Giuseppe Orsi (foto LaPresse)

Una black list del giustizialismo

Redazione

Niente corruzione in Finmeccanica. La verità può attendere, la gogna mai

La Finmeccanica (oggi Leonardo) e l’AgustaWestland non hanno corrotto funzionari indiani né versato tangenti. E’ la sentenza di Appello bis del tribunale di Milano che lunedì ha assolto l’ex presidente della holding Giuseppe Orsi e quello della controllata Bruno Spagnolini. Una precedente condanna in secondo grado era stata annullata dalla Cassazione nel dicembre 2016 con obbligo di ripetizione del processo. Si chiude dopo 14 anni una vicenda iniziata con la vendita nel 2004-2007 di 12 elicotteri militari, che secondo le procure di Busto Arsizio e Milano aveva comportato una tangente di 556 milioni di euro a Sashi Tyagi, già capo di stato maggiore dell’aeronautica di Nuova Delhi, con triangolazioni tra Italia, Tunisia, Mauritius e India. Il 12 febbraio 2013 Orsi era finito in carcere per 80 giorni e Spagnolini ai domiciliari. Nel frattempo l’India ha cancellato tutte le commesse militari dall’Italia, a vantaggio della Francia, e solo la diplomazia ha consentito di togliere Leonardo-Finmeccanica dalla black list. Mentre la vicenda si intrecciava con la guerra politica indiana – il partito del Congresso di Sonia Gandhi accusato di connivenze con l’Italia – e con l’arresto dei fucilieri della marina Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.

 

A battere la grancassa del “teorema corruttivo” è stato soprattutto “Report”, il programma Rai di Milena Gabanelli, con una sfilza di puntate che sono andate dal definire nel 2010 la Finmeccanica allora guidata da Pierfrancesco Guarguaglini “una famiglia di fondi neri”, alla descrizione minuziosa (2013) di “come funziona il sistema delle tangenti indiane” alla rivelazione della presenza di amianto negli elicotteri, passando per un puntatone del 2011, titolo “La classe dirigente”, classe ovviamente tutta corrotta, “che dal sistema Sesto alla Serravalle alla Guardia di Finanza trova il punto d’incontro in Finmeccanica”. Inchieste intanto finite in altre assoluzioni. Quanto agli elicotteri indiani, la corte di appello ha stabilito che “non c’è prova che i fatti sussistano”. Ciò che invece esiste è il danno al made in Italy, ai posti di lavoro e all’interesse nazionale. Ci piacerebbe vedere in prima serata una bella inchiesta di “Report” sul “metodo Report” e sulla falsa retorica dell’“onestà”. Una retorica che spesso diventa uno slogan usa e getta, dove la verità non conta, può attendere anni, e dove conta solo una cosa: la bellezza della gogna.

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