Europa Ore 7

Olanda, Italia e le riforme del Recovery

“Se volete i fondi europei, dovete adottare le misure che sono menzionate nelle raccomandazioni specifiche per paese”, ha detto il ministro degli Esteri olandese, Stef Blok

David Carretta

Trovata l'intesa definitiva sul pacchetto di bilancio dell'Unione europea e mentre il governo di Giuseppe Conte è alle prese con la redazione del piano nazionale di ripresa e resilienza, i Paesi Bassi tornano a insistere sulla necessità che l'Italia adotti riforme strutturali per beneficiare del Recovery fund e dei suoi 750 miliardi. “Se volete i fondi europei, dovete adottare le misure che sono menzionate nelle raccomandazioni specifiche per paese”, ha detto il ministro degli Esteri olandese, Stef Blok, conversando in videoconferenza con un gruppo di giornalisti italiani a Bruxelles dopo aver incontrato il suo omologo Luigi Di Maio a Roma. Le raccomandazioni specifiche per paese sono quelle che la Commissione indirizza ogni anno ai governi. La regolamentazione sul Recovery fund prevede che i piani nazionali includano le riforme delle raccomandazioni 2019 e 2020. “I Paesi Bassi hanno sempre insistito dall'inizio sulla condizionalità delle riforme economiche per gli esborsi del Recovery fund. Siamo convinti che le riforme economiche sono necessarie per mantenere l'Europa competitiva”, ha spiegato Blok.

Il ministro Blok ha indicato alcune riforme che l'Italia dovrebbe realizzare per ottenere i 209 miliardi che le sono destinate dal Recovery fund: giustizia, istruzione, investimenti in energie pulite. Secondo Blok, l'Italia non è “il malato d'Europa, ma il ministro ha detto di aspettarsi che “la Commissione sia rigida e equa nell'applicare” la condizionalità sulle riforme. “Conosco molto persone a Bruxelles e della Commissione sono felice che sia possibile avere delle conseguenze se le raccomandazioni specifiche per paese non sono rispettate”. Blok non ha voluto commentare le difficoltà del governo Conte i cui destini sono nelle mani “della politica italiana e dei cittadini italiani”. Ma la condizionalità si applica a “qualsiasi governo sia in carica”. Secondo Blok, è interesse dell'Italia “fare i compiti a casa per rimanere competitiva”.

Il Consiglio dell'Ue e il Parlamento europeo sono impegnati nella maratona per adottare gli atti legali del pacchetto di bilancio. Il più importante è la decisione sulle risorse proprie, che permette di alzare il tetto dal 1,20 al 1,40 per cento del Reddito nazionale lordo dell'Ue e autorizza la Commissione a indebitarsi temporaneamente fino a 750 miliardi di euro sui mercati dei capitali per finanziare il Recovery Fund. La decisione sulle risorse proprie deve essere ratificata da tutti i parlamenti nazionali e c'erano dubbi sui Paesi Bassi dove sono previste elezioni in marzo. “Ne ho discusso con il ministro Di Maio e lo ha rassicurato che i Paesi Bassi hanno intenzione di inviare la proposta (di ratifica) direttamente in Parlamento il più presto possibile”, ha detto Blok. Ma il governo dell'Aia vuole assicurarsi che le varie regolamentazioni ancora oggetto di negoziato tra presidenza tedesca e Parlamento non vengano modificate. Uno dei regolamenti su cui si sta ancora negoziando è quello sul principale strumento del Recovery fund, la Recovery and Resilience Facility. Il Parlamento ha chiesto di raddoppiare l'anticipo dei fondi dal 10 al 20 per cento. “Per noi è importante è che non ci siano emendamenti ai testi attuali”, ha detto Blok. L'intesa sul regolamento della Recovery and Resilience Facility potrebbe essere annunciata oggi.

Nel frattempo, la commissione bilancio del Parlamento europeo ha adottato il quadro finanziario pluriennale con 30 voti a favore, 2 contrari e 3 astensioni. Le commissioni congiunte Affari costituzionali e Bilancio hanno approvato il regolamento sul meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto con 56 voti a favore e 10 contrari. Visti i numeri, l'esito della votazione di domani nella plenaria del Parlamento europeo appare scontato.

Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di martedì 15 dicembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

Per Barnier c'è una via molto stretta verso il deal - Nonostante tutte le difficoltà, dopo la decisione di Ursula von der Leyen e Boris Johnson domenica di proseguire i negoziati, il capo-negoziatore dell'Ue, Michel Barnier, ritiene che ci sia ancora “una via stretta” per arrivare a un accordo con il Regno Unito. Barnier ha fatto il punto con gli ambasciatori dei 27 nella riunione di ieri del Corper. Il capo-negoziatore dell'Ue ha spiegato che rimangono divergenze sui tre dossier chiave: il cosiddetto “level playing field” (la parità di condizioni economiche per evitare concorrenza sleale), la pesca e la governance del trattato. Ma sul “level playing field” il Regno Unito avrebbe fatto delle concessioni avvicinandosi all'Ue. Per contro, sulla pesca Londra avrebbe rigettato un legame con l'accordo di libero scambio e le distanze restano. Il capitolo governance è quasi chiuso. Barnier è convinto che sia "responsabilità" dell'Ue "non rompere" e che la scelta tra "deal" e "no deal" è nelle mani di Boris Johnson: è lui che deve essere pronto a gestirne le conseguenze.

