
Euporn - il lato sexy dell'europa
Lasciare l'Unione europea non è una buona idea
Sei anni fa gli inglesi votarono per la Brexit. Com’è che è andato tutto così male in così poco tempo? I dati di un errore e i suoi paradossi
Sei anni fa gli inglesi hanno votato a favore della Brexit, due anni fa l’accordo sul divorzio tra Regno Unito e Unione europea è stato trovato, firmato e approvato, e oggi ci ritroviamo a chiederci: com’è che è andato tutto così storto in così poco tempo? E no, non è una domanda del 48 per cento che nel 2016 votò perché il Regno Unito restasse dentro l’Ue, non è la solita lagna di chi non era a favore del divorzio allora e ancora non se n’è fatto una ragione oggi. Anzi, se c’è una cosa che gli inglesi tutti (pure gli europei, ma con più fatica) hanno cercato di fare in questi sei anni è stato proprio: accettare. Accettare che la decisione del referendum, per quanto affrettata e fantasiosa, era stata presa e che quindi il compito dei leader del paese fosse quello di farla funzionare. E’ che la Brexit non funziona. Per ragioni che hanno a che fare con la leggerezza con cui si è pensato di poter abbandonare una comunità che assomiglia a una famiglia senza pagare un prezzo alto, ma anche con delle fragilità strutturali del Regno Unito che da almeno un decennio sono state ignorate dalla leadership inglese. Il governo di Boris Johnson che ha vinto le elezioni con lo slogan “Brexit done” e che ha siglato l’accordo con l’Ue sulla separazione dice che la pandemia e la guerra hanno pesato e pesano molto di più sul Regno rispetto alla Brexit, ma neppure lui trova un numerello, un indicatore che gli dia ragione: deve ricorrere all’ispirazione della globalizzazione imperialista per parlare di futuro. O dare la colpa agli anti Brexit che boicottano il progetto. Ma converrete anche voi che oggi, con l’invasione di Putin in Ucraina, la crisi energetica, la crisi alimentare e uno dei più partecipati scioperi nel Regno, quello dei treni e delle metropolitane, pare di essere ripiombati agli anni Settanta e Ottanta, altro che futuro e promesse di prosperità. E non è un caso che proprio in quegli anni il reticente e insulare regno inglese avesse deciso di gettarsi tra le braccia della comunità europea: forse già allora molti pensavano che non sarebbe durata per sempre, ma che potesse andare tanto male non se lo auguravano nemmeno gli euroscettici. Che cosa è successo allora?
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