Europa Ore 7

L'Ue realizza un primo obiettivo sulle dosi

Siamo arrivati alla fine del primo trimestre e, nonostante tutti i tagli delle forniture di AstraZeneca, malgrado le polemiche sui ritardi nella firma dei contratti, l'Ue ha fatto quel che aveva promesso

David Carretta

Ieri la Commissione non ha saputo dire se la società anglo-svedese sarà effettivamente in grado di rispettare l'impegno di consegnare 30 milioni di dosi entro oggi, dopo il taglio delle forniture da 120 a 40 milioni di dosi per il primo trimestre. AstraZeneca ha cambiato il nome del suo vaccino in "Vaxzevria"

Gli stati membri dell'Unione europea hanno ricevuto un numero di dosi sufficienti per poter raggiungere l'obiettivo di vaccinare l'80 per cento del personale sanitario e delle persone con più di 80 anni di età entro la fine di marzo, ha detto ieri una portavoce della Commissione. Siamo arrivati alla fine del primo trimestre e, nonostante tutti i tagli delle forniture di AstraZeneca, malgrado le polemiche sui ritardi nella firma dei contratti, l'Ue ha fatto quel che aveva promesso. “E' stata consegnata una quantità sufficiente di dosi per coprire i bisogni di vaccinazione di questa categoria prioritaria”, ha spiegato la portavoce rispondendo a una nostra domanda durante la conferenza stampa quotidiana della Commissione. I dati aggiornati sulle consegne agli stati membri potrebbero essere pubblicati oggi. Alcuni - come l'Italia - sono particolarmente indietro nella vaccinazione delle persone con più di 80 anni. Ma se i singoli paesi non hanno raggiunto il primo obiettivo fissato dall'Ue - il secondo obiettivo è il 70 per cento della popolazione adulta entro la fine dell'estate - la responsabilità è loro. “Non vacciniamo noi”, ha detto la portavoce: “spetta agli stati membri”.

La Commissione non può essere accusata per le divergenze sui tassi di vaccinazione delle categorie prioritarie. In ottobre l'esecutivo di Ursula von der Leyen aveva chiaramente raccomandato di iniziare con gli anziani di più di 80 anni, i residenti nelle case di riposo e i medici e gli infermieri più esposti, prima di passare al personale sanitario e a altre categorie. Ma la competenza per le campagne di vaccinazione è dei singoli governi. Alcuni piani nazionali di vaccinazione sono stati disegnati male. Altri sono stati aggiornati in ritardo. Uno dei problemi che però ha colpito tutti è stato AstraZeneca. Ieri la Commissione non ha saputo dire se la società anglo-svedese sarà effettivamente in grado di rispettare l'impegno di consegnare 30 milioni di dosi entro oggi, dopo il taglio delle forniture da 120 a 40 milioni di dosi per il primo trimestre. AstraZeneca ha cambiato il nome del suo vaccino in "Vaxzevria". L'Ema ha aggiornato il bugiardino inserendo tra gli effetti collaterali rari casi di trombosi. Ma i guai continuano. La Germania ha interrotto la somministrazione per le persone con meno di 60 anni, dopo che il Paul Ehrlich Institute ha registrato 31 casi di eventi tromboembolici e 9 decessi di persone a cui era stato somministrato il vaccino AstraZeneca. Tutti i casi, tranne due, riguardano donne con età compresa tra i 20 e i 63 anni. Sul Foglio Paola Peduzzi spiega tutti i dettagli del nuovo caos AstraZeneca in Germania.

