Marcello Dell'Utri (foto LaPresse)

Dell'Utri andrà ai domiciliari

Redazione

Il Tribunale di Sorveglianza di Roma ha accolto la richiesta dei legali dell'ex senatore di Forza Italia: va scarcerato per motivi di salute

Il Tribunale di Sorveglianza di Roma ha accolto la richiesta dei legali di Marcello Dell'Utri e disposto il differimento della pena: l'ex senatore di Forza Italia va scarcerato per motivi di salute. Dell'Utri, malato da tempo, andrà ai domiciliariLa richiesta di scarcerazione avanzata dagli avvocati, Alessandro De Federicis e Simona Filippi, prevedeva la sospensione della pena per effettuare presso la struttura ospedaliera Humanitas di Milano le cure a lui necessarie. Ma il 7 dicembre scorso lo stesso tribunale aveva respinto l'uscita dal carcere dell'ex senatore e la richiesta degli arresti domiciliari, nonostante gli stessi consulenti della procura si fossero espressi per la incompatibilità tra le condizioni di salute di Dell'Utri e il suo stato di detenuto. All'ex parlamentare, cardiopatico e diabetico, è stato diagnosticato il tumore alla prostata nel luglio scorso. Lo scorso febbraio, poi, sempre il Tribunale di Sorveglianza di Roma aveva respinto la richiesta di sospensione della pena per l'ex senatore, detenuto nel carcere romano di Rebibbia dove sta scontando 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa.

   

Su queste colonne Giuliano Ferrara, aveva spiegato le ovvie ragioni di umanità per cui l'ex senatore avrebbe dovuto ottenere almeno i domiciliari: "Accanirsi su Dell’Utri è impresa facile, per via della leggenda nera, della assurda fuga in Libano dopo la condanna, per via dell’intreccio di errori nella difesa, a partire dalla prima deposizione in giudizio istruttorio, che ha portato quest’uomo a suo modo scaltro e ingenuo a farsi fottere, com’era chiaramente nelle intenzioni di magistrati dell’antimafia chiodata e politicizzata d’antan, e di oggi. Sta di fatto che mentre Salvatore Cuffaro, un altro che ha fatto sette anni di carcere ingiusto e si è sputtanato da solo per tre gentili guantiere di cannoli servite con la faccia larga del vasa vasa, comportamento irresponsabile per certuni, ha curato una sua buona invidiabile salute e ha retto, Dell’Utri non ce la fa, ha un tumore, è cardiopatico, e dovrebbe andare ai domiciliari".

  

Le decisioni su Marcello Dell’Utri, scriveva ancora Adriano Sofri, dovrebbero dipendere da poche nitide condizioni: ha legami criminali che possano attualmente costituire un pericolo per la società, nel caso in cui invece che in una cella risiedesse in una casa? C’è un fondato pericolo che, trasferito in una casa, voglia e possa commettere delitti come quelli che le sentenze gli hanno attribuito? Se, come sembra ovvio, la risposta è: no, tenere Dell’Utri in galera è una cattiveria. Ci sono, nelle persone contrarie al trasferimento di Dell’Utri alla detenzione domiciliare, altri argomenti malintesi. Uno è la natura del reato che gli viene addebitato: ma le misure che prevedono un’incompatibilità della reclusione carceraria per ragioni di salute, che in questo caso si aggiungono alle ragioni dell’età avanzata, non hanno a che fare con la natura del reato per cui si è detenuti. C’è un’eccezione, molto arrischiata, e riguarda il 41 bis, e comunque non si applica ora a Dell’Utri.

 
Mentre qui, Piero Tony parlava del caso Dell'Utri e delle ragioni per augurarsi che il suo ricorso alla Cedu venisse accolto: "Dell'Utri è in carcere per quel reato di concorso esterno in associazione mafiosa che secondo i più non è reato ma connivenza – atteggiamento grave ma per legge non punibile – oppure ossimoro, oppure aria che qualche savonarola ebbe a friggere anni fa (chi per primo? Quando, esattamente?) per dare una lezione a quei prepotenti che mafiosi non erano ma razzolavano male e pensavano di essere chissà chi".

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