Pietro Modiano (foto LaPresse)

Vi spiego com'è che la città ha ripreso il volo

Forum con Pietro Modiano di Sea. L’hub intercontinentale, il traino su tutta l’area

Una storia pasticciata, e anche drammatica, come quella di Monte Paschi a Milano non sarebbe mai successa. Almeno nella Milano in cui Pietro Modiano è stato a lungo banchiere, con il pallino dei centri studi e dei centri di ricerca (“prima guarda i numeri, poi puoi parlare”). La Milano delle banche che non era (non è) a prova d’errore. Ma dove il movimento bancario era (ed è) plurale, policentrico. Qui c’erano Comit e Credito, e poi Cariplo e Popolare di Milano: la concorrenza di mercato tra istituti non consente il radicarsi di storture come in luoghi in cui il cordone della borsa è in mano a uno solo. Poi c’erano le decine di centri studi, i saperi, la cultura, l’orgoglio, la formazione. Elementi storici che ancora oggi aiutano quella che Modiano sintetizza in una parola: “Rinascita”. Milano in questi ultimi anni non è semplicemente ripartita, restaurando il vecchio. E’ rinata. Una trasformazione radicale, l’inizio di una nuova storia. Ora che non è più banchiere, Pietro Modiano vede Milano e il mondo da un punto d’osservazione “alto e in movimento”. Presidente dal 2013 di Sea, la Società che gestisce gli aeroporti milanesi di Malpensa e Linate, non ha dubbi.

Sulla “rinascita” del sistema Milano, sottoposto alle domande del Forum organizzato dal Foglio sul futuro di Milano, per tre volte Modiano ha sottolineato la linea di demarcazione tra il passato e l’inizio della “rinascita”: l’Expo. E stata l’Esposizione internazionale che ha portato a Milano, con Malpensa e Linate, milioni di passeggeri, e ha lasciato in questi mesi anche un’eredità da più 11 per cento di passeggeri. Ed è Expo che ha permesso ai manager di Sea di imporre e vincere la scommessa di un modello aeroportuale differente, quando ancora attorno erano molti i dubbi su Malpensa. Così oggi è proprio il nuovo modello costruito da Modiano e dal suo team – le compagnie low cost più i voli intercontinentali, dopo il tragico (a tratti tragicomico) addio di Alitalia all’hub milanese – a riportare serenità in Sea, attraverso la lettura dei sacri numeri. Ma il grazie a Expo è doveroso: “Archiviamo il 2016 con 28,9 milioni di passeggeri complessivi e con un incremento del 3,1 per cento. Malpensa con un più 4,7 per cento (19,3 milioni) di passeggeri, conferma che l’aeroporto si è ripreso dall’addio di Alitalia. Si sono aperti nuovi scenari. I voli verso il medio oriente, Il nord America e i mercati cinesi. Entro il 2020 la Cina sarà il paese con il maggior numero di turisti all’estero” dice Modiano indicando la strada da percorrere. Ricomincia a ragionare sui numeri: “A Malpensa arrivano un milione e mezzo di passeggeri da paesi intercontinentali. Milano è visitata da 4 milioni e mezzo di turisti. Ballano tre milioni di persone che non transitano nei nostri aeroporti. Arrivano a Monaco o Parigi, per poi raggiungere Milano. Ecco, noi abbiamo il dovere di intercettare una buona fetta di questo popolo in movimento. Malpensa è una potente opportunità di crescita per tutto il nord Italia. Malpensa deve diventare il centro di un progetto internazionale. Il mio sogno è quello di aumentare di 10 milioni il numero di passeggeri intercontinentali in dieci anni”.

E’ un chiodo fisso per il presidente Modiano, che dopo aver messo a posto i conti vuole portare la Sea dentro una nuova fase. “Stiamo passando dall’emergenza all’eccellenza”, potrebbe essere il claim di questa nuova prospettiva. “Non solo un aumento di passeggeri su voli intercontinentali (che sono il core business redditizio degli aeroporti, ndr), ma abbiamo registrato una crescita attorno al 15 per cento anche per i voli low cost che sono riusciti a coprire il buco determinato dal trasferimento dei voli europei su Linate dovuto al decreto Lupi”. La strada non è stata facile, ammette Modiano, perché soltanto qualche anno dire “Malpensa” a Milano era come parlare di un buco nero, un rimorso, un progetto nato sbagliato. Poi il de-hubbing di Alitalia, che ha lasciato di fatto orfana Milano di una compagnia di bandiera, e altro ancora. Scommettere di poter ambire al ruolo di grande aeroporto intercontinentale per il sud Europa senza contare su una compagnia di bandiera, e puntando su un “sistema misto” con il low cost e il potenziamento del traffico cargo non era scontato. Adesso è una sfida che si può affrontare. Ma ragionare di sistema Milano con il presidente di Sea non è soltanto parlare di voli. E’ ragionare sui destini della grande città “super-metropolitana” – una città che va da Novara a Bergamo, quanto meno, e che non può ambire al suo ruolo senza un hub intercontinentale. “Quanto può cambiare la “grande Milano” con un sistema aeroporti forte e competitivo? “Monaco è Monaco per il suo hub. Stoccarda, che vale di più dal punto di vista manifatturiero e produttivo, non ha le potenzialità di area metropolitana che invece ha oggi Monaco. Perché? Perché non ha un aeroporto internazionale”.

Bisogna portare i flussi di persone nel luogo in cui si vuole creare lo sviluppo economico. Se li fai volare su Parigi, la metà dello sviluppo sarà Parigi. Spiega: “Il trasporto conta è conterà sempre di più. La gente e le merci si devono spostare velocemente e in sicurezza. Ecco, Sea deve garantire organizzazione , sicurezza e trasparenza. Ma anche il sistema politico deve seguire il mondo che cambia. Costruire la città metropolitana di Milano con un potere decisionale più snello potrebbe aiutare Malpensa a diventare sempre più internazionale. Malpensa potrebbe rientrare in un sistema ‘allargato’ di città metropolitana milanese. Dove centri di ricerca internazionali, aziende, banche, università potrebbero distribuirsi su un territorio che corrisponda alle esigenze della società del futuro. Facciamo un esempio: se a Milano dovesse arrivare l’Ema, l’Agenzia del farmaco europea, sarebbero previsti in un anno un milione di pernottamenti degli operatori provenienti da ogni parte del mondo. Ma bisogna fare in modo che volino qui. Un aeroporto internazionale presenta notevoli economie di scala. Senza un grande hub, non ci sarà una grande città metropolitana”. Modiano vuole voltare pagina. E guardare avanti. Che significa anche la fusione tra Sea e Sacbo, la società che gestisce l’aeroporto di Orio al Serio. Entro l’anno la decisione. Gli interessi devono coincidere e se dovessero coincidere l’affaccio in Borsa diventerebbe un passaggio obbligato. La rinascita di Milano passa per Malpensa. Del resto i cinesi che hanno acquistato Inter e Milan sono un esempio di come si sta spostando l’economia lombarda. Le compagnie aeree cinesi sono sempre più presenti a Malpensa con voli diretti Air China e Cathay Pacific. Le maggiori destinazioni da e per Milano Malpensa nel 2016 sono state Shanghai, Beijing, Guangzhou e Hong Kong. “La Cina è strategica. Come è strategica Malpensa”.

Di più su questi argomenti: