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Il Bi e il Ba

Gli ingenui auspici di Enzo Tortora

Guido Vitiello

Era il lontano 1984 quando se la prese con i telefilm americani che proponevano un'immagine leale del rito giudiziario (ingannando gli italiani) e pretese che la Rai trasmettesse i processi in diretta. Non poteva prevedere che: avremmo accroccato il processo americano all'italiana; sarebbe arrivato Un giorno in pretura, ma gli italiani, invece che ribellarsi, avrebbero seguito le udienze come un telefilm

Enzo Tortora contro Perry Mason. Messa così sembra la parodia di un peplum, un po’ come Totò contro Maciste. Ma vi garantisco che il mitologico duello è avvenuto davvero, quarant’anni fa. “Basta con Perry Mason, basta!” sbottò Tortora intervenendo su Radio Radicale nel settembre del 1984. Era convinto che i telefilm americani avessero ingannato gli italiani, proponendo un’immagine leale e sportiva del rito giudiziario che non aveva nessun rapporto con la farragine inquisitoria dei nostri tribunali, con le loro scartoffie e i loro segreti. Pretendeva che la Rai trasmettesse i processi in diretta: allora sì che i cittadini si sarebbero ribellati. Donchisciottesco Tortora!

Non aveva preso neppure in considerazione un terzo possibile esito del duello, che era a pensarci bene il più probabile, vista la nostra inesauribile inventiva trasformistica: che cioè avremmo accroccato il processo americano all’italiana, o il processo italiano all’americana. Un duello all’ultimo sangue tra le parti, in cui però uno dei duellanti ha le mani legate, l’altro può sferrare colpi mortali protetto dall’usbergo dell’obbligatorietà, e per giunta ha per padrino il giudice suo collega. Quanto ai processi in televisione, pochi mesi prima di morire Tortora fu esaudito. Arrivò sulla Rai Un giorno in pretura, ma gli italiani non si ribellarono affatto, al contrario: seguirono le udienze come si segue una serie di telefilm, e pochi anni dopo fecero il tifo indiavolato per Tonino Di Pietro che umiliava Forlani o Pomicino. Eppure qualche avvisaglia di questo andazzo il povero Tortora l’aveva avuta fin dal primo giorno della sua sventura, il 17 giugno del 1983. Cos’era stata la sua via crucis in manette sotto gli occhi dei fotografi, dalla caserma dei carabinieri alla gazzella che lo avrebbe portato a Regina Coeli, se non un perp walk all’italiana?

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