Un “mini no deal” tra i tre scenari sulla Brexit - Barnier ieri ha detto agli ambasciatori che ci sono tre scenari. Se ci sarà un compromesso sulla pesca e sul level playing field, il Parlamento europeo è ancora in tempo per approvare l'accordo ma - ha avvertito Barnier - ogni ora che passa complica il tutto. Il secondo scenario è di spingere l'intesa verso la fine dell'anno. La conseguenza sarebbe un mini no deal: l'accordo sarebbe raggiunto prima del 31 dicembre, ma il Parlamento europeo non si troverebbe nelle condizioni di ratificarlo in tempo. L'1 gennaio il Regno Unito uscirebbe dal mercato unico e dall'unione doganale con un breve periodo di “no deal”, ha spiegato Barnier. Il terzo scenario è quello di un “no deal” vero e proprio, con un periodo più lungo di stallo. In quel caso Barnier ha proposto che le porte restino aperte per proseguire le discussioni, ma con un formato negoziale diverso.

Il dizionario dell'indice di probabilità di un deal - Alla fine di un negoziato tanto controverso e cruciale quanto la Brexit, ogni singola parola viene analizzata e scrutata per capire quali siano le possibilità di un esito positivo. Un esempio è la dichiarazione congiunta pubblicata domenica da von der Leyen e Johnson: le espressioni "conversazione utile" e "il miglio extra" hanno alimentato le letture ottimistiche sull'andamento dei negoziati, anche se Downing Street cercava di minimizzare le aspettative. Ieri è stato Downing Street a lasciarsi andare a parole che sono state interpretati come positive. Se negli scorsi giorni aveva definito il "no deal" come "una forte possibilità" o "molto probabile", ora la nuova formula è che un "no deal" è "un esito potenziale" o "possibile". Non è una svolta, ma i giornalisti più attenti hanno subito notato il declassamento del “no deal” da "molto probabile" a “possibile".

Cetrioli e pomodori olandesi non valgono un bad deal - Il ministro degli Esteri olandese, Stef Blok, ha spiegato che il suo paese non accetterà un brutto accordo con il Regno Unito solo per esportare pomodori e cetrioli che finiscono nei sandwich inglesi. “I Paesi Bassi è uno dei più grandi partner commerciali del Regno Unito. I cetrioli e i pomodori che mettono nei loro sandwich sono coltivati nei Paesi Bassi”, ci ha detto Blok. Ma “se dovessi accettare richieste per far entrare imprese britanniche senza level playing field, danneggerei gli interessi delle imprese e dei consumatori olandesi”. Sulla concorrenza leale “non possiamo fare compromessi”, ha detto Blok.

Il Patto sui migranti è su un binario morto - La presidenza tedesca dell'Ue ieri ha rivendicato di aver rimesso “il treno sui binari” dopo una riunione dei ministri dell'Interno sulla proposta di nuovo Patto su migrazione e asilo della Commissione. Ma il binario rischia di essere quello morto. Gli unici progressi registrati sono su questioni non controverse come maggiore sicurezza alle frontiere esterne, più coordinamento sui rimpatri e accordi con paesi di origine e transito. La verità è che l'Ue  è spaccata in tre gruppi. I paesi dell'est non vogliono accettare forme di solidarietà che includano la ridistribuzione obbligatoria di richiedenti asilo. I paesi del Nord vogliono porre fine ai movimenti secondari di migranti dai paesi di primo ingresso. Italia, Spagna, Grecia e Malta rifiutano di vedersi imporre grandi campi chiusi come quelli sulle isole greche. In un editoriale il Foglio spiega che sui migranti un accordo tra nord e sud è possibile, ma con l'est non si può ragionare, salvo decidere a maggioranza la riforma di Dublino come prevede il trattato.

La filosofia del Digital Service Act secondo Breton - La proposta del Digital Service Act e del Digital Market Act servirà a “regolamentare e organizzare il nostro spazio digitale” per il futuro, ha detto ieri il commissario al Mercato interno, Thierry Breton, in un'intervista a France Inter. “L'ultima regolamentazione risale al 2000 quando nessuna delle grandi piattaforme che oggi lo strutturano esisteva”, ha spiegato Breton. La “filosofia” dei due provvedimenti: “tutto ciò che è autorizzato nello spazio fisico deve esserlo nello spazio online (...). Tutto ciò che è vietato e che costituisce elementi del nostro vivere insieme sarà vietato nello spazio online”, ha detto Breton.

