Il responsabile Giustizia del Pd, Walter Verini (foto LaPresse)

Il Pd grillizzato sulla prescrizione

Redazione

Pd, M5s e Leu (non Iv) votano per salvare una legge insalvabile

La commissione Giustizia della Camera ha approvato l’emendamento soppressivo della proposta di legge presentata dal forzista Enrico Costa che mirava ad abrogare la riforma della prescrizione targata Bonafede, che dal 1° gennaio ha aperto le porte a processi eterni. L’emendamento, presentato dal M5s, è passato per un solo voto. Decisivo è risultato il voto a favore espresso dalla presidente grillina della commissione, Francesca Businarolo, che fino a ora non aveva mai votato. La notizia non è tanto che Italia viva si sia smarcata dalla maggioranza, votando contro la soppressione del pdl Costa, in nome di princìpi – quelli del diritto e del giusto processo – che dovrebbero essere inamovibili per un partito che tiene alla civiltà, quanto che il Pd, insieme a Liberi e uguali, alla fine abbia deciso di dare ancora una volta fiducia al suo alleato di governo pentastellato, rinnegando quei princìpi fondamentali.

 

Dopo il voto, Alfredo Bazoli, capogruppo Pd in commissione Giustizia a Montecitorio, ha dichiarato che la scelta del Pd di bocciare la proposta Costa “è coerente con l’avvio del nuovo percorso avviato a inizio gennaio all’interno della maggioranza per trovare un punto di equilibrio tra punti di vista diversi”. Il problema è che questo nuovo percorso finora non ha portato a niente. Il Guardasigilli Alfonso Bonafede si è per ora limitato a controproporre una toppa peggiore del buco: da un lato, l’applicazione della norma che stoppa il decorso della prescrizione soltanto nei confronti dei condannati in primo grado (difficilmente compatibile con il principio stabilito dalla nostra Costituzione secondo cui tutti i cittadini sono innocenti fino a sentenza definitiva), dall’altro lato una generica riforma che possa velocizzare i tempi del processo, di cui però non v’è ancora alcuna traccia. Anche il responsabile Giustizia dei dem, Walter Verini, ha definito coerente la scelta del Pd e ha respinto le accuse di aver ceduto al M5s: “Noi non andremo mai a rimorchio di Salvini”. Non si è ancora accorto, Verini (come tutto il Pd), che la partita della prescrizione non sarà decisa da chi andrà o meno a rimorchio di Salvini, ma da chi andrà o meno a rimorchio della nostra Costituzione.

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