ANSA / MATTEO BAZZI 

Granmilano

Vinta la sfida dei vaccini, in Lombardia decolla la fase 3. Moratti sempre più leader

Daniele Bonecchi

La vicepresidente regionale e assessore al Welfare, forte dei suoi successi, punta a immunizzare i più fragili

Con gli esagitati no vax tipo Francesca Donato che lasciano la Lega e Matteo Salvini messo sotto pesante tutela dai governatori e dall’ala governista di Giancarlo Giorgetti sul fronte no green pass, a emergere sempre più come leader politica vincente, nella Lombardia che andrà a elezioni nel 2023, è Letizia Moratti: la vicepresidente e assessore al Welfare che ha raccolto da terra una regione sanitariamente allo sbando e, con l’aiuto determinante di Guido Bertolaso, ha ormai vinto la campagna vaccinale. E può ora, con orgoglio manageriale, annunciare il pronti via della terza dose. Qualche giorno fa Moratti ha annunciato che l’82 per cento della popolazione, in Lombardia, ha completato il ciclo vaccinale e che “la Lombardia, tra i paesi dell’Ue, si posiziona al quarto posto dopo Portogallo, Danimarca e Spagna”, con una posizione addirittura “superiore a quella dell’Italia”, se rapportata alle altre regioni. Non male, se poi si aggiunge la fase di accesso “libero” al vaccino per chi non era riuscito (o non ha voluto) vaccinarsi prima e per i ragazzi tra i 12 e 19 anni. Così che persino Attilio Fontana, rinfrancato dopo i mesi bui e allineato al fronte governativo, ha potuto annunciare, assieme a Bertolaso, anche una lodevole iniziativa della Lombardia per contrastare la pandemia nella Sierra Leone, proponendo al governo di avviare una campagna di vaccinazioni in quel paese.

“Non sarà sfuggito – ha ha detto Bertolaso presentando con Fontana l’iniziativa – l’appello dell’Oms: non è giusto partire con la terza dose se in Africa non è stata fatta neanche la prima. In Sierra Leone ci sono numeri terribili. Credo che un ruolo della Lombardia sarebbe da esempio e una sfida a tutti gli altri paesi del mondo”.

 

Ma la vera notizia importante per i lombardi – nonché il vero asso politico nella manica della giunta e dell’assessore al Welfare – è l’avvio della terza dose. Oltre ad aver incrementato la messa a disposizione di nuove prime dosi (effetto green pass) attraverso una fase di transizione prevista fino al 30 ottobre, si è partiti con una prima fase di richiami, circa 2.000 somministrazioni al giorno, riservata ai pazienti immunocompromessi. Il ciclo vaccinale a 3 dosi è previsto infatti per trapiantati e gravi immunodepressi, e la dose addizionale deve essere somministrata almeno dopo 4 settimane dalla seconda. Partirà invece l’11 ottobre il richiamo con una terza dose per i 680 mila over 80, gli 80 mila ospiti delle Rsa e i 396 mila operatori sanitari. Per queste categorie, il richiamo è previsto dopo almeno 6 mesi dalla seconda dose. Sergio Abrignani, immunologo della Università Statale di Milano e membro del Cts, in un’intervista al Corriere tra l’altro ha detto: “Era da mettere in conto che sarebbe stato necessario rinforzare la memoria immunologica prodotta da due sole dosi ravvicinate di vaccino”, spiegando che con un terzo richiamo “l’efficacia viene riportata ai livelli iniziali”. La Lombardia è pronta. 

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