Valérie Hayer (foto Ap, via LaPresse) 

in Europa

I liberali europei dettano le loro condizioni per le elezioni europee

David Carretta

Tre Spitzenkandidat e una linea rossa: “Non ci siederemo al tavolo dei negoziati con l’Ecr”. I commenti su Giorgia Meloni

Bruxelles. Nel giorno del lancio della sua campagna elettorale, i liberali di Renew hanno fissato condizioni molto alte agli altri partiti europeisti per formare una maggioranza maggioranza nel prossimo Parlamento europeo. A prescindere dalla conferma o meno di Ursula von der Leyen come presidente della Commissione per altri cinque anni. “Saremo la forza centrale e di equilibrio” di una coalizione europeista, ha detto ieri la francese Valérie Hayer, capogruppo di Renew e volto della campagna elettorale della famiglia liberale insieme all’italiano Sandro Gozi e alla tedesca Marie-Agnes Strack-Zimmerman. Renew ha una “linea rossa” assoluta, ha avvertito Hayer: “Non ci siederemo al tavolo dei negoziati con l’Ecr”. Nessuna collaborazione attiva con il gruppo dei sovranisti dei Conservatori e riformisti europei (Ecr), oltre che quello di estrema destra di Identità e democrazia (Id) di cui fanno parte la Lega di Matteo Salvini e il Rassemblement National di Marine Le Pen. Nell’Ecr ci sono partiti dell’estrema destra identitaria, come i francesi di Reconquête o gli spagnoli di Vox. Ma il pilastro principale dell’Ecr nella prossima legislatura sarà Fratelli d’Italia. Secondo Hayer, anche al partito di Giorgia Meloni va applicato il cosiddetto “cordone sanitario”. Se von der Leyen non ha escluso una collaborazione con Meloni, che nell’Ue molti considerano come una sovranista pragmatica, dentro Renew il giudizio è diverso. “Giorgia Meloni è sicuramente di estrema destra. Ha ripulito la sua immagine. Aveva promesso il blocco navale e ora chiede aiuto all’Ue perché si è resa conto che non può fare altrimenti. Ma sui princìpi e suoi valori fondamentali è chiaramente estrema destra”, ha detto Hayer. 

Renew è una creatura particolare. Non è un partito europeo, ma una piattaforma con tre componenti. C’è l’Alleanza dei democratici e liberali europei (Alde), la tradizionale famiglia dei partiti liberali, in particolare del nord Europa. C’è il Partito democratico europeo, presieduto dal francese François Bayrou, che fu inventato nel 2004 insieme agli italiani della Margherita per facilitare la loro fuoriuscita dal Ppe. Ci sono infine i francesi di Renaissance, il partito di Emmanuel Macron, che hanno permesso alla famiglia liberale di vivere una seconda giovinezza nel 2019. Cinque anni fa Renew fu la grande sorpresa che, con i Verdi, aveva fermato lo tsunami euroscettico annunciato dai sondaggi. Nel 2024 l’effetto rinnovamento è passato. Secondo le ultime proiezioni di Europe Elects, Renew potrebbe passare da 102 a 82 deputati, slittando dietro a Id (92) e all’Ecr (83). Ma non per questo conterà di meno. In una maggioranza europeista “gli altri hanno bisogno di noi”, assicura Hayer. E “non ci saranno assegni in bianco a von der Leyen”. Sulla riconferma della presidente della Commissione, Macron non ha ancora mostrato le sue carte. Matteo Renzi ha annunciato che chiederà di votare contro von der Leyem. “Meno von der Leyer, più libertà”, è lo slogan del tedesco Christian Lindner. 

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