il piccolo inconveniente di essere esondato dagli schermi cinematografici per allagare la realtà, ma è a suo modo rivelatore.
Facciamo un passo indietro. Tra i tanti che citano – di solito disonestamente – la poesia di Pasolini sui poliziotti “figli di poveri”, quasi nessuno ricorda questo monito agli studenti: “Siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della polizia. Ma prendetevela contro la Magistratura, e vedrete!”. Per un uomo di sinistra alla vigilia degli anni Settanta il poliziotto era un soldato semplice, bisognava puntare ai generali, ma era scontato che gli uni e gli altri fossero parte di un unico esercito della repressione e che la destra difendesse entrambi. Vennero le emergenze – terrorismo, mafia – e il quadro drammaturgico pian piano s’ingarbugliò. Nel nuovo genere nazionale, che potremmo battezzare “magistratesco”, il posto del poliziotto pistolero fu occupato dal pm che sul suo cammino, a frenarlo, trovava il politico. Il prologo fu lo scontro fra Craxi e Carlo Palermo, a cui nel 1986 due giornalisti dedicarono un libro dal titolo perfetto per un film a basso budget: Fermate quel giudice. Mani Pulite fu la replica in scala kolossal. Il seguito è noto. E così, nel 2025, mi ritrovo con una destra che applaude i poliziotti e fischia i magistrati, una sinistra che fa più o meno l’opposto, e francamente mi sta passando la voglia di andare al cinema.



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