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Verso le europee

I nervosismi di Renew sul terzo polo italiano

Pietro Guastamacchia

Cresce la preoccupazione dei liberali Ue sugli attriti tra Azione, Italia Viva e +Europa in vista delle europee. “Così si regalano pacchi di voti alla destra, è un suicidio annunciato”, commentano gli eurodeputati di Renew

A meno di sei mesi dalle elezioni europee i liberali Ue di Renew non riescono più a nascondere il nervosismo verso le bizze del Terzo Polo italiano. I sondaggi che circolano a Bruxelles mostrano che una lista unica composta da Azione, Italia Viva e +Europa potrebbe valere il 10%, risultato superiore alle previsioni in campo per Lega e Forza Italia ma questo pacchetto di voti sembra invece destinato a frantumarsi in tre liste che rischiano di rimanere tutte e tre sotto la soglia sbarramento.

Da Bruxelles il capogruppo di Renew Europe, il macroniano Stephane Sejournè, parlando alla stampa usa tutta la diplomazia del caso "è importante che l'Italia sia rappresentata nel terzo gruppo all'Eurocamera", quello di Renew Europe, "ma per far si che ciò accada devono essere i nostri membri italiani a offrire una strategia per un buon risultato elettorale”. Per Sejourné il calcolo è chiaro, "oggi Renew Europe ha eurodeputati in Azione e Italia Viva, ciò che gli chiedo è di tornare in Italia e convincere gli elettori a votare per una forza liberale, e che siano loro a trovare la giusta contingenza per garantire un buon risultato alle forze liberali Ue", prosegue il francese. Raccoglie immediatamente l’invito Sandro Gozi, promotore instancabile della lista unitaria Renew Italia, "in alcuni stati si gioca il futuro dei liberali e dell'Europa e questi sono Francia e Italia, da questi due stati dipenderà molto se non tutto e quindi mi auspico che come le forze liberali francesi si sono unite così lo si faccia in Italia", commenta l’eurodeputato franco-italiano. A margine dell’evento dei Liberali Ue i commenti però sono più piccati. “Così si regalano pacchi di voti alla destra”, commenta un eurodeputato tedesco, quello dei liberali italiani “è un suicidio annunciato che davvero non riusciamo a capire”. Più tagliente un collega olandese “è finito il tempo dei giochi, servono i voti o qui ci si fa male, che se lo mettano in testa in Italia”.

Un problema quello italiano fino a poco tempo fa dimenticato o se non altro trascurato dall’establishment del gruppo di Renew che finora ha fatto affidamento alla locomotiva macroniana per i suoi consensi in Ue ma che ora con la crisi di consensi dell’inquilino dell’Eliseo e davanti all’avanzata di Marine Le Pen rischia di farsi sorpassare e farsi strappare il titolo di terzo gruppo all’Eurocamera proprio da ID, il gruppo Ue di Lega e Le Pen. I sondaggi infatti non sono buoni per i liberali, il gruppo ora composto da oltre 100 eurodeputati potrebbe sprofondare sotto gli 85 a causa dei cali di consensi dei liberali francesi e tedeschi e dell’estinzione degli spagnoli di Ciudadanos. Con l’avanzare delle forze sovraniste da destra arrivano anche delle avance ai liberali da parte della destra meloniana di Ecr che cerca sponde per una possibile nuova alleanza europea. Offerta a cui Sejournè, per ora, risponde picche: "per come si presenta Ecr oggi, un'alleanza Ecr-Ppe-Renew, se mai ci fosse una maggioranza, è per noi è fuori discussione. Ecr ha oggi forze politiche con cui per noi è impossibile collaborare". Accuse a cui risponde amaro Fidanza “parole vengono da una dinamica interna francese e dalla difficoltà di Macron che non a caso ha cambiato l'ennesimo primo ministro. Vogliono scaricare sull'Italia le difficoltà che derivano dalla politica francese ma noi andiamo avanti sulla nostra strada".

E sul futuro dei liberali e la loro corsa alle posizioni apicali a Bruxelles si abbatte anche il meteorite Michel, diventato frontrunner informale di Renew alle prossime elezioni. "Charles Michel viene dalla nostra famiglia politica e certamente giocherà un ruolo chiave nella prossima legislatura” spiegano dalla leadership dei liberali aggiungendo "Renew ha diversi ex primi ministri capaci di ricoprire ruoli chiave in Ue”, e tra quelli ci sarebbe anche Matteo Renzi che magari potrebbe anche ambire a qualcosa se portasse acqua al mulino liberale al momento invece di contribuire a disperderla nei rivoli dei litigi romani.

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