Verso le europee 2024

"Mario Draghi è un perfetto presidente del Consiglio europeo", dice l'ex commissaria Hübner (Ppe)

Pietro Guastamacchia

L'ex presidente della Banca centrale europea "scommette sull'Europa, non rappresenta interessi di parte", dice al Foglio la funzionaria. Le parole arrivano dopo l'endorsement di Politico

Bruxelles. “Mario Draghi sarebbe un presidente del Consiglio Ue pragmatico e credibile non solo per il Sud Europa ma anche per il Nord e per l’Est”. Lo spiega al Foglio l’ex Commissaria Ue alla Coesione, Danuta Hübner, oggi eurodeputata di Piattaforma Civica il partito dei popolari polacchi che da poco ha sconfitto il sovranista di Morawiecki portando al governo a Varsavia proprio l’ex presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Le parole di Hübner, che è stata una delle donne chiave per l’ingresso della Polonia in Ue, arrivano mentre il nome di Mario Draghi infatti è tornato a circolare prepotentemente nei giorni scorsi a Bruxelles dopo un endorsement del sito d’informazione di Axel-Springer, Politico, che lo ha descritto come un candidato ideale alla guida del Consiglio europeo. Assist che ha riaperto il dibattito sul possibile prossimo ruolo a Bruxelles dell’ex premier italiano ed ex presidente della Banca centrale europea.
 

“Mario Draghi potrebbe essere un’ottima scelta come presidente del Consiglio europeo”, spiega Hübner che lo conobbe quando ancora era parte della Commissione Barroso mentre Draghi sedeva al comando della Banca d’Italia. Ma più che il suo ruolo a Roma è chiaramente l’operato alla testa della Bce che, stando all’eurodeputata, ha fissato l’immagine di Super Mario nella memoria di “coloro che ricordano la sua profonda comprensione della sua sfida e delle conseguenze a breve e lungo termine in tempi drammaticamente difficili in cui era in gioco il futuro della moneta unica. Draghi ha avuto il coraggio di allontanarsi dai tabù politici ed  è stato fondamentale per la sopravvivenza dell’euro”.
 

Il whatever it takes dunque continua a far battere i cuori a Bruxelles ma quel che piace di Draghi in un’Europa sempre più partigiana dove le cordate dei partiti occupano tutte le posizioni apicali, è che “Draghi scommette sull’Europa, non rappresenta interessi di parte”, aggiunge l’ex commissaria, elemento non da poco davanti a un Parlamento europeo che a partire da giugno potrebbe trovarsi davanti a maggioranze sempre più incerte.
 

Nella sua funziona attuale di superconsulente Ue, incaricato dalla Commissione di redigere un rapporto sulla competitività Draghi “sta guardando avanti con una prospettiva strategica, una rarità, i politici raramente guardano avanti, spesso il loro orizzonte preferito è quello delle prossime elezioni”, commenta Hübner che sedeva nella seduta a porte chiuse a Strasburgo a febbraio quando l’ex premier presentò quella che a molti sembrò la sua agenda per l’Ue. Rapporti e agende che Hübner conosce bene, fu lei infatti che da Commissaria affido un rapporto sulla riforma della politica di coesione a un altro italiano, Fabrizio Barca, che mise in campo un testo che spinse la trasformazione della politica di Coesione in quella cruciale cinghia di trasmissione tra Commissione e territori che è oggi.
 

A Draghi potrebbe andare quindi il ruolo di addomesticatore dell’istituzione tradizionalmente più conservatrice d’Europa “potrebbe essere un perfetto leader per il Consiglio europeo e potrebbe portare i leader nazionali verso un buon compromesso che non sia sempre e per forza il minimo comune denominatore”, spiega l’ex commissaria, “Draghi comprende e apprezza la rilevanza delle soluzioni europee e il funzionamento delle istituzioni europee. Per lui il Consiglio europeo è più di uno spazio politico che riassume interessi e risorse nazionali. Se mai si dovesse verificare questa ipotesi, saprà fare cosa è bene per l’Europa”.

 

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