Foto LaPresse

Così riprenderà a pedalare il ciclismo

Giovanni Battistuzzi

Il nuovo calendario dell'Uci si snoda attorno alle uniche due corse non sacrificabili: Tour de France e Mondiali. Il resto si vedrà. Il Giro d'Italia dovrebbe corrersi a ottobre

Tutto deciso, niente certo. Perché il nuovo coronavirus continua a essere una presenza e la pandemia di Covid-19 continua a rendere tutto annullabile, rimandabile, sostituibile. Eppure se sei abituato ad affidarti a due ruote di nemmeno una trentina di millimetri di spessore all'incertezza ci si è abituati e tanto vale iniziare a immaginarsi un futuro, visto che il presente al massimo regala sfide virtuali con pedalate reali. A muoversi però è solo un omino sullo schermo di una televisione o un computer, l'aria non ti viene incontro e i panorami non scorrono. Un'ottima alternativa all'immobilità certo, ma pur sempre un palliativo.

 

Per questo l'Union cycliste internationale (Uci) oggi ha pianificato i mesi che verranno. Lo ha fatto perché il ciclismo è un corpo fragile che ha bisogno di movimento per non morire, perché non può aspettare che tutto passi naturalmente, l'azione è necessaria e il tempo è quello che è, limitato. Ci sono corse sacrificabili, altre no. E non lo sono per storia o blasone, o meglio non solo, ma perché se saltano queste salta parecchio, forse non tutto, ma tanto senz'altro. Il terremoto dell'addio degli sponsor è solo all'inizio, per ora sono arrivate avvisaglie, il crollo però potrebbe essere imminente. E piaccia o no, chi corre lo fa grazie agli investimenti, non solo per passione.

 

Tutto viene ricalibrato attorno al Tour de France, perché è attorno alla Grande Boucle che gran parte dell'economia del ciclismo gira. L'Uci ha confermato le date annunciate ieri: si parte il 29 agosto da Nizza, si arriverà a Parigi il 20 settembre. Il percorso sarà lo stesso presentato in autunno.

 

Le date dei Mondiali, che si terranno in Svizzera, sono rimaste invariate: troppo problematico cambiarle, si rischiava la perdita di sponsor. Si disputeranno quindi dal 20 al 27 settembre e poco importa se la cronometro maschile si correrà il giorno della fine della corsa a tappe francese. 

 

Posizionati in calendario gli eventi più necessari degli altri ecco che l'Uci ha piazzato gli altri: il Giro d'Italia si svolgerà dopo i Mondiali, ma prima della Vuelta a España. E qui conta il blasone. E le altitudini. Perché già a ottobre ci vorrà fortuna per non ritrovarsi le vette alpine innevate. A Mario Vegni toccherà già ipotizzare un piano B e magari un piano C per evitare problemi.

 

Per quanto riguarda le Classiche monumento ancora non ci sono conferme. L'unica certezza è che si disputeranno senz'altro. Molto dipenderà dall'inizio della fase due in Italia e Belgio.