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Voglia di Emirates

Mariarosaria Marchesano

Il gruppo San Donato sempre più vicino a Dubai. Ma sarà Alfano l’ambasciatore estero dei Rotelli

Si vocifera che nell’ultimo anno Paolo Rotelli, 29 anni, abbia preso parecchie volte il volo per Dubai e che, in alcuni casi, abbia prolungato il soggiorno per godersi la nuova casa acquistata nella capitale dell’Emirato. Ma la scelta immobiliare non è casuale visto che il Middle East è da qualche tempo ormai nel mirino del gruppo sanitario San Donato, fondato oltre sessant’anni fa dal nonno Luigi e sviluppato dal padre Giuseppe, scomparso nel 2013, quando Paolo aveva appena 23 anni e fu costretto a prenderne le redini e a imparare in fretta i segreti del mestiere. Dopo aver superato la prova dei primi approcci con il governo dell’Emirato, grazie anche ai buoni uffici del manager svizzero-tunisino Kamel Ghribi, vice presidente della holding San Donato, il gruppo milanese sta ora trattando per avviare alcuni corsi di formazione per i medici di Dubai nel campo dell’alta chirurgia e per incrementare l’arrivo in Italia dei ricchi pazienti del Golfo. Insomma,i, l’obiettivo è convincere gli sceicchi a curarsi al San Raffaele di Milano invece che negli ospedali statunitensi peraltro molto più costosi a parità di prestazioni.

 

Alcune voci dicono anche che sarebbe imminente una vera e propria partnership industriale del gruppo San Donato con Dubai da estendere in futuro ad altri Emirati. Oggi Paolo e suo fratello minore Marco hanno voglia di scrutare nuovi orizzonti anche se il gruppo – 1,7 miliardi di fatturato nel 2018 – resta ben piantato in Lombardia dove saranno investiti la maggiore parte degli 800 milioni di euro messi in cantiere per rinnovare le 19 strutture ospedaliere. L’espansione all’estero rappresenta, però, un driver di sviluppo futuro che la nuova generazione dei Rotelli è decisa a perseguire anche facendo un passo indietro nella governance del gruppo. Paolo ha lasciato la carica di presidente della capofila San Donato per cedere il posto all’ex ministro Angelino Alfano, che così diventa l’ambasciatore all’estero del gruppo, e ha arruolato figure di spicco del mondo bancario come Federico Ghizzoni, presidente di Rothschild Italia ed ex numero uno di Unicredit, e Vittorio Terzi, uno dei maggiori consulenti aziendali italiani, fondatore di McKinsey in Italia, per realizzare il disegno senza stravolgere l’equilibrio finanziario oggi ottimale. Nell’agenda di Alfano ci saranno molti viaggi, dalla Russia all’Africa all’Arabia Saudita. Un primo approccio sarebbe già avvenuto con lo stato africano del Botsuana.