contro la gogna

"Niente abusi sulle intercettazioni? Il Garante su che pianeta vive?"

Il direttore del Foglio Claudio Cerasa ospite di Corrado Formigli a Piazzapulita su La7: "Il problema è l'aver trasformato in normalità accettabile anche la peggiore immondizia giudiziaria"

"Il Garante della privacy vive su un pianeta diverso dalla Terra", dice Claudio Cerasa ospite di Piazzapulita su La7. "Ha una strana idea di ciò che rappresenta un abuso, perché se una persona finisce nelle intercettazioni e non finisce nelle indagini, per il Garante non è abuso: per me è una vergogna. Se una intercettazione irrilevante viene pubblicata è un abuso. E il problema è anche la soglia di sopportazione che noi giornalisti abbiamo nel vedere pubblicate certe schifezze".

 

  

Dopo l’arresto del super latitante Matteo Messina Denaro, il circo mediatico-giudiziario ha iniziato a costruire e diffondere verità alternative, come il desiderio della politica di sottrarre strumenti preziosi nella lotta alla mafia come le intercettazioni. Non è così e lo stesso ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nel presentare le linee guida per una riforma che limiti l'uso arbitrario degli strumenti di intercettazione, li ha definiti comunque "indispensabili", ma ha ribadito che occorre "ridurre gli abusi". Eppure nelle audizioni in commissione Giustizia al Senato, il Garante della privacy, Pasquale Stazione, ha messo in guardia il Parlamento dal modificare la legge Orlando, che ha cinque anni di vita ma solo due – per via dei ripetuti rinvii dei governi Conte – di applicazione. Stazione ha detto che dal 2020, data dell'entrata in vigore della nuova normativa, l’Autorità non ha registrato alcuna violazione: zero pubblicazioni illegittime sui giornali di contenuti processualmente irrilevanti lesivi della privacy, secondo il Garante. Basta tornare indietro di appena una settimana, alla gogna di Rep. e Domani contro Santanché, per trovare un esempio che smentisce questa affermazione, ma tant'è.

 

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