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Editoriali

Putin non ha rinunciato al Mar Nero

Redazione

Il cambio ai vertici della Marina russa dimostra che il Cremlino vuole riprendersi il Mar nero: l'ammiraglio Moiseev in quelle acque è di casa

La flotta russa nel Mar Nero, il mare di guerra che lambisce Russia, Ucraina, Romania, Bulgaria, Turchia e Georgia, si è ridotta del 20 per cento perché gli ucraini, pur non avendo una flotta, hanno colpito le navi da guerra russe: un tempo le imbarcazioni minacciose si vedevano dalla costa, adesso stanno a distanza perché sanno che possono essere colpite e l’orizzonte è sgombro da profili minacciosi. Sono mesi che gli attacchi vanno a segno, servono a proteggere non soltanto l’Ucraina ma anche i commerci nel Mar Nero e le esportazioni di grano e metalli, che sono importanti per l’economia di Kyiv e per il mondo.

La scorsa settimana è stata colpita un’altra nave, la Sergei Kotov, e il giorno dopo il sito Fontanka e il quotidiano Izvestia comunicavano che Vladimir Putin aveva deciso di sostituire il comandante della Marina, al posto dell’ammiraglio Nikolai Yevmenov è stato nominato Aleksandr Moiseev, che fino al 2019 era comandante proprio della flotta del Mar Nero e le azioni aggressive nello stretto di Kerch fino ad allora sono avvenute  sotto la sua regia, adesso il Cremlino se ne è ricordato.

Non è la prima volta che Putin fa cambiamenti ai vertici, ma a quanto pare destano meno scalpore delle decisioni ucraine: se Zelensky cambia un capo dell’esercito è a rischio la tenuta del suo governo, se lo fa Putin nulla è a rischio. Il Cremlino vuole riprendersi il Mar Nero con un ammiraglio che ha organizzato le prime azioni illegali nelle acque condivise, sparando contro a imbarcazioni ucraine, cercando di paralizzare i commerci di Kyiv già prima del 24 febbraio,  e vuole fare pressione ora che gli aiuti internazionali a Kyiv vanno a rilento. Ieri gli Stati Uniti hanno annunciato un nuovo pacchetto di 300 milioni di dollari in aiuti militari, anche l’Ue potrebbe annunciare nuove consegne a breve. È stato già perso troppo tempo, Mosca ne ha già approfittato.

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