Europa Ore 7

Il tempo sta scadendo per il Recovery della Polonia

Il Covid-19 di nuovo in cima all'agenda; per Spahn in Germania tutti vaccinati, guariti o morti. A dicembre il primo Vertice di Scholz e in Svezia Andersson appesa al voto degli ex comunisti. Brexit rischia di rovinare il Natale dell'Ue 

David Carretta

La Commissione dovrebbe decidere se dare il via libera ai piani questa settimana o al massimo la prossima

La Commissione europea si trova di fronte a un dilemma, nel momento in cui sta per scadere il tempo per approvare il piano di Recovery di Polonia e Ungheria: difendere lo stato di diritto privando nell'immediato Varsavia e Budapest di miliardi di euro di fondi per la ripresa oppure chiudere un occhio sul loro mancato rispetto degli impegni per evitare un conflitto totale con Mateusz Morawiecki e Viktor Orbán? Polonia e Ungheria perderanno la loro quota di prefinanziamento se non otterranno il via libera da parte di Commissione ed Ecofin per i loro piani nazionali di ripresa e resilienza entro il prossimo 31 dicembre. Per la Polonia l'anticipo del prefinanziamento vale più di 4,5 miliardi di euro, pari al 13 per cento dei 36 miliardi previsti dal Recovery fund. Per l'Ungheria vale quasi 1 miliardo di euro, su un ammontare complessivo di 7,2 miliardi richiesti. Cosa deciderà di fare Ursula von der Leyen?

 

La norma che fissa una data limite per ottenere la quota di prefinanziamento è prevista dall'articolo 13 del regolamento sul Dispositivo per la ripresa e la resilienza. “Previa adozione entro il 31 dicembre 2021 da parte del Consiglio della decisione di esecuzione (...) e su richiesta presentata da uno Stato membro unitamente al proprio piano per la ripresa e la resilienza, la Commissione versa un prefinanziamento per un importo fino al 13 per cento”. La prossima riunione dell'Ecofin è prevista per il 7 dicembre. C'è la possibilità di convocare un incontro dei ministri delle Finanze in videoconferenza anche l'ultimo giorno dell'anno. Ma servono circa quattro settimane ai rappresentanti dei governi che preparano l'Ecofin per valutare la proposta della Commissione sui piani nazionali di Recovery. In altre parole, per sbloccare i prefinanziamenti, la Commissione dovrebbe decidere se dare il via libera ai piani questa settimana o al massimo la prossima.

 

I segnali che vengono da dentro e attorno al Berlaymont sono contrastanti. Alcune fonti ritengono che un via libera ai piani di Recovery Polonia e Ungheria sia imminente. La decisione di von der Leyen di inviare due lettere di informazione nell'ambito del meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto servirebbe da “foglia di fico” per dare il via libera ai loro piani di Recovery in tempo per ottenere il prefinanziamento. Altre fonti sono più prudenti e ritengono che la Commissione non correrà il rischio di una rivolta tra gli stati membri presentando una decisione che verrebbe bocciata dall'Ecofin. Nei calcoli politici della Commissione rientrano anche alcune prese di posizione dei leader dell'opposizione in Polonia e Ungheria. Il polacco Donald Tusk sta cercando di evitare il conflitto sul piano di Recovery come una punizione per la Polonia perché teme che possa rivelarsi controproducente, alimentando il sentimento anti-Ue promosso dal Partito Legge e Giustizia (PiS) di Morawiecki. L'ungherese Peter Márki-Zay teme che una rottura totale tra Bruxelles e l'Ungheria possa rivelarsi controproducente per il campo dell'opposizione.

La squadra ristretta di von der Leyen è convinta di aver trovato una soluzione per uscire dall'impasse, almeno nel caso polacco. La Commissione sarebbe pronta a dare il via libera al piano di Recovery e al prefinanziamento semplicemente sulla base di impegni sulla riforma della giustizia. Gli impegni verrebbero iscritti nei target e milestone, che fissano gli obiettivi e il calendario delle riforme. Se non saranno rispettati, gli esborsi successivi verrebbero bloccati. Il trucco permetterebbe alla Commissione di guadagnare tempo. Ma nel caso della Polonia è particolarmente rischioso. Come ha spiegato Micol Flammini sul Foglio, le riforme della giustizia preparate dal PiS per andare incontro alle richieste della Commissione aggraverebbero il problema del controllo politico sui magistrati. Nel frattempo, si accumulano le sentenze e le condanne della Corte di giustizia dell'Ue, che Varsavia rifiuta di riconoscere e applicare.

