l'intervista

“Nordio sarebbe un ottimo ministro della Giustizia”. Parla Caiazza

Ermes Antonucci

Gian Domenico Caiazza, presidente dell'Unione camere penali: "Questo nuovo Parlamento ha una maggioranza assoluta favorevole a realizzare riforme in senso garantista"

"Naturalmente non voglio mettermi a dare pagelle, ma certo è che con il dottor Nordio abbiamo sempre registrato una comunanza di punti di vista, di lettura complessiva della giustizia penale, che mi fa dire che sarebbe certamente un ottimo ministro della Giustizia. Poi sarà chi di dovere a fare le scelte”. Intervistato dal Foglio, il presidente dell’Unione camere penali, Gian Domenico Caiazza, accoglie con favore l’ipotesi della nomina di Carlo Nordio come prossimo ministro della Giustizia. E sulle riforme del futuro, alla luce dei risultati elettorali, dice: “Se stiamo alle risposte pubbliche che sono state date in campagna elettorale alle nostre proposte, questo nuovo Parlamento ha una maggioranza assoluta favorevole a realizzare riforme in senso garantista”.

 

La prima risposta positiva dei partiti di centrodestra è arrivata sulla proposta di separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. “E’ chiaro – specifica Caiazza – che l’unica riforma seria che può portare alla separazione delle carriere è una riforma di tipo costituzionale. Qualunque tentativo si volesse realizzare in un contesto di legge ordinaria significherebbe nient’altro che la solita e inutile separazione delle funzioni, mentre la magistratura ha bisogno di una separazione ordinamentale, di due Consigli superiori, due concorsi, due scuole di formazione diverse. Tra l’altro ricordo a tutte le forze politiche che è già disponibile un testo di riforma costituzionale: la nostra legge di iniziativa popolare, sottoscritta da 70 mila cittadini”.

 

La seconda risposta che ci è parsa largamente condivisa è quella sulla riforma dell’appello del pubblico ministero contro le sentenze di assoluzione”, aggiunge il presidente dell’Ucpi, che da domani a domenica terrà a Pescara un congresso straordinario. “Anche su questo mi pare ci sia una forte maggioranza parlamentare. Vorrei ricordare che anche la commissione presieduta da Giorgio Lattanzi, ex presidente della Corte costituzionale, ha riproposto questo intervento, tenendo conto delle censure espresse a suo tempo dalla Corte contro la legge Pecorella”.

 

Poi c’è il tema della prescrizione. “L’introduzione dell’improcedibilità in appello è una soluzione che non apparteneva a nessuno, fu adottata perché i Cinque stelle si impuntarono pur di salvare, almeno formalmente, la riforma Bonafede che sospende la prescrizione dopo una sentenza di primo grado. Bisogna ripristinare l’istituto della prescrizione dei reati, e non del processo, quale indispensabile rimedio all’incivile gogna del ‘fine processo mai’”. Anche su questa proposta il programma di Fratelli d’Italia si dichiara esplicitamente favorevole.

 

“Grande freddezza, se si esclude ancora una volta  FdI – prosegue Caiazza – l’abbiamo invece registrata sul tema del distacco dei fuori ruolo presso il governo, in particolare presso il ministero della Giustizia. Siamo l’unico paese al mondo in cui viene questa commistione fisica tra potere esecutivo e potere giudiziario”.

 

Insomma, domandiamo provocatoriamente a Caiazza, la forza politica più garantista del centrodestra ora è diventata FdI? “Qui dobbiamo aprire le note dolenti”, replica il presidente dell’Ucpi, “perché sul tema dell’esecuzione della pena la posizione sia di FdI che della Lega sembra essere molto lontana dalla nostra. Il responsabile giustizia di FdI, Andrea Delmastro Delle Vedove, ha espresso chiaramente la posizione del partito: ‘garantisti nel processo, giustizialisti nell’esecuzione della pena’. Una formula che sembra veramente inaccettabile per chi crede nei valori costituzionali, fra i quali vi è quello della finalità della rieducativa della pena. Ma forse questo riaffacciarsi del populismo del ‘buttare via la chiave’ è più un tributo a un certo elettorato, che desidera ascoltare slogan di taglio securitario”.

 

“Su questo occorre con molta pazienza aprire una riflessione comune – spiega Caiazza – Se la questione è che le misure alternative al carcere devono essere effettive allora è tutto un altro discorso. Ricordo che le conclusioni degli Stati generali dell’esecuzione penale, coordinati da Glauco Giostra, prevedevano un potenziamento delle misure alternative, ma anche un grande investimento di personale e strutture tali da rendere le misure alternative una forma seria e impegnativa di espiazione della pena, e di apertura di un percorso di recupero”. “Insomma – conclude Caiazza – condividiamo l’esigenza che le misure alternative non siano alla fine una elusione della pena. Su questo mi auguro sia possibile creare un filo di confronto”.