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Il Bi e il Ba
Tanti non hanno a cuore la difesa dei palestinesi, ma la demonizzazione di Israele
Gaza è una licenza, un lasciapassare per un odio antico che cerca documenti falsi per farsi riammettere in società, per dare una parvenza di razionalità a ciò che razionale non è. Ed ecco Di Battista chiama gli israeliani "bestie di Satana"
Correlation is not causation, la correlazione non implica causalità, quante volte l’ho sentito dire! Mai avevo pensato, tuttavia, che si potesse applicare questo principio alla vita morale. Ha ragione Gérard Biard, caporedattore di Charlie Hebdo, quando dice che le guerre in corso sono due: una si combatte materialmente a Gaza con i razzi e le bombe, l’altra è una guerra morale fatta di parole, di immagini e di simboli che ha per posta non tanto la difesa dei palestinesi quanto la demonizzazione di Israele, e che si svolge in tutto il mondo, anche a migliaia di chilometri dal fronte.
Che nesso c’è tra le due guerre? La voce della malafede collettiva si ostina a suggerire che la prima sia causa della seconda, che cioè ai crimini di Israele si debba imputare la recrudescenza dell’odio antiebraico. Non è così. Una correlazione tra le due guerre esiste senz’altro, ma Gaza più che una causa efficiente è una licenza, o warrant, come Norman Cohn chiamò i Protocolli dei Savi di Sion. E' il lasciapassare per un odio antico che cerca affannosamente documenti falsi per farsi riammettere in società, per dare una parvenza di legittimazione razionale a ciò che razionale non è. Chiamo antico quest’odio non per vezzo: stanno risollevando la testa tutte le sue successive incarnazioni storiche, dall’ellenismo al nazismo.
Ieri l’altro Alessandro Di Battista ha chiamato gli israeliani “bestie di Satana”, riecheggiando inconsapevolmente il versetto più frainteso dei Vangeli (“Voi che avete per padre il diavolo”, Gv. 8, 44). Ma c’è chi si è spinto ancora più indietro nel tempo, come un’ex collaboratrice di MicroMega che ha scritto che “Israele è mosso dall’odio depravato per tutta l’umanità”, calco perfetto di un topos dell’antigiudaismo pagano inaugurato da Posidonio di Apamea, secondo cui gli ebrei erano spinti dall’“odio verso il genere umano”. Più che dar voce ai propri pensieri costoro sono veicoli di una voce arcaica e potente, pupazzi di ventriloquo posseduti da un demone che dei palestinesi se ne infischia. Vuole solo il rinnovo della licenza.