Quanto all'Ungheria, le discussioni tra la Commissione e il governo di Orbán per il momento non hanno portato da nessuna parte. Il sospetto al Berlaymont è che, a pochi mesi delle elezioni legislative, Orbán preferisca giocare la carta della vittimizzazione e del complotto dell'Ue contro il suo paese. Un altro segnale di escalation è arrivato ieri, quando il primo ministro ungherese ha annunciato di aver scritto una lettera a von der Leyen per chiedere di sospendere tutte le procedure di infrazione legate alla gestione di migranti e richiedenti asilo. Secondo Orbán, l'applicazione delle regole da parte della Commissione "mina le misure adottate dagli stati membri per proteggere l'integrità territoriale e nazionale e la sicurezza dei loro cittadini". L'Ungheria è stata appena condannata dalla Corte di giustizia dell'Ue per le leggi "Stop Soros" che criminalizzano le ong che forniscono assistenza ai richiedenti asilo. Inoltre, la Commissione ha chiesto alla Corte di infliggere una multa all'Ungheria per non aver dato esecuzione a una precedente sentenza sul diritto d'asilo.

 


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di martedì 23 novembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

Il Covid-19 torna in cima all'agenda dei leader - La crisi sanitaria del Covid-19 torna in cima all'agenda dei leader dell'Ue. I ministri per gli Affari europei oggi si riuniscono in un Consiglio Affari generali e il primo punto all'ordine del giorno è la preparazione del Vertice dei capi di stato e di governo del 16 e 17 dicembre. Bassi tassi di vaccinazione, reintroduzione di misure restrittive, nuovi lockdown e proteste violente. Non dovrebbero esserci tabù nella discussione tra i ministri. Ma per l'Ue l'urgenza è mettersi d'accordo su cosa fare con il certificato Covid (il Green pass) e la terza dose. La Commissione dovrebbe presentare una proposta per rivedere la raccomandazione sulle restrizioni ai viaggi nelle prossime ore. Gli ambasciatori al Coreper avranno un primo dibattito mercoledì. E' probabile un limite di 9 mesi alla validità del Green pass dell'Ue dalla seconda vaccinazione, con rinnovo grazie alla terza dose o al richiamo.
 

Per Spahn in Germania tutti vaccinati, guariti o morti - Alla fine dell'inverno i tedeschi saranno "vaccinati, guariti o morti", ha detto ieri il ministro della Sanità, Jens Spahn, durante una conferenza stampa. "Con la variante Delta molto contagiosa, è molto, molto probabile che chiunque non sia vaccinato nei prossimi mesi sia contagiato e non abbia protezione. L'immunità viene sempre raggiunta, la sola domanda è se attraverso la vaccinazione o l'infezione. E noi raccomandiamo chiaramente la vaccinazione", ha detto Spahn. In Germania sale sempre più il livello di allarme. La situazione è "drammatica", ha detto Angela Merkel in una riunione con la sua Cdu. La cancelliera ha chiesto ai governatori dei Lander di imporre restrizioni più strette. Nel frattempo, nei Paesi Bassi il primo ministro Mark Rutte ha avvertito che il governo potrebbe essere costretto a introdurre altre misure prima del 3 dicembre, se la popolazione non rispetterà il "mini-lockdown" introdotto dieci giorni fa con la chiusura dei ristoranti alle 20h e l'obbligo dello smart working. La Slovacchia ha annunciato il lockdown dei non-vaccinati.
 

