Magistrati minacciosi

Luciano Capone

Dai vaccini ai referendum, ormai l’Anm si difende usando toni intimidatori. E non va bene

“Credo che spetti all’Anm una ferma reazione a questo tipo di metodo”, ha detto il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia riguardo ai referendum sulla giustizia promossi dal Partito Radicale e dalla Lega.


Il tono minaccioso, un po’ sopra le righe, ha ricordato la recente uscita dell’Anm sul tema dei vaccini. Allora l’obiettivo delle toghe era il neo insediato governo Draghi che si era permesso di imporre come prioritaria la vaccinazione degli anziani e dei fragili, invece delle varie corporazioni che erano state infilate nella prima fase della campagna vaccinale: per l’Anm era una decisione che destava “disagio e sconcerto” e pertanto invitò gli uffici giudiziari “con la sollecitudine che la gravità del momento richiede” a “rallentare immediatamente tutte le attività dei rispettivi uffici”, qualora non fosse arrivato il vaccino. La minaccia del rallentamento dell’attività giudiziaria – qualcuno si chiese se fosse materialmente possibile e se quindi la minaccia potesse essere ritenuta credibile – come difesa del privilegio salta-fila fu talmente squilibrata e imbarazzante rispetto al contesto di anziani che morivano a centinaia e migliaia che l’Anm fece una marcia indietro. 


Il tema è diverso, ma la scomposta reazione dell’Anm quando si toccano gli interessi corporativi è la stessa. E se nel caso dei vaccini fu condannata unanimemente, anche dagli stessi magistrati, per la sensibilità del tema, stavolta la reazione non è stata dello stesso tipo (a parte, ovviamente, i promotori del referendum). E forse, però, è più grave. Perché dal punto di vista istituzionale l’associazione che rappresenta i magistrati minaccia una non meglio specificata “ferma reazione” a un metodo di partecipazione democratica previsto dalla Costituzione, come la raccolta firme per proporre un referendum abrogativo. E’ un diritto politico e civile costituzionale. I magistrati non devono reagire a nulla mentre i cittadini e i partiti esercitano un proprio diritto. Se i quesiti saranno ritenuti inammissibili dalla Consulta non si voterà. Se si voterà, i magistrati potranno partecipare al dibattito politico e al voto come tutti i cittadini. Ma in cosa consisterebbe ora la “forte reazione” di Santalucia?

Viste le parole sui vaccini non sorprende che l’Anm sia capace di certe uscite, ciò che sorprende è l’assenza di reazioni (né forti né deboli) delle istituzioni rispetto alle entrate a gamba tesa nel dibattito politico da parte di chi rappresenta il potere giudiziario. 

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali