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Tajani e Wang Wentao insieme in Italia. Storia di una relazione complicata

Giulia Pompili

Il ministro degli Esteri italiano e quello del Commercio cinese si vedono a Venezia (per Marco Polo) e poi a Verona per il business forum. Mentre l'Ue cerca di riequilibrare i rapporti commerciali con Pechino e l'Italia ospita il G7

Inizia oggi ufficialmente la visita in Italia della delegazione di alto livello guidata dal ministro del Commercio della Repubblica popolare cinese, Wang Wentao. E’ la prima visita di alto livello dopo la comunicazione del governo di Roma dell’uscita dell’Italia (primo paese al mondo a farlo) dal progetto strategico di Pechino chiamato Via della Seta.

Come primo appuntamento, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a mezzogiorno accoglie Wang all’Università Ca’ Foscari per l’evento “Marco Polo, un Ponte tra Europa e Cina. Il Passato che ispira il Futuro”, un evento celebrativo in occasione dei 700 anni dalla morte del personaggio-simbolo dell’amicizia fra Roma e Pechino, che insieme alla figura di Matteo Ricci è spesso usato dalla retorica politica cinese.

Poi Tajani e Wang, e tutta la delegazione cinese fra cui anche rappresentanti dei principali colossi dell’auto elettrica cinese, si sposteranno a Verona, dove nel tardo pomeriggio ci sarà la quindicesima riunione della “Commissione Economica Mista Italia-Cina (CEM)”, e poi, domani, il grande evento del business: il Forum di Dialogo Imprenditoriale – che secondo le parole di Tajani ha l’obiettivo di “favorire il dialogo e la cooperazione in settori prioritari come l’agroindustria, l’ecommerce, gli investimenti, il farmaceutico  e il biomedicale”.

Per la Farnesina si tratta di un evento che inaugurerà “una nuova fase” dei rapporti fra Italia e Cina, ma si avvertono alcuni dubbi sulla strategia del governo Meloni. Prima di arrivare in Italia, la delegazione guidata da Wang è stata in Francia, dove l’accoglienza è stata meno festosa: Franck Riester, ministro del Commercio francese, ha sostenuto con Wang la necessità di riequilibrare i rapporti commerciali. Fra poco più di un mese è prevista la visita del leader Xi Jinping a Parigi, in occasione del 60° anniversario delle relazioni bilaterali.

Due giorni fa il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, durante l’incontro trilaterale con il suo omologo tedesco Robert Habeck e quello italiano, Adolfo Urso, ha cercato di convincere i partner europei di essere più duri con la Cina nel settore commerciale: “Dobbiamo mostrare i denti agli avversari economici che non ci faranno alcun favore”, ha detto Le Maire, come riportato da Politico. Nelle stesse ore la commissaria alla competitività Margrethe Vestager, in un discorso a Princeton durante la sua missione in America aveva annunciato l’apertura di una nuova indagine sui sussidi ricevuti dai fornitori cinesi di turbine destinate ad alcuni parchi eolici europei – la terza, dopo quella sulle auto elettriche e sui pannelli solari.

 

L’Italia poi si trova in una posizione particolarmente scomoda: presidente di turno del G7, il forum del business con i vertici di Pechino arriva soltanto una settimana prima della riunione ministeriale dei ministri degli Esteri, presieduta proprio da Tajani, che inizia il 17 aprile prossimo a Capri.

 

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.