Lo schiaffo di Israele alla commissione Onu che indaga sul 7 ottobre

Da parte di Tel Aviv c'è un "attivo ostacolo ai nostri sforzi per ottenere prove da testimoni", dice Chris Sidoti, che indaga su mandato delle Nazioni Unite sull'attacco di Hamas. La dura risposta dei diplomatici israeliani

Chi fa da sè fa per tre. O meglio: se chi indaga su un crimine del quale sei stato vittima ha un comprovato pregiudizio nei tuoi confronti, forse è meglio se l'indagine te la fai da solo. È questo, in parole povere, il discreto sberlone che Israele ha dato oggi all'Onu. Martedì 16 apirle infatti la commissione d'inchiesta che indaga su mandato delle Nazioni Unite sulle violazioni del diritto internazionale nell'attacco di Hamas del 7 ottobre ha accusato Israele di ostacolare i suoi sforzi per raccogliere prove. "Per quanto riguarda il governo israeliano, non solo abbiamo assistito a una mancanza di cooperazione, ma anche a un'attiva ostruzione dei nostri sforzi per ottenere prove da testimoni e vittime israeliane degli eventi accaduti nel sud di Israele", ha detto Chris Sidoti, uno dei tre membri della commissione d'inchiesta. 

La risposta della missione diplomatica israeliana a Ginevra non si è fatta attendere. Secondo Israele i rappresentanti delle Nazioni Unite e di altre istituzioni hanno potuto incontrare sopravvissuti e vittime nel paese. Ma i diplomatici israeliani hanno anche spiegato che Tel Aviv sta conducendo le proprie indagini in autonomia. Le vittime, hanno aggiunto, "non otterranno mai giustizia o il trattamento dignitoso che meritano da parte della Commissione d'inchiesta e dei suoi membri", che hanno "un lungo curriculum di dichiarazioni antisemite e anti-israeliane".

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