Europa Ore 7

Tregua sul pesce, guerra sul Protocollo nella saga Brexit

La Germania è alle prese con una pandemia dei non-vaccinati mentre la Commissione dice "no" a Orbán sul finanziamento al muro. Michel chiede il cessate il fuoco in Etiopia e il Parlamento europeo va a Taiwan. Lagarde non vuole alzare i tassi nemmeno nel 2022

David Carretta

I negoziati tra Bruxelles e Londra non stanno andando bene mentre c'è un clima migliore nei negoziati tra la Francia e il Regno Unito sulle licenze per permettere ai pescherecci francesi di pescare nelle acque britanniche

Nel momento in cui Francia e Regno Unito sembrano sul punto di indirizzarsi verso una pace sulle licenze ai pescherecci, l'Unione europea si prepara a una guerra sul Protocollo irlandese dell'accordo Brexit se il governo di Boris Johnson deciderà unilateralmente di sospenderlo. Attivare l'articolo 16 per sospendere il Protocollo sarebbe “irresponsabile, imprudente e sconsiderato” ha avvertito ieri il premier irlandese, Micheal Martin, sottolineando che ci sarebbero “profonde implicazioni per le relazioni tra il Regno Unito e l'Ue”. La minaccia implicita è di lanciare una rappresaglia che potrebbe portare alla cancellazione del regime “zero dazi e zero quote” nell'accordo di libero scambio che regola le relazioni post Brexit. “La Commissione si prepara sempre a ogni eventualità”, ha detto il portavoce capo della stessa Commissione, Eric Mamer.

 

La Commissione ha offerto al Regno Unito un pacchetto di misure per risolvere i problemi legati al Protocollo, compreso la fine dei controlli sull'80 per cento delle merci che dalla Gran Bretagna vanno in Irlanda del Nord. Ma i negoziati tra Bruxelles e Londra non stanno andando bene. “Stiamo lavorando duramente per trovare terreno comune tra le due rispettive posizioni”, ha detto un altro portavoce della Commissione, chiedendo al Regno Unito di “impegnarsi in modo costruttivo”. Le discussioni tecniche proseguiranno oggi, prima di un incontro domani a Bruxelles tra il vicepresidente della Commissione, Maros Sefcovic, e il ministro britannico per la Brexit, David Frost. Il terzo faccia a faccia in tre settimane potrebbe essere decisivo per capire se l'Ue e il Regno Unito si indirizzano verso un conflitto sul Protocollo irlandese. Dalla scorsa settimana a Londra si moltiplicano le voci sulla possibilità che il governo Johnson invochi le circostanze eccezionali dell'articolo 16 per sospendere unilateralmente il Protocollo.

 

Il clima sembra essere migliore nei negoziati tra la Francia e il Regno Unito sulle licenze per permettere ai pescherecci francesi di pescare nelle acque britanniche. C'è una “dinamica positiva”, ha detto ieri un terzo portavoce della Commissione. Le discussioni continuano e la Commissione spera in “risultati concreti”, ha spiegato il portavoce. La Francia ha sospeso l'attuazione delle misure di rappresaglia - divieto ai pescherecci britannici di vendere il pesce in Francia e stretti controlli su tutte le merci su nave e camion da e per il Regno Unito - che aveva annunciato la scorsa settimana per il 3 novembre. Un tribunale francese ha liberato un peschereccio britannico che era stato immobilizzato al porto di Le Havre. Frost oggi sarà a Parigi per incontrare il ministro francese per gli Affari europei, Clément Beaune. Il suo collega ai Trasporti, Jean-Baptiste Djebbari, ieri ha spiegato che lo spirito è "costruttivo". La tregua del pesce dovrebbe essere prolungata almeno fino a domani nel tentativo di arrivare a una pace.


Nel frattempo nel Regno Unito continuano ad esserci problemi causati dalla Brexit per la mancanza di lavoratori dall'Ue. Dopo i trasporti e la logistica per la mancanza di autisti, un altro settore colpito è quello dei macelli. Il Financial Times spiega che 10 mila maialini sono già stati abbattuti perché non è possibile macellarli e altri 1.800 dovranno essere soppressi la prossima settimana. I produttori di manzo e maiale hanno iniziato a inviare gli animali in Irlanda e nei Paesi Bassi per la macellazione. Il governo ha deciso di concedere 800 visti temporanei per macellai stranieri, ma a causa dei tempi burocratici non arriveranno prima della fine di novembre o dell'inizio di dicembre. Sempre che arrivino, visto che il visto dura solo sei mesi.

