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bruxelles

Von der Leyen sposta a destra la campagna elettorale: "Il Ppe attrarrà anche membri di Ecr"

Pietro Guastamacchia

"Ogni elezione ha una sua maggioranza", dice la presidente della Commissione nella sua prima uscita dopo la ricandidatura. Il monito di Weber, capo dei popolari: "Orban è un problema per i conservatori"

Ursula von der Leyen non è più "super partes". La presidente della Commissione europea abbandona il suo ruolo di arbitro, si butta in campagna elettorale e nella sua prima conferenza stampa disegna nuove possibili alleanze. “A ogni elezione cambiano i gruppi e le composizioni delle maggioranze”, ammette candidamente la tedesca, che aggiunge: “Non so come sarà formato Ecr dopo le prossime elezioni ma è possibile che alcuni partiti escano da Ecr per unirsi al Ppe". Una risposta che spalanca le porte a molteplici possibilità, a Bruxelles come a Roma.

 

Le parole di von der Leyen evidenziano quanto era già emerso nei mesi passati, ovvero che la campagna del Ppe è tutta a destra e che per la prossima Commissione la volontà è quella di aggiungere qualche posto a tavola. La bussola delle alleanze l’aveva già spiegata Weber in una sua intervista al Foglio e la ripete Von der Leyen oggi: "Io lavoro con i partiti pro-Ue, pro-Nato, pro-Ucraina, con coloro che chiaramente supportano i valori dell'Ue, con chi difende la democrazia, con chi difende i nostri valori nei confronti degli amici di Putin".

E’ una von der Leyen molto weberiana, infatti, quella che parla questo pomeriggio ai giornalisti all’Eurocamera e il bavarese, a fianco a lei, non ne nasconde la soddisfazione ripagandola con complimenti elettorali. "Siamo orgogliosi di avere von der Leyen come unica candidata del Ppe per la presidenza della Commissione". Ricucito quindi lo strappo tra la presidente e i popolari, Weber smorza le polemiche sui temi ambientali: "Siamo orgogliosi di quanto fatto con il Green Deal, il Ppe è il partito del Green Deal e ci prendiamo il merito di quanto fatto", aggiunge il leader del Ppe omettendo che il Green Deal è una scatola a cui ormai hanno levato due terzi del contenuto e rimangiandosi mesi di accuse e litigi con la leader della Commissione.

Unico strascico: una stoccata ben assestata con i complimenti al grande lavoro della presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola. “La prima ad essere andata a Kyiv”, ricorda Weber. Dalla conferenza stampa emerge infine anche il vero grande tema della prossima legislatura: "La Difesa sarà uno dei pilastri dell'azione europea”, spiega la presidente della Commissione rilanciando l’idea di un commissario Ue alla Difesa che “sarà responsabile per la coordinazione dell'industria della Difesa e per spronare la ricerca e lo sviluppo. I cittadini europei vogliono più Europa nella Difesa, vogliono che investiamo di più e meglio. Vogliono che la nostra Difesa resti transatlantica ma che diventi più europea". E in chiusura Weber lascia anche un avvertimento agli strani progetti di allargamento di Ecr: "Orban è il problema! E' la voce di Putin nell'Ue”, avverte il bavarese. Sembra essere un messaggio diretto a Giorgia Meloni: se vuole collaborare non varchi quella linea.

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