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giustizia

Cosa significa la nomina di Cassano, prima donna alla guida della Cassazione

Ermes Antonucci

Il Csm ha indicato il magistrato all'unanimità. Così si rafforza il blocco moderato di Magistratura indipendente a spese dell'area di sinistra di cui faceva parte il predecessore Curzio

Margherita Cassano, attualmente presidente aggiunto della corte di Cassazione, sarà la prima donna nella storia italiana a guidare la Suprema corte. La sua nomina è stata proposta all’unanimità dalla Commissione per gli incarichi direttivi del Csm. Il voto finale avverrà al plenum del primo marzo, alla presenza del capo dello stato, Sergio Mattarella. Cassano succederà a Pietro Curzio, che sta per andare in pensione. Fiorentina di origine lucana, Cassano è in magistratura dal 1980. Figlia d’arte: il padre, Pietro, è stato pure lui alto magistrato, impegnato nella lotta al terrorismo rosso e nero a Firenze.

Ha iniziato alla procura di Firenze, dove si è occupata soprattutto di questioni relative alle tossicodipendenze e al traffico di droga, temi che ha continuato a seguire in tutta la sua carriera. A Firenze lavorò con assiduità col procuratore Pier Luigi Vigna, poi divenuto procuratore nazionale antimafia. Dal 1982 è stata componente del gruppo specializzato nelle indagini in materia di stupefacenti e di criminalità organizzata. Dal 1991 al 1998 è stata assegnata alla Dda di Firenze. Subito dopo è stata consigliera del Csm nelle file di Magistratura indipendente, la corrente conservatrice delle toghe. Poi dal 2003 è stata in corte di Cassazione, anche in veste di presidente della prima sezione penale, occupandosi di reati di omicidio e violenze. Dal 2016 ha presieduto la corte d’appello di Firenze dove è rimasta circa quattro anni. Nel 2020 è stata la prima donna ad accedere ai vertici della Suprema corte.

Significative le prese di posizione espresse da Cassano nel corso del tempo contro la lentezza del sistema giudiziario italiano (“Non possono essere sottaciute le drammatiche conseguenze sociali provocate dalla pendenza per lunghissimi anni di un processo penale che rende l’uomo unicamente un imputato in palese contrasto con la presunzione di non colpevolezza”), così come contro le ripercussioni dei processi mediatici: “Oltre ad alimentare una morbosa ed esasperata attenzione verso i fatti di cronaca più clamorosi, determinano un’impropria sovrapposizione tra la realtà e la dimensione virtuale. Non contribuiscono alla comprensione delle problematiche umani e sociali sottese ai vari accadimenti, calpestano la presunzione costituzionale di non colpevolezza creando dei veri e propri ‘mostri mediatici’ vanificano il principio di pari dignità di ogni persona, solennemente affermato dall’articolo 2 della Costituzione”. Ma al di là dell’importanza simbolica, la nomina di Cassano risulta influente anche perché andrà a rafforzare in seno al Csm il blocco moderato di Magistratura indipendente, a spese dell’area di sinistra (di cui è espressione Curzio). Un’egemonia, quella di Mi, che – come abbiamo già raccontato – arriva fin dentro via Arenula, se si considerano gli incarichi ai vertici del ministero affidati dal Guardasigilli Nordio. Che, in cambio, potrebbe sperare in un ammorbidimento delle posizioni togate rispetto alle sue riforme.