immigrazione

Sempre più cinesi passano il confine con l'America illegalmente. Motivi e complotti

Giulia Pompili

La crisi dei migranti al confine sud degli Stati Uniti è usata dalla propaganda di Pechino per criticare il governo federale. Ma è da lì che lo scorso anno oltre 50 mila persone con passaporto cinese sono passate per cercare condizioni economiche migliori e libertà. E i repubblicani anti cinesi alzano il tiro sull'immigrazione come arma nelle mani di Xi

La crisi dei migranti tra il Messico e il Texas, e quella politica tra il Texas e il governo federale, si sta trasformando in una  “crisi costituzionale negli Stati Uniti”. E’ questa la narrazione prevalente sui media di stato cinesi da qualche tempo a questa parte: le immagini dei migranti che attraversano illegalmente il confine con l’America servono a sottolineare anche l’incapacità da parte della prima economia del mondo di gestire i suoi problemi interni. Ma tutti i servizi evitano di diffondere una notizia piuttosto imbarazzate per la leadership di Pechino: nell’anno fiscale 2023, che va da ottobre 2022 a ottobre dell’anno scorso, i cittadini cinesi che hanno attraversato il confine con il Messico per entrare negli Stati Uniti sono stati 52 mila e 700, un aumento considerevole rispetto agli oltre 27 mila dell’anno precedente, secondo i dati della U.S. Customs and Border Protection. E’ il gruppo etnico più in aumento negli attraversamenti illegali, non solo verso il Texas ma anche e soprattutto verso la California.

 

 Tutte le foto sono state scattate a Jacumba, sul confine tra Messico e California, il 24 novembre 2023 (Robert Gauthier/Los Angeles Times via Getty Images)

 

Sharyn Alfonsi, giornalista di “60 Minutes” della Cbs, qualche giorno fa è andata a meno di un centinaio di chilometri a est dalla città di San Diego, sul confine con la città di Tijuana. Subito dopo l’alba, ha assistito al passaggio di seicento persone in diversi gruppi, molti dei quali cinesi, attraverso un varco nella recinzione fatta di rocce, ferro e filo spinato: nessuno era intimidito né dalle telecamere della tv né dall’arrivo delle forze dell’ordine che pattugliano l’area e che poi portano via i migranti. Un ragazzo laureato con il suo zaino in spalla ha spiegato alla giornalista che il suo viaggio attraverso quel confine era durato quaranta giorni. Altre persone, che la Cbs definisce della “classe media cinese”, oltrepassano la recinzione con i trolley. Per affrontare i costi del viaggio una donna ha dovuto vendere la sua casa in Cina, un’altra spiega che è scappata dal paese per diverse ragioni, tra cui “la libertà”. Quasi tutti vengono a conoscenza di quel preciso varco dentro al territorio americano grazie ai video-tutorial diffusi su TikTok, l’app social più diffusa al mondo di proprietà del colosso cinese ByteDance, con forti legami con il Partito comunista cinese. Il mese scorso la Cnn ha pubblicato un reportage sul lungo viaggio che i cinesi affrontano per arrivare in America: tre anni di restrizioni e lockdown durante il Covid hanno provocato un tasso di disoccupazione altissimo in tutta la Cina, persone “sempre più disilluse dal Partito comunista al potere con Xi che controlla ogni aspetto della loro vita. La speranza che le attività commerciali si riprendessero completamente una volta terminate le restrizioni è svanita un anno fa, e la crescita economica della Cina, un tempo invidiabile, sta vacillando”. Sono migranti economici, ma non solo: c’è chi scappa per la libertà d’opinione, d’espressione, la libertà religiosa. Fino a qualche anno fa era facile per un giovane cinese chiedere un visto per l’America e poi chiedere asilo, senza essere fermati al confine per un attraversamento illegale, ma con la tensione politica tra Washington e Pechino anche il rilascio dei visti temporanei per un cittadino cinese è più complicato e lento. E per le persone tenute sotto controllo da Pechino, per esempio con parenti già all’estero e di fatto “ostaggio” delle autorità, la fuga illegale è l’unica soluzione. 

 

Tutte le foto sono state scattate a Jacumba, sul confine tra Messico e California, il 24 novembre 2023 (Robert Gauthier/Los Angeles Times via Getty Images)


Dalla Cina si tratta di un lungo viaggio attraverso l’America latina: il passaggio, come ha spiegato anche il New York Times alla fine dello scorso anno, è attraverso l’Ecuador, dove i cittadini cinesi possono entrare senza visto. Nella città di Quito, ha scritto la Cnn, ci sono i cartelli scritti in mandarino che offrono equipaggiamento da trekking e perfino vaccini per chi deve affrontare il lungo viaggio a piedi attraverso la giungla per attraversare il confine con la Colombia, e poi quello con Panama, Nicaragua, Honduras fino al Messico. I più ricchi possono usare le barche o voli diretti, corrompere le autorità per ottenere un visto per il Messico, ma più la strada è lunga più è pericolosa: i migranti cinesi sono diventati l’obiettivo facile di ladri, narcos, e sempre più spesso fermati dalle autorità, scrive la Cnn. Una volta arrivati in America, per un cittadino cinese è facile ottenere l’asilo politico, o restare comunque in un limbo su territorio americano: la Cina non riprende i cittadini espulsi da altri paesi, e l’America non può obbligare la Cina a farlo.  

 

Tutte le foto sono state scattate a Jacumba, sul confine tra Messico e California, il 24 novembre 2023 (Robert Gauthier/Los Angeles Times via Getty Images)


Il problema è anche politico. L’ala più anticinese del Partito repubblicano americano, quella più pronta alle teorie del complotto, ha iniziato a sostenere che dietro questi migranti illegali ci sia in realtà la volontà del Partito comunista di trasformarli in arma. L’ha detto anche l’ex presidente Donald Trump, probabile candidato repubblicano, in un’intervista alla Fox la scorsa settimana. Prima ha detto di voler prendere accordi con Xi Jinping: “Mi piace, è stato un mio grande amico durante il mio mandato”, e poi ha detto, senza provarlo, che c’è il Partito comunista dietro all’aumento dell’immigrazione illegale al confine meridionale degli Stati Uniti, che Joe Biden è troppo debole con la Cina, e che lui invece ha “potere negoziale” con Pechino. 
 

  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.