 


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di giovedì 4 novembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

La Germania dichiara la pandemia dei non-vaccinati (e si ispira dall'Italia) - Il ministro tedesco della Sanità, Jens Spahn, ieri ha dichiarato che la Germania è alle prese con "una pandemia dei non-vaccinati" e ha spiegato di volersi ispirare dall'Italia per rafforzare i controlli sul Green pass. "Quella che stiamo sperimentando attualmente è principalmente una pandemia dei non-vaccinati ed è massiccia", ha detto Spahn: "in alcune regioni i letti in terapia intensiva si stanno esaurendo di nuovo". La Germania ha registrato più di 20 mila casi e 194 decessi in 24 ore, secondo i dati del Robert Koch Institute. Il 66 per cento della popolazione tedesca è vaccinata contro una media del 69 per cento nell'Ue. Spahn ha chiesto di rafforzare i controlli sul Green pass per ristoranti, musei e altri luoghi pubblici. "L'ho vissuto personalmente a Roma: in occasione del G20 mi è capitato di dover esibire il certificato vaccinale più spesso in un giorno di quante forse qui in quattro settimane", ha detto Spahn.

 

La Commissione dice “no” a Orbán sul finanziamento al muro - Ursula von der Leyen non intende rimborsare a Viktor Orbán le spese per la costruzione di un muro anti-migranti al confine dell'Ungheria. “La Commissione non ha mai finanziato la costruzione di muri o fili spinati alla frontiera esterna. La presidente in ottobre ha ripetuto che non ci sarà finanziamento europeo per fili spinati e muri alla frontiera esterna”, ha detto ieri un portavoce della Commissione, dopo che il premier ungherese aveva scritto a von der Leyen per chiedere di rimborsare la costruzione del muro. La Commissione è comunque pronta a finanziare “sistemi informatici, infrastrutture tecnologiche e altri soluzioni utilizzate” per controllare le frontiere “così come risorse umane”, ha detto il portavoce. In altre parole, uno stato membro può costruirsi da solo il muro, mentre l'Ue finanzierà le infrastrutture tecnologiche per controllarlo. “Abbiamo fondi specifici che sono dedicati a questo (…) in linea con i valori europei e le regole europee”, ha detto il portavoce.

 

Orbán dietro alle dimissioni dell'ungherese Király dalla banca belga KBC? - Ci sono le minacce del governo di Viktor Orbán dietro alle dimissioni dell'economista ungherese, Júlia Király, dal consiglio di amministrazione del gruppo bancario belga KBC? E' quanto sostengono diversi giornali ungheresi e la ragione delle minacce sarebbe il sostegno espresso da Király per il candidato unico dell'opposizione Péter Márky-Zay in vista delle elezioni legislative della prossima primavera.  Il 10 ottobre, Király ha parlato a un incontro elettorale di Márky-Zay, che qualche giorno dopo ha vinto le primarie dell'opposizione. KBC è attiva in Ungheria con la sua filiale K&H Bank, che ha 204 filiali, 3.700 dipendenti e una quota di mercato di circa il 12 per cento. Con K&H Insurance, KBC opera anche nel settore delle assicurazioni in Ungheria. Il gruppo belga lunedì ha detto che Király ha presentato le dimissioni "per ragioni personali". L'economista in passato ha lavorato in diversi dipartimenti del governo di Budapest, è stata presidente della Banca postale e di risparmio, vicegovernatore della banca centrale. Király era stata anche consigliere economico del Fidesz.

 

Donna muore in Polonia per leggi e sentenze anti-aborto - Una donna di 30 anni è morta in Polonia dopo che i medici nell'ospedale in cui era ricoverata hanno deciso di non praticare l'aborto per rispettare le disposizioni legali in vigore nel paese. La Polonia dal 1993 ha una delle leggi più restrittive sull'aborto nell'Ue, ma il divieto è diventato quasi totale dopo una sentenza del Tribunale costituzionale dell'ottobre del 2020. La donna di 30 anni si è sentita male alla 22sima settimana di gravidanza, quando il suo liquido amniotico si è rotto. Il 21 settembre è stata ricoverata in ospedale e il giorno dopo è deceduta per choc settico e infezione. I medici non sarebbero intervenuti perché il feto era ancora vivo. "Tutte le decisioni mediche sono state prese tenendo conto delle disposizioni legali in vigore in Polonia e degli standard di condotta", ha detto l'ospedale della contea di Pszczyna in un comunicato.

 

La Commissione prende le distanze dal Consiglio d'Europa sul hijab - Il Consiglio d'Europa è stato costretto a ritirare un video pubblicato nell'ambito di una campagna contro i discorsi di odio online e offline dopo che la Francia ha protestato perché considerava che il messaggio promuovesse il velo islamico del hijab. La Commissione è finita nel mezzo delle polemiche perché ha finanziato la campagna del Consiglio d'Europa. “Il progetto mira a lottare contro i discorsi di odio online e offline contro per esempio le comunità ebraiche e musulmane, associando i giovani e le organizzazioni della società civile”, ma “la Commissione non partecipa all'individuazione dei progetti individuali”, ha detto un portavoce: “La Commissione non ha convalidato gli elementi visivi” del video. L'ammontare del finanziamento della Commissione al Consiglio d'Europa è stato di 340 mila euro per la campagna nel suo insieme. “La Commissione non promuove alcun tipo di abbigliamento religioso”, ha spiegato il portavoce.

