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primarie democratiche

La valanga Trump nel gelo dei caucus dell'Iowa

Marco Bardazzi

L’ex presidente, votato dal 51% degli elettori, ha dato una prova di forza al di sopra delle aspettative, vincendo in tutte le 98 delle 99 contee. E ha vinto anche dove era ritenuto meno forte: nei sobborghi ad alto reddito e nelle aree con maggior concentrazione giovanile. Secondo DeSantis al 21%

Des Moines, Iowa. Il gelo record non ferma gli elettori dell’Iowa, che hanno mandato nella notte un segnale chiaro e forte in apertura della corsa alla Casa Bianca 2024: Donald Trump trionfa ed è già lanciato verso il rematch contro Joe Biden il prossimo novembre.

Nella prima tappa elettorale dell’anno, l’ex presidente ha dato una prova di forza al di sopra delle aspettative, vincendo i caucus dell’Iowa con poco più del 51% dei voti. Alle sue spalle c’è il vuoto, con due avversari distaccati di trenta punti e impegnati a distruggersi a vicenda. Il governatore della Florida Ron DeSantis ha agguantato un secondo posto con il 21% che lo mantiene in corsa, ma la settimana prossima lo aspettano le primarie in New Hampshire dove è abbondantemente sfavorito. Nikki Haley, ex ambasciatrice all’Onu ed ex governatrice della South Carolina, terza con il 19%, è quella che esce peggio dal confronto con l’elettorato conservatore dello stato del Midwest. Cresciuta negli ultimi mesi nei sondaggi, puntava al secondo posto come trampolino per lanciarsi verso il New Hampshire, dove a differenza di DeSantis va forte.

In pratica i due sfidanti si annullano a vicenda, mentre Trump decolla con un trionfo che ha le dimensioni della valanga. Una vittoria così netta che l’Associated Press e i grandi network tv hanno proclamato l’ex presidente vincitore dopo solo mezz’ora dall’apertura dei caucus, mentre quasi tutti gli elettori stavano ancora votando: i sondaggi all’ingresso dei luoghi del voto sono stati sufficienti per i media per capire che si poteva già dichiarare Trump dominatore della serata. Un caso senza precedenti, che ha mandato su tutte le furie soprattutto il team di DeSantis e creato sconcerto tra gli elettori sparsi in scuole, chiese e palestre in tutto lo stato, che hanno cominciato a vedere sugli smartphone le notizie sulla vittoria di Trump mentre ancora dovevano pronunciarsi.

I caucus avrebbero potuto ridurre il campo degli sfidanti e trasformare la corsa alla nomination repubblicana a una sfida a due. Invece è emerso lo scenario più favorevole a Trump: Haley ridimensionata e DeSantis che non sembra poter minacciare la corsa dell’ex presidente. Il governatore della Florida dall’Iowa è volato direttamente in South Carolina, dove si vota a febbraio e dove ha maggiori possibilità. Si profila così lo scenario di un micidiale uno-due di Trump: vincere in Iowa e New Hampshire in una sola settimana, per provare a chiudere la partita in fretta e proporsi come il candidato inevitabile a cui affidare la nomination repubblicana per sfidare Biden.

La cosa che impressiona della vittoria di Trump in Iowa è che non mostra alcun lato debole. La mappa delle 99 contee dello stato lo indica vincitore in tutte meno una, l’area di Iowa City conquistata da Haley. Soprattutto, lo mostra vincitore anche dove era ritenuto meno forte: i sobborghi cittadini ad alto reddito e le aree con popolazione giovane e studenti universitari. Trump ha vinto dovunque, raccogliendo consensi anche in un elettorato più scolarizzato che di solito lo ignorava.

Nei sondaggi all’ingresso dei luoghi del voto, i repubblicani dell’Iowa hanno detto che le loro priorità sono l’economia e l’immigrazione e che sono del tutto disinteressati alle vicende giudiziarie che vedono Trump imputato (per il 69% degli intervistati, la vittoria di Biden nel 2020 resta “illegittima”). Un’indicazione importante per il proseguimento della campagna elettorale, così come di grande importanza è risultato il livello organizzativo che ha raggiunto il team dell’ex presidente. In Iowa si è vista una campagna per Trump capillare, ben strutturata, guidata da “capitani del caucus” con il cappellino bianco e le cifre oro che probabilmente verranno replicati in altri stati e per l’eventuale sfida con Biden.

Una prova di forza quindi da ogni punto di vista, politico, organizzativo e carismatico, che conferma il salto di qualità dell’intero movimento Maga (Make America Great Again), che appare solido, molto motivato e con una popolazione più giovane di quella che aveva fino a ora. Una realtà contro la quale per ora DeSantis e Haley sembrano non riuscire a trovare le armi giuste. Il governatore della Florida si è proposto come una versione “Maga Plus”, più a destra di Trump, e non è servito a chiudere il gap di trenta punti dall’ex presidente. Nikki Haley ha provato la strada della moderazione e del ritorno a una posizione repubblicana degli anni pre-Trump, ma per ora sono pochi gli elettori disposti a seguirla.

Nei discorsi post voto, i tre sfidanti hanno confermato la loro diversità. Trump è apparso più contenuto e “presidenziale” delle scorse settimane, ringraziando “il grande popolo dell’Iowa” e auspicando di poter “riunire il paese”. Ma poi si è lanciato nella consueta litania di accuse e falsità sugli immigrati “terroristi” o “usciti da ospedali psichiatrici e mandati qui nel nostro paese” e sulle solite accuse a Biden di essere corrotto e incapace. DeSantis è apparso raggiante come se avesse vinto, felice di essere sopravvissuto. Haley ha pronunciato il discorso che probabilmente aveva scritto per il secondo posto e alla fine ha lanciato il suo grido di battaglia: “Grazie Iowa, ma ora andiamo in New Hampshire”.