GranMilano

Muoversi green, ok. Ma com'è vivere con un Cooltra? Un racconto

Irene Graziosi

Elogio della sharing mobility a due ruote: una giornata a bordo dello scooter elettrico che sta conquistando la città meneghina

Quando ho preso per la prima volta un cooltra, si chiamava ancora ecooltra. Immagino che in riunione, nella futuristica sede Cooltra, qualcuno abbia detto: “Dobbiamo privilegiare la coolness e non l’ecologia, a dispetto di quanto i social facciano credere”. Risultato: i motorini elettrici bianchi con gli specchietti verdi e cerulei hanno perso la “e”.

Il motorino che avevo a Roma l’ho portato a Milano quando mi sono trasferita. E’ uno Scarabeo che non tiene il minimo. Da più di un anno campeggia nel vialetto d’ingresso di casa di un’amica più benestante di me. Ho disdetto l’assicurazione, ma per rottamarlo ho bisogno di documenti che non possiedo e ottenerli equivale ad andare alla Fiera dell’Est. Quando ho preso per la prima volta un cooltra mi sono innamorata. Non tanto del mezzo in sé – anche, perché è silenzioso e non ha il parabrezza quindi ci si sente più liberi, come quando ci si dimentica il casco e si è tutti contenti di sentire il vento nei capelli prima di realizzare che, appunto, manca il casco, però in questo caso non manca nulla, il parabrezza è un accessorio opzionale e sospetto che la sua assenza nel caso specifico sia dovuta all’esigenza di non rallentare ulteriormente un mezzo che già di suo va a 45 chilometri all’ora.

Dicevo che non è il mezzo in sé a rendermi felice, ma sono le limitazioni che il mezzo mi impone. Prima di tutto non ce ne sono mai abbastanza. Ora hanno implementato la possibilità di segnalare l’assenza di cooltra nel quartiere, e io pigio invano sull’icona, ma sospetto che questa nuova funzione sia un placebo, come i pulsanti pedonali agli incroci, utili a lenire la frustrante consapevolezza bipede di essere alla base della piramide stradale.
Data la penuria di cooltra, appena ne vedo uno lo prenoto anche se mi serve di lì a un’ora. Vivo con palpitante terrore l’idea che il cooltra della zona mi venga sottratto; a ragione, vanno via come il pane. In pochi giorni controllare l’app di cooltra è diventato il piccolo tic di cui avevo bisogno: anche se non mi serve, do sempre uno sguardo alla app per vedere se ho un cooltra abbastanza vicino e, se ne vedo uno, anche se non ne ho bisogno, fantastico di prenotarlo con il solo obiettivo di renderlo mio, a scapito di altri che stanno competendo con me per il possesso di cooltra.
Stamattina dovevo andare dall’analista e ho pensato “massì, prendo un cooltra”. Mi sveglio alle 8 e 30 per il mio appuntamento delle 10, per evitare ritardi se anche mi toccasse arrivare a piedi da Cenisio a De Angeli, ma poi alle 8 e 40 vedo che c’è un cooltra a soli 2 minuti a piedi dal portone. Allora prenoto cooltra, mi lavo i denti, non faccio colazione, esco. Arrivo al pelo dei 15 minuti al mio cooltra – cooltra ti da 15 minuti per raggiungerlo – apro il bauletto, infilo il casco verde acido (che è quello che preferisco) e mi godo il vento in faccia.

Arrivo a destinazione con un’ora di anticipo, lascio il mio cooltra vagheggiando di ritrovarlo una volta conclusa la seduta, ma neanche il tempo di ordinare un caffè che quel cooltra è svanito, guidato da qualcun altro che chissà dove se ne va.  Quando manca poco al termine della seduta sfilo il telefono dalla tasca e  – scusandomi, sempre scusandomi  – do una controllata per capire se nei paraggi c’è un cooltra che posso inforcare per andare in ufficio. C’è, è a soli 7 minuti a piedi dallo studio della mia analista, posso farcela, al limite faccio partire la prenotazione da qualche minuto prima del mio arrivo effettivo al mezzo: sono ben felice di farmi scalare il credito di qualche centesimo per avere un cooltra disponibile nel quartiere, prenotato da me e utilizzabile solo da me. 

Saluto frettolosamente la mia analista, arrivo al mio cooltra e le batterie sono quasi scariche. Inizialmente controllavo il livello di batteria dall’app, ma ho smesso perché mi piace l’incertezza del non sapere se quel cooltra mi porterà dove deve.  E’ che uno spende così tanto tempo a cercare di cucire i lembi di una vita stabile: una routine, un lavoro fisso, una relazione. E una volta scalati faticosamente i vent’anni si giunge su questa radura e ci si guarda intorno e ci si rende conto che si vede solo una nube biancastra composta da filamenti di giorni molti simili l’uno all’altro. D’un tratto sai a grandi linee che cosa ti succederà nei mesi a venire, cucini nel weekend per la settimana, e conosci la strada più breve per arrivare in ufficio. 

Allora son contenta quando un cooltra ha l’11 per cento: provo a indovinare dove potrebbe lasciarmi e mentre sono in sella setaccio i paraggi alla ricerca dei colori di cooltra, alla ricerca di un altro cooltra. Stamane in corso Sempione con il 6 per cento di batteria vedo un cooltra parcheggiato su un marciapiedi: in un batter d’occhio mi parcheggio anche io, ripongo il casco verde acido nel bauletto e apro l’app per prenotare questo nuovo cooltra che però è già stato prenotato ed è lì languido che aspetta qualcuno che non sono io. Di corsa torno con il dito sull’icona di quello che ho appena parcheggiato che però in un attimo è già stato prenotato – se state utilizzando un cooltra non potete vedere se ce ne sono altri in giro, dovete per forza lasciare il vostro, un’altra limitazione che mi riempie la vita.

Quindi ho preso una car2go, di quelle è pieno il mondo, le odio, non riesco a connettere il mio telefono al loro sistema di navigazione. Ho raggiunto un nuovo cooltra, perché non volevo guidare la macchina ma un cooltra. In questo cooltra mancava il casco verde acido, quindi ho messo quello ceruleo che non mi piace troppo. Su questo cooltra c’era una coperta termica azzurra con una taschina per cellulare che recitava: “Metti qui il tuo cellulare!”. No, grazie.
Ieri l’amica benestante mi ha detto che devo rottamare il mio motorino, perché si è stufata di avere il mio mezzo ripudiato sul vialetto. Sto meditando se comprarmi un motorino elettrico, ma ho paura che, sebbene identico nella forma a un cooltra, la sostanza conferitagli dal possesso mi deluderebbe.
 

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