Nel frattempo Sebastian Kurz, contestato in patria per aver sbagliato gli ordini dei vaccini scommettendo su AstraZeneca, ha deciso di rispondere con un'offensiva totale contro l'Ue. Il cancelliere austriaco minaccia il veto sull'acquisto di altre 100 milioni di dosi Pfizer-BioNTech, che la Commissione ha opzionato per il secondo semestre. La ragione è la stessa che aveva spinto Kurz a un lungo braccio di ferro con minacce di veto al Vertice in teleconferenza di giovedì scorso: l'Austria vuole più dosi di quelle che le spettano da una fornitura di 10 milioni di vaccini Pfizer-BioNTech che sarà anticipata dal terzo al secondo trimestre. Di fronte al rifiuto degli altri stati membri, pronti a aiutare cinque paesi dell'est ma non l'Austria, Kurz ha tirato fuori le armi pesanti. Il governo di Vienna ha annunciato che sta negoziando con la Russia la fornitura di un milione di dosi di Sputnik V (300 mila ad aprile, 500 mila a maggio e 200 mila a giugno). E' già stato firmato un accordo di riservatezza sullo scambio di documenti. A differenza che in passato, Kurz non parla più di approvazione dell'Ema come precondizione per l'acquisto di Sputnik V. Non devono esserci "paraocchi geopolitici", ha detto Kurz: "L'unica cosa che conta è se il vaccino è efficace e sicuro, non da dove proviene". Sul Foglio Micol Flammini spiega tutti i dettagli del caos Kurz.

La Commissione ha reagito all'annuncio di Kurz ricordando che i paesi che somministrano vaccini non approvati dall'Ema si assumono la responsabilità degli indennizzi in caso di problemi. “Non stiamo negoziando con Sputnik”, ha detto una portavoce della Commissione. A proposito di Sputnik, in un editoriale il Foglio spiega perché il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, è caduto nella propaganda russa.

Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di mercoledì 31 marzo, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

Michel e Oms lanciano il trattato contro le pandemie (ma non tutta l'Ue) - Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom, ieri hanno lanciato l'idea di un trattato internazionale sulle pandemie. "Non è una questione di se, ma di quando ci sarà la prossima pandemia. Dobbiamo prepararci ad affrontala", ha detto Michel in una conferenza stampa: "Dobbiamo assicurare un giusto accesso a medicine e vaccini. Questa pandemia ha messo in evidenza debolezze e divisioni. E' tempo di unirci e mettere in atto una difesa contro le pandemie". La conferenza stampa del presidente del Consiglio europeo e del direttore dell'Oms era stata anticipata da un appello pubblicato su diversi giornali internazionali di oltre venti leader globali, tra cui Angela Merkel, Emmanuel Macron e Boris Johnson. Anche Mario Draghi ha sottoscritto il documento. Ci sono anche grandi assenti, come il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e... la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Una fonte dell'Ue ci ha detto che Michel avrebbe invitato von der Leyen a sottoscrivere l'appello, ma la presidente della Commissione non avrebbe risposto. Sul Foglio c'è anche un editoriale su Tedros che solleva dubbi sull'inchiesta della sua Oms sull'origine della pandemia.

L'economia dell'Ue torna ottimista con il vaccino - A marzo l'indicatore del sentimento economico (ESI) è migliorato significativamente sia nell'Ue (+6,9 punti a quota 100) sia nell'area euro (+7,6 punti a quota 101), secondo i dati pubblicati ieri dalla Commissione. Per la prima volta dall'inizio della pandemia del Covid-19, l'ESI della zona euro è tornato a superare la media di lungo periodo. Il miglioramento della fiducia è stato registrato in tutti i grandi paesi e in tutti i settori. In Germania l'ESI si è impennato di 7,9 punti. In Spagna è salito di 6,2 punti, in Francia di 5,4, in Italia di 4,9, nei Paesi Bassi di 4,4 e in Polonia di 3,3. A livello settoriale, la fiducia è migliorata di 7 punti nei servizi, di 6,1 punti nel commercio al dettaglio, di 4,6 nell'industria, di 4,4 nelle costruzioni e di 3,6 tra i consumatori. Anche la fiducia nel settore dei servizi finanziari (non inclusa nell'ESI) è migliorata significativamente con +5,2 punti. Infine, l'indicatore delle aspettative dell'occupazione a marzo ha recuperato 6,1 punti, ma rimane poco sotto la media di lungo periodo.