A dicembre il primo Vertice di Olaf Scholz - Il Consiglio europeo del 16 e 17 dicembre sarà il primo con Olaf Scholz come cancelliere della Repubblica federale tedesca. Anche se i negoziati sono ancora in corso a Berlino, a Bruxelles l'accordo sulla coalizione semaforo ormai è dato per certo. Le nomine nel prossimo governo potrebbero avere un impatto sulla direzione che imboccherà l'Ue nella politica fiscale, in quella climatica e in quella estera. Secondo Bloomberg, il leader dei Liberali, Christian Lindner, andrà al ministero delle Finanze, mentre il co-presidente dei Verdi, Robert Habeck, occuperà il posto di superministro dello sviluppo economico, della protezione del clima e della transizione energetica. L'altro co-presidente dei Verdi, Annalena Baerbock, dovrebbe finire al ministero degli Esteri. Sarebbe la nomina più interessante. Baerbock ha fatto campagna per una politica estera più aggressiva con la Cina ed è contraria al gasdotto Nord Stream 2. Ma, prima di decretare la rottura con il merkelismo, alcune fonti a Bruxelles ci consigliano prudenza. "La politica estera della Germania non cambierà in una notte. Scholz controllerà Baerbock come Gerhard Schröder aveva controllato Joschka Fischer", ci ha detto una di queste fonti.
 

In Svezia Andersson appesa al voto degli ex comunisti - La conferma di Magdalena Andersson come prossimo primo ministro della Svezia è appesa a un filo, dopo che la leader dei socialdemocratici non è riuscita a trovare un accordo con gli ex comunisti del partito della Sinistra per avere il loro appoggio esterno. Il voto al Parlamento svedese - il Riksdag - è previsto per domattina. I partiti della coalizione che sostengono Andersson controllano circa un terzo dei seggi. La Sinistra ha chiesto un aumento delle pensioni "significativo e notevole" per 700 mila persone. In caso di bocciatura di Andersson, la Svezia potrebbe andare per la prima volta della sua storia a elezioni anticipate.

 

Brexit rischia di rovinare il Natale dell'Ue - I ministri per gli Affari europei oggi discuteranno anche di Brexit, nella riunione del Consiglio Affari generali. Il vicepresidente della Commissione, Maros Sefcovic, presenterà un aggiornamento dei negoziati con il ministro britannico per la Brexit, David Frost, sul Protocollo irlandese. La convinzione di molti a Bruxelles è che Boris Johnson, nonostante i toni più moderati degli ultimi giorni, alla fine deciderà di attivare l'articolo 16 del Protocollo per sospenderlo unilateralmente. Alcuni diplomatici dell'Ue temono che l'articolo 16 possa rovinare loro il Natale. Le misure di rappresaglia in preparazione vanno dalla cancellazione dell'accordo di commercio e cooperazione con il Regno Unito (ma serve l'unanimità dei 27) a misure di salvaguardia come dazi su specifiche merci (che potrebbero essere imposte direttamente dalla Commissione senza passare dagli stati membri). In mezzo c'è anche la denuncia della sola parte commerciale dell'accordo di commercio e cooperazione che regola le reazioni post  Brexit (in quel caso basterebbe la maggioranza qualificata degli stati membri).
 

La fiducia dei consumatori torna a cadere - L'indice della fiducia dei consumatori registra un "calo considerevole" nella zona euro e nell'Ue a 27, secondo la stima flash pubblicata ieri dalla Commissione. Per la zona euro il calo è di 2 punti rispetto a ottobre. Per l'Ue è di 2,1 punti. La battuta d'arresto riporta l'indice a livelli vicini o inferiori a quelli pre pandemia, anche se superiori alla media di lungo periodo.
 

 


Accade oggi in Europa

– Consiglio Affari generali

– Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari

– Commissione: conferenza stampa del vicepresidente Schinas sulle misure contro la Bielorussia

– Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti sulla Politica agricola comune; sul Consiglio europeo del 21 e 22 ottobre; sulla situazione in Bielorussia e al confine con l'Ue; sull'uso della violenza della polizia contro i rom nell'Ue; sulla politica di migrazione legale; sulla conferenza ministeriale dell'Omc a Ginevra; sulla situazione in Bosnia-Erzegovina)

– Parlamento europeo: conferenze stampa dei presidenti dei gruppi del PPE, S&D, Sinistra, Verdi e Renew

– Parlamento europeo: conferenza stampa di Andreas Schwab sul Digital Markets Act

– Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza

– Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sull'indipendenza dei giudici in Ungheria; sentenza sulle sanzioni contro Hamas

– Corte dei conti dell'Ue: rapporto sulla regolarità della spesa nella politica di coesione

– Eurostat: dati sull'occupazione nel commercio al dettaglio nel secondo trimestre del 2021; stime preliminari sulla spesa per malattia e sanità nel 2020