in giappone

L'ossessione asiatica per gli integratori alimentari

Priscilla Ruggiero

In Giappone è scoppiato un caso sui prodotti a base di beni koji, un riso rosso fermentato, dopo la morte di quattro persone e centinaia ricoverate: la causa potrebbe derivare dal processo di fermentazione. In Unione europea sono stati stabiliti valori standard già nel 2014

Negli ultimi giorni in Giappone sono stati registrati almeno quattro morti e oltre cento ricoveri ospedalieri per l'assunzione di un integratore alimentare per abbassare il colesterolo a base di “beni koji”, un riso rosso fermentato. Si dice che il beni koji  aiuti a ridurre i livelli di colesterolo cattivo nel sangue, ma viene tradizionalmente utilizzato in paesi come in Cina, Taiwan e Giappone per il condimento, la colorazione - grazie alla sua caratteristica tonalità rossa -  la conservazione degli alimenti e anche p er la produzione del vino di riso.

 

 

Ieri le autorità giapponesi hanno ordinato il ritiro a livello nazionale di tre integratori, il “beni koji choleste help” e due integratori dal nome simile prodotti dalla Kobayashi Pharmaceutical con sede a Osaka: l'azienda  ha riferito che due dei decessi  assumevano le pillole dal 2021, quando il prodotto è stato lanciato, e uno ha iniziato la routine all'inizio del 2022: sono morte per problemi renali. I problemi di salute sembrano concentrati tra chi ha ingerito gli integratori prodotti dopo settembre, e i sintomi comunemente riportati includono gonfiore, affaticamento e ridotta funzionalità renale.

 

La Kobayashi Pharmaceutical ha affermato di aver fornito il prodotto a circa altre 50 aziende in Giappone e due a Taiwan,  le vendite online sono state sospese in Cina e ritirate dalla circolazione a Taiwan: nel 2023 sono state vendute 16,1 tonnellate di beni kōji, di cui 6,9 tonnellate sono state utilizzate in integratori e altri articoli. L'azienda sospetta che una parte di quelle 6,9 ​​tonnellate possa contenere una sostanza nociva.  Il problema è così esteso che oggi ha commentato l'accaduto durante una commissione parlamentare anche il primo ministro giapponese, Fumio Kishida: "Dobbiamo chiarire la causa e considerare tutte le possibili misure necessarie", ha detto.

 

Il beni koji è un riso fermentato con monascus purpureus, una   muffa rosso-viola e secondo alcuni scienziati la causa potrebbe derivare proprio dal processo di fermentazione, che può produrre livelli pericolosi di citrinina, una tossina che causa disfunzioni renali. Un'indagine preliminare condotta dall'azienda aveva rilevato sostanze “non previste” in alcuni dei materiali utilizzati nel processo di produzione, ma non ha rilevato la presenza di citrinina. I problemi di salute causati da integratori contenenti beni koji non sono nuovi: già nel 2014 alcune segnalazioni hanno  portato l'Unione Europea a stabilire valori standard per la citrinina creata dalle muffe negli integratori, in Francia, le persone sono invitate a consultare un medico prima di consumare prodotti a base di beni koji e in Svizzera è vietata la vendita di alimenti e medicinali che lo contengono.

 

Ora le morti in Giappone stanno suscitando  preoccupazione in molti paesi asiatici, dove gli integratori  sono sempre più popolari. Molti rapporti scientifici hanno ampiamente accertato come la contaminazione batterica e fungina negli integratori alimentari non sia affatto rara.  Nel 2021 Pieter Cohen, medico della Cambridge Health Alliance, ha pubblicato un articolo sugli integratori alimentari che contengono ingredienti proibiti o non elencati: quasi la metà delle marche analizzate contenevano uno stimolante proibito. "Quando acquisti un integratore alimentare, probabilmente presumi che ciò che c'è sull'etichetta sia ciò che c'è nella pillola. Ma questa ipotesi non sempre regge", ha affermato Cohen. 

 

 

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