Altri 1,9 miliardi da Sure all'Italia - La Commissione ieri ha erogato a 6 stati membri altri 13 miliardi dello strumento Sure nella sesta tranche di aiuti per meccanismi come la cassa integrazione. L'Italia ha ricevuto 1,9 miliardi di prestito, per un totale di 26,7 miliardi su 27,4 allocati da Sure. "L'Europa è al fianco dell'Italia", ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Nell'erogazione di ieri la Repubblica ceca ha ricevuto 1 miliardo, il Belgio 2,2 miliardi, la Spagna 4,06 miliardi, l'Irlanda 2,47 miliardi e la Polonia 1,4 miliardi. La Commissione ha anche proposto 3,7 miliardi aggiuntivi per sei stati membri, oltre agli stanziamenti già approvati dal Consiglio. La Grecia è il principale beneficiario con un prestito supplementare di 2,5 miliardi per un totale di 5,2 miliardi a titolo di Sure. I finanziamenti aggiuntivi per gli altri paesi sono più limitati: 394 milioni per il Belgio, 125 milioni per Cipro, 113 milioni per la Lettonia, 355 milioni per la Lituania, 177 milioni per Malta.

La trilaterale sovranista domani a Budapest - L'ufficio del primo ministro ungherese, Viktor Orbán, ha annunciato che domani si terrà a Budapest un vertice a tre con il leader della Lega Matteo Salvini e il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki. Il portavoce di Orbán ha detto che l'obiettivo dell'incontro è la creazione di un'alleanza europea tra il Fidesz, la Lega e il PiS. Ieri Salvini ha annunciato “una carta dei valori comuni”. Ma, parlando con l'agenzia di stampa magiara, il leader della Lega ha aggiunto che "non sarà formato un gruppo comune". Il sogno di Salvini è di fondere il gruppo di Identità e democrazia e quello dei Conservatori e riformatori europei con la creazione della seconda più grande formazione al Parlamento europeo. Sul Foglio Valerio Valentini spiega tutto sul triangolo della destra sovranista europea e della destra sovranista italiana

Ennesima Conferenza sul (non) futuro della Siria - “Al momento il regime non offre alcun futuro al popolo siriano”, ha detto ieri l'Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, durante la quinta Conferenza di Bruxelles per sostenere il futuro della Siria. Anno dopo anno le cose non sono cambiate, salvo i rapporti di forza del conflitto siriano. “Non normalizzeremo niente finché continua la violenza e la repressione”, ha detto Borrell. L'Alto rappresentante ha comunque annunciato che l'Ue riconferma l'impegno dello scorso anno di 560 milioni di euro da destinare al popolo siriano.

La Corte dei conti contesta le riscossioni doganali degli stati membri - Secondo un rapporto della Corte dei conti dell'Ue, l'insufficiente armonizzazione dei controlli doganali tra gli stati membri non consente di salvaguardare in modo appropriato gli interessi finanziari dell'Ue. I giudici contabili europei ritengono che la normativa attuale sia applicata in modo differente dai singoli paesi, permettendo agli operatori di concentrare i propri traffici su punti di ingresso alla frontiera dell'Ue dove il livello dei controlli è minore. La percentuale delle dichiarazioni soggette a controllo varia a seconda degli stati membri da meno dell'1 per centro a oltre il 60 per cento. La Corte ha anche sottolineato che alcuni stati membri non sottopongono tutte le dichiarazioni all'analisi dei rischi richiesta e che le importazioni che comportano un più alto livello di rischio potrebbero non essere considerate appropriatamente prioritarie ai fini dei controlli.

Accade oggi in Europa

- Consiglio: riunione del Coreper

- Commissione: discorso del vicepresidente Timmermans al Cop26 Net Zero Summit dell'Agenzia internazionale dell'energia

- Eurostat: stima flash dell'inflazione di marzo; dati sul costo del lavoro nel 2020

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