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La svolta delle auto elettriche (con dubbi)

Giovanni Seu

L'amministrazione meneghina ha deciso di puntare sull'elettrico (mille nuove colonnine entro il 2020). Ecco quali sono le problematiche principali sul progetto

Il 31 marzo dello scorso anno potrebbe diventare una data da ricordare per la circolazione milanese. Analizzando la situazione del trasporto urbano nel corso di una commissione a Palazzo Marino, l’assessore alla Mobilità Marco Granelli comunicò il progetto di realizzare mille nuove colonnine di alimentazione per le auto elettriche entro il 2020. Un obiettivo quasi proibitivo, se si considerano le 32 che Milano può oggi vantare, ma che indica la decisa opzione dell’Amministrazione comunale verso il trasporto elettrico anche nel settore privato. Il passo successivo si è avuto nel settembre scorso con il via libera del Consiglio comunale alle linee di indirizzo dalla Giunta per la localizzazione dei punti di ricarica che saranno. Secondo il piano, saranno così ripartiti: 20 per cento nella Cerchia dei Bastioni, 30 per cento nell’area che va sino alla Cerchia filoviaria (“la circonvallazione della 90/91”, per i milanesi) e il 50 per cento nella parte esterna. Ma non è tutto, A2A si è aggiudicata il bando per la gestione delle colonnine per i prossimi tre anni mentre un altro bando sta per assegnare a un operatore privato l’installazione dei punti di ricarica. A ulteriore conferma dell’indirizzo assunto dal Comune c’è la decisione di Atm di acquistare, sempre a partire dal 2020, solo mezzi elettrici e di eliminare il diesel entro il 2030.

 

E’ una svolta ma non mancano le perplessità. La auto elettriche in questo momento non sono ancora entrate nel cuore dei milanesi, nel 2018 ne sono state immatricolate appena 364, lo 0,3 per cento di tutte la autovetture. Dal punto di vista ambientale non ci sarebbe una diminuzione delle polveri sottili che sono prodotte da gomme e freni. Le piccole dimensioni dei mezzi non sono sufficienti a rimodulare le congestione del traffico, specie nel centro città. Anche la realizzazione del piano, che deve ancora partire, provoca obiezioni di carattere ideologico nell’opposizione:  “E’ difficile che le auto elettriche, il cui costo si aggira sui 40 mila euro, possa diffondersi in periferia – afferma il consigliere di Forza Italia Alessandro De Chirico – sarebbe meglio creare nuovi  parcheggi per le auto invece di cancellarli per fare spazio alle colonnine”. Freddo si mostra anche il presidente dell’Automobile Club Milano, Geronimo La Russa: “Guardiamo con favore le iniziative, industriali e delle pubbliche amministrazioni, volte a incrementare la presenza di colonnine di ricarica sul territorio. Bisogna però essere realisti e non considerare le auto elettriche come la panacea di tutti i mali della circolazione.  Il costo considerevole e i problemi legati alla capacità delle batterie ne hanno limitato finora l’acquisto da parte degli automobilisti: basti pensare che su 6 milioni di auto circolanti in Lombardia, solo poco più di 50.000 sono ibride ed elettriche e di queste circa 1.500 elettriche pure”.

 

Gli ostacoli, insomma, non mancano e Granelli ne è consapevole. Ma la scelta – come spiega al Foglio l’assessore, è irreversibile. “L’installazione dei punti di ricarica sarà equilibrata, ne mettiamo due o tre non certo 40 o 50, non ci sarà una cancellazione selvaggia degli stalli. Per quanto riguarda il numero di auto elettriche in città è vero che al momento è basso ma ricordo che il 15 per cento dei mezzi che si muovono in Area C è ibrido e elettrico e si tratta di una percentuale destinata a salire”. L’alto costo dei mezzi, per l’assessore, può essere combattuto con misure mirate:  ”E’ evidente che deve diminuire – aggiunge – come Comune siamo impegnati per favorire la diffusione, ad esempio il fatto che i mezzi elettrici non paghino per l’accesso in Area C e per la sosta è un modo per consentire di ammortizzare nel tempo le spese. Ci sono poi gli incentivi, come quelli stabiliti per i taxi o per i veicoli commerciali: per questi ultimi sono previsti fino a 9 mila euro, circa il 20 per cento del prezzo di un mezzo nuovo”. L’appuntamento per le prima nuove centraline è a marzo, solo tra un anno si potrà fare un primo bilancio di questa nuova scommessa della città.

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