 

Michel chiede il cessate il fuoco in Etiopia - Di fronte all'intensificazione del conflitto nel Tigrè, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ieri ha chiesto "a tutte le parti in Etiopia di implementare un cessate il fuoco significativo con effetto immediato e di impegnarsi in negoziati politici senza precondizioni". Michel ha detto che l'Ue è pronta a "sostenere sforzi di questo tipo". L'Etiopia ha dichiarato lo stato d'emergenza nel momento in cui le forze del Tigrè hanno affermato di aver conquistato terreno. Addis Abeba si sta preparando a un possibile attacco militare da parte del Fronte di liberazione del popolo Tigrè. Il presidente Abiy Ahmed ha chiesto alla popolazione di prendere le armi. Sul Foglio Enrico Pitzianti spiega perché la guerra nel Tigrè sta mettendo in difficoltà il governo etiope.

 

Il Parlamento europeo va a Taiwan - E' iniziata ieri la prima missione di una delegazione del Parlamento europeo a Taiwan, la cui indipendenza de facto è minacciata sempre di più dalle rivendicazioni e dalle provocazioni della Cina. Sette parlamentari e sei funzionari, per un totale di tredici persone, sono atterrati a Taipei. Il francese Raphaël Glucksmann, presidente della commissione speciale  sull’interferenza straniera nei processi democratici, subito prima di partire ha scritto su Twitter: “Né le minacce né le sanzioni mi impressioneranno. Mai. E continuerò, sempre, a stare dalla parte di chi lotta per la democrazia e i diritti umani. Quindi ecco qui: vado a Taiwan”. Sul Foglio Giulia Pompili spiega tutti i dettagli della prima volta del Parlamento europeo a Taiwan.


Lagarde non vuole alzare i tassi nemmeno nel 2022 - Impegnata in un braccio di ferro con i mercati sulle future mosse della Banca centrale europea, Christine Lagarde ieri ha ribadito che la Bce non intende alzare i tassi nei prossimi mesi, malgrado l'aumento attuale dell'inflazione. “Le prospettive per l'inflazione nel medio termine rimangono sottotono”, ha detto Lagarde in un discorso a Lisbona: “E' molto improbabile che le tre condizioni che devono essere soddisfatte prima di iniziare a alzare i tassi si realizzino il prossimo anno”. Secondo Lagarde, “una stretta ingiustificata delle condizioni di finanziamento non è desiderabile nel momento in cui il potere d'acquisto è già compresso dai costi più alti di energia e carburante e rappresenterebbe un freno immotivato per la ripresa”. La Fed americana ieri ha adottato una linea molto diversa, annunciando che da novembre inizierà a ritirare 15 miliardi di dollari di sostegno attraverso il programma di acquisti di titoli per l'emergenza pandemica e usando toni meno perentori sull'inflazione temporanea.

 

La disoccupazione scende al 7,4 per cento nell'area euro - A settembre il tasso di disoccupazione dell'area euro è sceso al 7,4 per cento dal 7,5 per cento di agosto, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat. Nel settembre del 2020 il tasso di disoccupazione dell'area euro era all'8,6 per cento. Nell'Ue a 27 il tasso di disoccupazione è sceso al 6,7 per cento, contro il 6,9 per cento di agosto e il 7,7 per cento dello scorso anno. Il tasso di disoccupazione giovanile è sceso al 16,3 per cento per l'area euro e al 16,1 per cento per l'Ue a 27. L'Italia rimane il terzo paese con il tasso di disoccupazione più elevato (9,2 per cento) dietro a Spagna (14,6) e Grecia (13,3). L'Italia registra anche un aumento del tasso di disoccupazione giovanile che è passato dal 28,0 per cento di agosto al 29,8 per cento di settembre.

 


Accade oggi in Europa

– Commissione: il commissario Reynders in visita a Roma incontra i ministri Lamorgese e Cartabia e il vicepresidente del Csm Ermini

– Commissione: la commissaria Simson partecipa alla Cop 26 di Glasgow

– Parlamento europeo: conferenza stampa di una delegazione della Commissione Libertà civili dopo una visita ad Atene e Samos sul trattamento dei migranti e dei richiedenti asilo

– Parlamento europeo: visita di una delegazione della commissione Affari sociali in Slovacchia per discutere di inclusione sociale (fino a venerdì)

– Eurostat: prezzi della produzione industriale a settembre 2021