(Foto Pixabay)

Il 2019 sarà l'anno in cui nascono e crescono i nuovi parchi

Paola Bulbarelli

Tutte le iniziative per trasformare Milano in una green city

La parola green fa figo. Politicamente corretta, trasversale, piace alla gente che piace e dai bambini agli adulti il consenso è unanime. Chi direbbe no a un parco e financo a un giardinetto? Due piante in un cortile fan già la differenza. Milano si inserisce perfettamente nel filone “quanto è bello il verde” e, fatti concreti alla mano, il 2019 sarà l’anno dedicato all’apertura di quei nuovi polmoni tanto sognati ed agognati. Si è partiti verso la fine del 2018 con l’apertura della Biblioteca degli Alberi, nuovo parco pubblico, terzo per dimensione nel centro città, disegnato dallo studio Inside Outside|Petra Blaisse di Amsterdam e realizzato da Coima che, a giugno 2015, è subentrata al Comune di Milano nell’attuazione dei lavori come intervento da realizzare a scomputo del grande progetto urbanistico di Porta Nuova. 

 

Biblioteca degli Alberi presenta caratteristiche che lo differenziano dagli altri parchi cittadini. È privo di recinzioni, offrendo così una continuità di spazi pedonali fra la sede della Regione Lombardia, Piazza della Repubblica e Piazza XXV Aprile: stiamo parlando dell’area pedonale più grande di Milano, con i suoi 170.000 mq e i 5 km di piste ciclabili. Il parco è poi una vera e propria biblioteca botanica urbana, con uno straordinario patrimonio vegetale composto da oltre 135.000 piante di 100 specie diverse, 500 alberi e 22 foreste circolari. Senza dubbio Biblioteca degli Alberi rappresenta un modello innovativo di parco di ultima generazione.

 

In Porta Romana il progetto residenziale Horti (Bnp Paribas – area di 14.600 mq acquistata dall’Università cattolica) firmato da Michele De Lucchi, prevede invece il recupero di una villa storica nella sua forma ottocentesca (era un ospizio gestito dalle suore, in uso fino alla fine degli anni ’90), villette in continuità con il vecchio borgo su via Orti e uno sviluppo più contemporaneo su Via Lamarmora. Elemento caratterizzante di Horti è il parco preservato nelle sue caratteristiche storiche: un parco di 10.000 mq, il cui impianto originale sarà recuperato valorizzando le essenze presenti, conservando le piante d’alto fusto, come i cedri libanesi e i tigli, ospiterà anche un giardino storico di circa 2.000 mq che verrà aperto al pubblico in orari e giorni prestabiliti. Il Giardino storico è ispirato all’idea medievale dell’hortus conclusus, un’area un tempo adibita alla coltivazione di piante officinali.

 

Tra gli appartamenti di Zaha Hadid e Daniel Libeskind c’è il parco di Citylife progettato con tanto di orti urbani, una sorprendente cava verde che è un campo di pratica golf e specchi d’acqua, montagnette su cui rotolare, e un playground molto amato dai bimbi. Per il progetto era stato bandito un concorso internazionale, vinto dallo studio Gustafson Porter (GB), dal titolo “Un parco fra le montagne e la pianura”. Intorno alle Tre Torri, c’è insomma un microcosmo che riproduce le caratteristiche del paesaggio milanese e del suo territorio. Insieme all’ultima torre, nel 2019, sarà completato anche l’ultimo pezzo di parco. 

 

Area assai più periferica, Bisceglie.  Borio Mangiarotti sta lavorando sul nuovo progetto di ri-urbanizzazione di 300.000 mq che comprenderanno residenze, uffici e il grande parco urbano di 200.000 mq (progettato da Michel Desvigne) destinato a cambiare radicalmente la zona: con i suoi quasi 20 ettari avrà dimensioni analoghe ai giardini pubblici Indro Montanelli e di Parco Nord e si ispirerà – qui si va versoSud – alla Pianura Padana, in un’alternanza di superfici boschive, filari alberati, frutteti, prati, orti, corsi d’acqua, rogge. Una sorta di “città giardino” che riallaccia territori che si erano da troppi decenni sfilacciati. Poi c’è il Grande Parco Forlanini, nato e immaginato già nel 1953, che sta per diventare realtà. L’area verde omonima del Parco Forlanini sarà infatti unita al parco dell’Idroscalo formando un enorme spazio verde, integrato da piste ciclabili.

 

Gli amministratori di Milano, Segrate e Peschiera Borromeo, con quelli del Parco agricolo sud Milano e del Parco Nord (che è consulente nella progettazione del verde) hanno siglato il protocollo d’intesa per arrivare alla creazione di un “sistema continuo di parchi urbani”. Oggi il parco è delimitato dal viale omonimo, la Tangenziale est, i binari della linea Milano-Genova ed è separato dall’Idroscalo dal quartiere di Novegro, del comune di Segrate. Ora un sistema di pedonali e ciclabili e passerelle a scavalco sulle grandi arterie e il Lambro cambieranno il destino e la fruibilità di questa ampia zona sub-metropolitaba. In un futuro, si potrà discendere il Lambro dal Parco Lambro connettendolo con il Parco Nord e il Parco sud Agricolo: una cintura verde da 55 mila ettari e 500 mila alberi. E tra qualche il Parco Forlanini sarà raggiungibile la linea della M4. 

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