Il ministro tedesco Robert Habeck e Franziska Brantner, segretaria di stato all'Economia (Foto di Kay Nietfeld via Getty Images) 

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Gli aiuti di stato europei per Berlino

Redazione

La necessità di contrastare l’Ira di Biden e i rischi per il mercato interno

La Commissione europea ieri ha autorizzato per la prima volta aiuti di stato per “pareggiare” i sussidi offerti dall’Inflation reducation act (Ira) dell’Amministrazione Biden ed evitare che una società del greentech trasferisca investimenti e produzione negli Stati Uniti. I beneficiari sono la Germania e la svedese Northvolt, che riceverà dal governo di Olaf Scholz 700 milioni di euro di sovvenzioni dirette e 202 milioni di garanzie per costruire un impianto di produzione di batterie per veicoli elettrici. Senza gli aiuti di stato tedeschi, “Northovolt avrebbe impiantato lo stabilimento negli Stati Uniti, dove avrebbe beneficiato degli aiuti dell’Ira. Ora gli investimenti e i posti di lavoro saranno nell’Ue”, ha detto la vicepresidente responsabile della Concorrenza, Margrethe Vestager. Durante la conferenza stampa, al suo fianco c’era il ministro tedesco dell’Economia, Robert Habeck.

  

Che il quadro temporaneo sugli aiuti di stato sia stato modellato su misura delle esigenze della Germania è un segreto di Pulcinella. Habeck ha definito “arroganti” le accuse dei paesi piccoli o con poco spazio fiscale di favorire l’economia tedesca, compromettendo la parità di condizioni nel mercato interno dell’Ue. “La vera competizione non è tanto tra Germania e Italia o Danimarca e Paesi Bassi, o Ungheria e Repubblica ceca. È tra l’Europa e la Cina e gli Stati Uniti”, ha detto Habeck. Il ministro ha avvertito che tutta l’economia europea sarebbe a rischio se la Germania non investisse in tecnologie critiche. “Dobbiamo pensare all’Europa come a un sistema economico unico”.

  

Habeck ha detto di essere favorevole a più solidarietà europea per i paesi senza spazio fiscale. Peccato che sia stato il suo governo a opporsi alla creazione di un Fondo per la sovranità europea o all’aumento delle risorse dell’Ue per gli investimenti strategici. Una corsa globale ai sussidi è già una pessima notizia. Una corsa impari dentro al mercato interno rischia di distruggere l’Ue.