Foto di Roberto Monaldo, via LaPresse 

un appello

Caro Nordio, la stimo ma così non va: è ora di mostrare coraggio. La lettera di Mastella

Clemente Mastella

Un consiglio: faccia politica. Dalla separazione delle carriere, al sistema delle correnti, e ancora all'ordinamento penitenziario e al 41-bis: la giustizia è il banco di prova del centrodestra di governo

Al direttore - La giustizia rappresenta il banco di prova per il nuovo governo di centrodestra. La tanto attesa riforma dell’ordinamento giudiziario da una parte e la querelle sul 41-bis dall’altro riempiono le prime pagine dei giornali e i palinsesti televisivi. Quando accade ciò, spesso, le opinioni si stratificano e il quadro complessivo tende a soffocare ogni speranza di reale intervento riformatore. Con lo spirito di chi ha riformato in parte l’ordinamento nel 2006, mi sento di offrire il mio punto di vista al ministro Nordio.

 

Quanto alla separazione delle carriere, che richiede una riforma costituzionale, sacrosanta e da tanto tempo attesa, inviterei alla cautela: una separazione dei pm dai giudici non dovrebbe infatti mai tradursi in una perdita da parte dei primi della cultura della giurisdizione. Molti paesi hanno procuratori non magistrati e legati al governo e all’esecutivo. Ecco, in questo io intravedo l’unico caveat della proposta di separare giudici e pm. Siamo convinti che un pm avulso dalla carriera e dalla cultura della giurisdizione sia la risposta ai temi della politicizzazione della giustizia e della disparità tra accusa e difesa nel processo penale italiano? A mio avviso la risposta alle ansie di miglioramento dell’ordinamento giudiziario sta altrove.

 

Essa risiede nella necessaria eliminazione del sistema delle correnti che possono ben controllare qualsiasi sistema elettorale. L’egemonia delle correnti incide sulle nomine negli uffici direttivi, sulle decisioni in sede disciplinare, sulla stessa politica del Consiglio Superiore. Non sono convinto del fatto che la riforma Cartabia abbia risolto il problema. Forse tornare a pensare al sorteggio aiuterebbe. Sul piano sostanziale mi piacerebbe vedere realizzata una riforma per una giustizia più efficiente e rapida, sia nel settore penale, attraverso una seria decriminalizzazione e l’espansione di sanzioni non detentive per i reati meno gravi.

 

Quanto all’ordinamento penitenziario e al 41-bis, mi permetto di soggiungere che si tratta di un istituto giuridico dimostratosi vincente nei confronti delle mafie e del terrorismo. Non vedo perché debba essere messo in discussione dopo l’arresto dell’ultimo dei grandi latitanti di cosa nostra, senza nulla togliere alla questione della protezione dei diritti umani dei detenuti, anche dei più pericolosi. Al mio successore auguro un cammino sicuro e forte e ogni successo per una riforma che l’Italia da decenni attende. Con un ultimo consiglio: ascolti tutti gli attori del mondo giudiziario, destinatari in prima battuta delle nuove norme, in uno spirito di condivisione valoriale e tecnica, che caratterizza gli ordinamenti democratici e maturi, soprattutto nei settori chiave per la democrazia e lo sviluppo.

 

Abbia più coraggio, caro ministro. Era partito con entusiasmo da neofita e, con l’apprezzamento di tanti, ora, rischia di restare impantanato in una logica “dorortea” che lo allontana dalle questioni centrali del pianeta giustizia per le quali era stato chiamato a svolgere la sua attività di governo. Ricordi di quanto e di quel che scriveva e lo metta in pratica. Solo così potrà recuperare un umanesimo giudiziario oggi soccombente, insomma faccia politica.

Clemente Mastella
ex ministro della Giustizia, sindaco di Benevento