Trade war

Pechino cerca alleati (di business) in Europa. Li trova a Roma

Giulia Pompili

Oggi a Lovanio il sesto Trade and Technology Council tra Unione europea e Stati Uniti cercherà un modo per indipendentizzarsi dalla Cina. Alla Farnesina Tajani presenta il suo Business Forum. La missione del ministro del Commercio Wang Wentao a Verona e Parigi e il tentativo di mettersi in mezzo al G7: la stretta di mano fra l'ambasciatore Jia Guide e Belloni (sherpa)

Telefonate, visite, lobby e fotografie con strette di mano a favore di propaganda. La Cina in piena crisi economica e d’immagine prova l’offensiva su alcuni governi europei, ma per ora ci riesce solo con l’Italia, nello scomodo ruolo di presidente di turno del G7, e con l’amico ungherese Viktor Orbán. Oggi però l’attenzione dei funzionari di Pechino è a trenta chilometri da Bruxelles, nella città medievale di Lovanio, dove si apre il sesto Trade and Technology Council (Ttc) tra Unione europea e Stati Uniti, un dialogo istituito tre anni fa dalla commissaria europea Ursula von der Leyen e dal presidente americano Joe Biden. Non è un vertice di basso profilo: all’incontro partecipano i commissari europei Margrethe Vestager (concorrenza), Valdis Dombrovskis (commercio) e Thierry Breton (mercato), e per la parte americana ci sarà il segretario di stato Antony Blinken, la segretaria al Commercio Gina Raimondo e la rappresentante per il Commercio Katherine Tai.  Bruxelles e Washington vogliono rafforzare la cooperazione transatlantica soprattutto nel settore tecnologico e nelle materie prime cruciali per la catena di approvvigionamento, e l’obiettivo è soprattutto quello di rendere Europa e America il più indipendenti possibile dalla Repubblica popolare cinese. Il sesto Ttc – ritenuto dagli osservatori importante soprattutto perché sarà l’ultimo con questa Commissione europea e forse anche l’ultimo dell’Amministrazione Biden, a seconda di come andranno le elezioni di novembre – arriva il giorno dopo un’altra notizia che ha allarmato la leadership cinese, perché ieri la Commissione ha annunciato l’apertura di due indagini sui produttori cinesi di pannelli solari, che avrebbero beneficiato eccessivamente di sussidi statali distorcendo il mercato europeo. Il regolamento Ue sulle sovvenzioni estere è attivo dal luglio dello scorso anno, e finora ha aperto tre indagini: tutte sulla Cina. 

 

Il ministro del commercio cinese Wang Wentao (LaPresse)

   
“Le persone come me sono cresciute con questa idea: se qualcuno ti manda beni a basso costo, tu mandagli un biglietto di ringraziamento. E’ quello che dice l’economia standard”, ha detto ieri al Wall Street Journal Janet Yellen, segretaria al Tesoro americano da sempre considerata  dialogante con la Cina, che in settimana dovrebbe arrivare a Pechino per una missione molto attesa: “Oggi non direi mai più: mandagli un biglietto di ringraziamento”. L’aria è cambiata, la consapevolezza è diversa sulla Cina di Xi Jinping e il suo autoritarismo, e il commercio globale usato come mezzo d’influenza, piegato a politiche autoritarie e repressive. La telefonata fra Biden e Xi serve a mantenere aperto il dialogo e la diplomazia, ma concretamente l’occidente, e perfino l’Europa, sta prendendo posizione. La leadership cinese allora cerca di insinuarsi in questa rinnovata consapevolezza, soprattutto europea, muovendosi sul piano dei governi degli stati membri. 

 

L'incontro fra l'ambasciatore cinese Jia Guide e la sherpa G7 di Palazzo Chigi, Elisabetta Belloni, che è anche direttrice generale del Dis 

   
Il leader Xi è atteso a Parigi all’inizio di maggio, per una visita diplomatica di prassi: l’Eliseo ha già fatto sapere che non ci saranno ad attenderlo i tappeti rossi come nel 2019. Domenica in Francia è però atteso il ministro del Commercio di Pechino Wang Wentao, che poi si sposterà a Verona, a un Italia-Cina business Forum annunciato da Antonio Tajani che si apre giovedì 11. Al seguito di Wang ci saranno diversi rappresentanti delle industrie cinesi, anche quelli di Byd, Saic e Geely, colossi dell’auto elettrica sotto indagine a Bruxelles per sussidi statali sleali. Alla Farnesina l’aria però è molto diversa sia da Parigi sia da Bruxelles: oggi Tajani presenta la “Commissione Economica Mista Italia-Cina”, che era stata istituita dal partenariato strategico con Pechino di berlusconiana memoria, e il business forum di Verona al quale interverranno “rappresentanti dell’Ice, di Confindustria, di esponenti del polo per l’internazionalizzazione (come Cdp) e di una qualificata selezione di aziende italiane e cinesi”. Tutti a Verona, dove neanche un mese fa si è tenuta una ministeriale del G7 sull’industria. E l’offensiva diplomatica cinese punta a quello, a mettersi fra l’Italia e il G7: non a caso, la scorsa settimana l’ambasciatore cinese in Italia, Jia Guide, ha incontrato la direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, Elisabetta Belloni, ma nel suo ruolo di sherpa di Palazzo Chigi per il G7. 

  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.