Margherita Cassano (foto LaPresse)

la nomina

Margherita Cassano, prima presidente della Cassazione, va in pensione. Il Csm diviso sul successore

Ermes Antonucci

Il Consiglio superiore della magistratura sta accelerando le procedure per scegliere il successore di Cassano (che andrà in pensione il 9 settembre) al vertice della Suprema Corte. I candidati sono due: D'Ascola e Mogini, di area sinistra o centrosinistra

Cambio in vista al vertice della magistratura italiana. Margherita Cassano, prima presidente della corte di Cassazione (e prima donna nella storia del nostro paese ad assumere questo ruolo, nel marzo 2023), andrà in pensione il prossimo 9 settembre. A differenza degli incarichi di vertice negli altri uffici giudiziari, che spesso rimangono vacanti per mesi, si ritiene che la poltrona più alta della Suprema Corte non possa rimanere sguarnita neanche un giorno, anche perché chi la ricopre è membro di diritto del Consiglio superiore della magistratura. Così proprio il Csm sta accelerando le procedure per scegliere il successore di Cassano. In corsa sono rimasti due candidati: Pasquale D’Ascola e Stefano Mogini, rispettivamente primo presidente aggiunto e segretario generale della corte di Cassazione. Insomma, si prospetta una sfida tutta in casa a Piazza Cavour. 

 

Nei giorni scorsi entrambi sono stati auditi dalla Quinta commissione del Csm, incaricata di elaborare una o più proposte di nomina in vista del plenum, che come da tradizione svolge la sua votazione alla presenza del capo dello stato (e dello stesso Csm), Sergio Mattarella. In questo caso, considerati il prestigioso curriculum di entrambi i candidati e l’ineliminabile spazio di discrezionalità nell’assegnazione dei vari punteggi ai profili professionali, è presumibile immaginare che la Quinta commissione predisporrà due relazioni al plenum: una in favore della nomina di D’Ascola e una in favore di Mogini. Anche perché, come riferisce una fonte autorevole del Csm, nelle audizioni entrambi hanno confermato il loro alto livello di preparazione e professionalità. Il problema è che il tempo stringe: luglio è alle porte e in agosto il Csm sospende i lavori. La Quinta commissione deve quindi accelerare, sperando di elaborare le sue proposte per un plenum da tenere a fine luglio o, in extremis, la prima settimana di settembre, poche ore prima che Cassano vada definitivamente in pensione. 

 

Pasquale D’Ascola, classe 1958, ha svolto i suoi primi anni di attività presso la pretura e il tribunale di Verona, per poi passare nel 2007 al Massimario della Cassazione e continuare la sua carriera a Roma, come consigliere della Seconda sezione civile della Cassazione, poi presidente di sezione e infine, dal settembre, 2023, primo presidente aggiunto. E' vicino alla corrente di sinistra Area. 

 

Anche Stefano Mogini è nato nel 1958. E’ stato pretore e poi giudice a Perugia, prima di ricoprire nel 1999 il ruolo di magistrato di collegamento presso l’ambasciata italiana a Parigi. Dal 2006 al 2008 è stato capo di gabinetto dell’allora Guardasigilli Clemente Mastella. In seguito ha svolto l’incarico di consigliere giuridico della delegazione italiana presso le Nazioni Unite a New York, per poi rientrare nel 2014 in Italia alla corte di Cassazione, diventando presidente di sezione e infine segretario generale. Non è legato ad alcuna corrente. Erroneamente viene indicato da qualcuno come il “candidato moderato”, ma in realtà sul piano ideologico sembra più appartenere all’area del centrosinistra. 

 

In occasione di nomine di tale portata, l’auspicio del presidente Mattarella è sempre quello di assistere a una decisione all’unanimità da parte del plenum del Csm. Ciò difficilmente avverrà, soprattutto in virtù non solo del profilo di altissimo rilievo dei due candidati, ma anche della vicinanza di D’Ascola al gruppo di Area. Non a caso i consiglieri togati di Area hanno già fatto intendere di voler votare per la nomina di D’Ascola. Anche in reazione a questo posizionamento, i consiglieri moderati di Magistratura indipendente e i membri laici di centrodestra potrebbero orientarsi verso il voto in favore di Mogini. Le cose cambierebbero se ovviamente uno dei due candidati decidesse di ritirarsi dalla corsa. 

 

Comunque andrà a finire, la poltrona di primo presidente della Cassazione andrà a un magistrato di “area” sinistra o centrosinistra. Questi si affiancherà al procuratore generale della Cassazione (anch’egli membro di diritto del Csm), Pietro Gaeta, nominato lo scorso febbraio, anche lui considerato vicino alla sinistra giudiziaria.

 

Insomma, un paradosso: nel Csm a “trazione  centrodestra” i due ruoli di vertice della magistratura saranno affidati a toghe lontane dal mondo moderato. Un elemento di riflessione per Magistratura indipendente e per i membri laici di centrodestra. 
 

  • Ermes Antonucci
  • Classe 1991, abruzzese d’origine e romano d’adozione. E’ giornalista di cronaca giudiziaria e studioso della magistratura. Ha scritto "I dannati della gogna" (Liberilibri, 2021) e "La repubblica giudiziaria" (Marsilio, 2023). Su Twitter è @ErmesAntonucci. Per segnalazioni: [email protected]