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Dopo il 7 ottobre

Le minacce di morte alla fumettista Corinne Rey per una vignetta sull'ipocrisia di Hamas

Mauro Zanon

“Sei una creatura vile, spaventosamente sottomessa ai tuoi padroni sionisti. Vai a farti fottere". La vignettista sopravvissuta alla strage di Charlie Hebdo è vittima di un'ondata d'odio per aver denunciato - con una vignetta - la carestia a Gaza di cui Hamas è responsabile 

Parigi. “Ti auguro il peggio nella vita, ignobile personaggio. Avrebbero dovuto liquidarti il 7 gennaio”. E ancora: “Sei una creatura vile, spaventosamente sottomessa ai tuoi padroni sionisti. Vai a farti fottere, puttana”. E c’è chi le augura letteralmente di essere “schiacciata da un’auto”, di subire un altro attentato, ma questa volta letale. Corinne Rey, alias Coco, vignettista del quotidiano francese Libération sopravvissuta alla strage di Charlie Hebdo del 7 gennaio 2015 (con i kalashnikov dei fratelli Kouachi puntati in faccia, fu costretta a  immettere il codice numerico che aprì la porta dell’edificio dove si trovava il giornale satirico e ad assistere all’assassinio di Wolinski, Cabu e degli altri suoi colleghi), è vittima di un’ondata di odio e minacce di morte a causa di una caricatura pubblicata lunedì mattina sul giornale per cui lavora oggi, che aveva come tema la denuncia della carestia a Gaza e dei terroristi islamisti di Hamas.

Nel disegno in bianco nero, intitolato “Ramadan a Gaza”, un palestinese scheletrico, tra le macerie, insegue dei ratti (con l’intento di mangiarli), ma una donna col velo integrale, accanto al suo bambino, lo ferma e lo ammonisce: “Non prima del tramonto”. Il riferimento è al Ramadan iniziato lunedì nella Striscia di Gaza senza alcun cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Ma la pubblicazione della vignetta, all’insegna del “Free Gaza from Hamas”, ha scatenato numerose reazioni indignate e violente sui social network. Alcuni hanno accusato Coco di associare gli “arabi ai ratti” e di “farsi beffa dei bambini che muoiono di fame”, altri le augurano di essere vittima di un “Bataclan”, dal nome della sala concerti che nel novembre 2015 fu teatro di un attentato che provocò 90 morti. “Piccolo florilegio (veramente piccolo, eh) di sciocchezze, minacce e messaggi antisemiti ricevuti in seguito al disegno pubblicato ieri su Libé. Un disegno (di cui mi assumo la piena responsabilità!) che sottolinea la disperazione dei palestinesi, denuncia la carestia a Gaza e si fa beffa dell’assurdità della religione”, ha reagito su X, l’ex Twitter, Coco. Oltre alle minacce di morte, in francese e in inglese, da parte di centinaia di utenti sui social network, la vignettista di Libé ha dovuto incassare anche i rimproveri di diversi rappresentanti della France insoumise, il partito della sinistra radicale guidato da Jean-Luc Mélenchon, che, dall’inizio del conflitto, non ha mai condannato apertamente Hamas. “È semplicemente disgustoso. E non venite a piangere sulla libertà di espressione. Ce l’avete. Ma quando la utilizzate in maniera inappropriata, non stupitevi se la gente ve lo dice”, ha attaccato Sarah Legrain, deputata Lfi nella circoscrizione di Parigi. “Non avrete il nostro odio, ma ve lo meritate”, ha commentato Sophia Chikirou, deputata vedette della sinistra mélenchonista (il riferimento di Chikirou è al libro del giornalista Antoine Leiris, “Vous n’aurez pas ma haine”, rivolto ai terroristi del Bataclan che, tra le 90 persone uccise il 13 novembre 2015, hanno strappato la vita anche a sua moglie). 


Il deputato Lfi, Carlos Martens Bilongo, ha reagito su X con una parola: “Honteux!”, vergognoso. Fortunatamente, a sinistra, c’è anche chi si rifiuta di esacerbare le tensioni. Come il leader del Partito comunista francese, Fabien Roussel, che ha manifestato il suo “totale sostegno” a Coco. “Per sempre accanto a te, accanto a Charlie”, ha scritto. La vignettista, che ha raggiunto Libé nel 2021, ha ricevuto subito la solidarietà del suo direttore. “Condanniamo e denunciamo con forza questa valanga di minacce, insulti e intimidazioni, tra i quali figurano alcune minacce di morte che prendiamo molto sul serio”, ha dichiarato all’Afp Dov Alfon, direttore di Libération. Ieri, sull’edizione cartacea del quotidiano progressista, è stato pubblicato un comunicato di “sostegno e   solidarietà” verso Coco, che ha soltanto messo in luce una verità considerata scomoda per una certa opinione pubblica: le prime vittime dei terroristi di Hamas sono i palestinesi.