Fare squadra per correre forte: le azzurre della 4X100 hanno tanto da insegnare

Silvia Salis

Tra essere veloci e fare andare forte il testimone c’è una grande differenza. Differenza che può essere colmata solo con la consapevolezza che non è la somma dei record personali a generare il risultato

Abbiamo visto molti record in questi giorni di gare a Doha, ma di certo c’è un primato molto singolare. Già perché oggi tre uomini, o meglio, tre giganti che pesano più o meno 150kg l’uno sono stati stipati in un centimetro. Finale getto del peso uomini: Joe Kovacs 22,91 m, oro per gli Stati Uniti, Ryan Crouser 22,90 m, argento per gli Stati Uniti, Tomas Walsh 22,90 m, bronzo per la Nuova Zelanda. La gara più stellare della storia finisce così, con un affollamento alle soglie dei 23 metri, e pensate che il quarto, il brasiliano Darlan Romani con il suo 22,53 m avrebbe vinto Olimpiadi e Mondiali, sempre, e stasera invece si è portato a casa una bella medaglia di legno. I tre Superman sul podio sono belli da vedere perché vagamente coordinati, potrebbero essere tre fratelli, e guardandoli in gruppo non è facile capire quanto siano estesi però vi assicuro che basta avvicinarsi per capire perché da piccoli non hanno scelto di fare i fantini. 

 

Oggi è stata una buona giornata per l’Italia, Luminosa Bogliolo vince la sua batteria in 12”80 e vola in semifinale, un ultimo rettilineo irrefrenabile di Davide Re trascina la 4x400 uomini in finale (purtroppo le nostre ragazze invece non ce la fanno), ma vorrei celebrare adeguatamente le nostre velociste della 4x100.

 

In batteria le quattro azzurre sanno che l’unico risultato possibile è provare a compiere un’impresa eccezionale, e così fanno: 42”90 record italiano ma purtroppo nono posto, quindi prime delle escluse dalla finale. La sorte però le guarda e sorride perché arriva la squalifica del Brasile ed Herrera Abreu, Hooper, Bongiorni e Siragusa entrano in finale, dove corrono di nuovo al di sotto del precedente record italiano, e con 42”98 agguantano il settimo posto. Sono state brave, dobbiamo dirglielo, dopo aver vissuto tutto l’anno nell’ombra dell’attesa per la 4x100 maschile (ottimi a loro volta, con 38”11, nuovi primatisti italiani battendo nazioni come Jamaica e Germania), ed arrivate qui senza il favore dei pronostici hanno dimostrato che nella staffetta non è, al contrario di quello che diceva Totò, la somma che fa il totale. Nell’unica gara a squadre dell’austera regina degli sport individuali, quale è l’atletica, è dimostrato da centinaia di pagine di storia sportiva che tra correre forte e far correre forte il testimone c’è una grande differenza, differenza che può essere colmata solo con la consapevolezza che non è la somma dei record personali a generare il risultato ma il valore della squadra, la fiducia nella mano che prende il tuo testimone, il lavoro fatto insieme nei mesi precedenti alla gara. In una realtà quotidiana in cui le donne non riescono a fare squadra, stasera le nostre ragazze ci hanno dimostrato che non solo è possibile, ma è anche molto, molto divertente.

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