Breton vuole il potere di smantellare le piattaforme - Breton vuole potere avere la possibilità di smantellare i giganti del digitale come strumento di ultima istanza se le piattaforme sistemiche non rispetteranno le nuove regole dell'Ue. L'Europa “sarà il primo continente del pianeta a avere regole per evitare gli abusi di posizione dominante”, ha spiegato Breton a France Inter. “Finora le regole della concorrenza si applicavano ex post. Dopo che si era constatato un abuso ci volevano anni, 4 o 5 anni con i ricorsi, e nel mondo digitale 5 anni sono un'eternità”, ha detto Breton. Con il Digital Market Act “avremo delle regole ex ante. Per entrare nel nostro mercato interno, quando si è un gatekeeper o una piattaforma sistemica, si dovranno rispettare delle regole estremamente strette”. Il ruolo della Commissione non sarà “di smantellare”, ma se le regole non saranno rispettate dalle piattaforme in modo ripetuto, “in ultima istanza si potrà andare fino allo smantellamento”, ha detto Breton. Negli scorsi mesi, la vicepresidente Margrethe Vestager, che condivide con Breton la responsabilità del Digitale si era detta contraria alla separazione strutturale delle piattaforme.

Come si vaccina l'Ue? - In un articolo sul Foglio, Micol Flammini spiega come funzionano le campagne di vaccinazione nell'Unione europea. La Commissione di Ursula von der Leyen ha stipulato i contratti e ha inviato linee guida alle capitali dei 27 il 15 ottobre. Ma ora l'organizzazione, le liste dei vaccinati e la lotta agli scettici spettano ai governi nazionali. La Germania è avanti anni luce.

Gli europei richiudono, l'Ue rilancia Re-open EU - Mentre la Germania, i Paesi Bassi e altri stati membri hanno dato un nuovo giro di vite ai loro lockdown contro il Covid-19, ieri la Commissione ha lanciato la App mobile di Re-open EU, il sistema digitale che fornisce aggiornamenti regolari sulle misure sanitarie e di viaggio degli stati membri per cercare di facilitare la libera circolazione delle persone. Re-open EU finora era solo una piattaforma web. Da metà giugno è stata visitata circa 8 milioni di volte. Secondo la Commissione, gli utenti possono ottenere le informazioni sulle misure di quarantena nazionale, gli obblighi di test, le app di contact tracing, oltre alle restrizioni imposte nell'ambito dei lockdown. Abbiamo fatto la prova. Sulle restrizioni per i viaggi, Re-open EU spesso rinvia verso i siti dei governi nazionali perché le misure sono troppo complicate e le informazioni spesso carenti.
 

La straordinaria inchiesta di Bellingcat sull'avvelenamento di Navalny - Sul Foglio Daniele Raineri racconta la grandissima inchiesta di Bellingcat, condotta assieme a Cnn e Spiegel, sull'avvelenamento del leader dell'opposizione russa, Alexei Navalny. Sono venuti fuori i nomi degli agenti dell'Fsb responsabili dell'avvelenamento e, soprattutto, che era da quattro anni che tentavano di ucciderlo. Qui l'articolo originale di Bellingcat.


Domani il premio Sakharov all'opposizione in Bielorussia - Il Parlamento europeo questa settimana consegnerà il premio Sakharov per la libertà di pensiero all'opposizione bielorussa. In un editoriale, il Foglio sottolinea che in Bielorussia le proteste vanno avanti nonostante tutto, pacifiche e ostinate contro la violenza anche a tre gradi sotto zero. La leader dell'opposizione Svjatlana Tikhanovskaya è convinta che la strategia delle pressione porterà alla vittoria, forse in primavera.

La dottrina Borrell - Il Grand Continent ha ospitato un lungo intervento dell'Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell. La pubblichiamo oggi sul Foglio in esclusiva per l'Italia.

L'Ue e l'inchiostro per tatuaggi sicuri - La Commissione europea ieri ha adottato nuove restrizioni nella legislazione sui prodotti chimici dell'Ue per evitare prodotti pericolosi nei mix utilizzati negli inchiostri per tatuaggi e per trucco permanente. Le nuove regole prevedono limiti di concentrazione massimi sia per gruppi di sostanza sia per sostanza individuali come alcuni coloranti azoici e ammine aromatiche cancerogene, idrocarburi policiclici aromatici, metalli e metanolo. Attualmente gli stati membri dell'Ue hanno regole nazionali diverse sulle restrizioni di prodotti chimici negli inchiostri per tatuaggi. Le nuove regole saranno applicabili dopo una fase di transizione di 12 mesi.

 

Accade oggi in Europa

- Consiglio Agricoltura e pesca

- Commissione: riunione del collegio dei commissari e adozione del Digital service act

- Parlamento europeo: sessione plenaria; votazione sul regolamento di React-Eu

- Parlamento europeo: il presidente Sassoli incontra il ministro tedesco per gli Affari europei Michael Roth

- Commissione: visita del segretario generale della Nato Stoltenberg

- Commissione: la presidente von der Leyen incontra il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus

- Consiglio europeo: il presidente Michel incontra il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus

- Commissione: il vicepresidente Šefčovič incontra in videoconferenza l'Ad di Enel Francesco Starace

- Eurostat: dati sulle offerte di lavoro del terzo trimestre; dati su Pil e consumi pro-capite del 2019

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