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La lettera

Le tre condizioni di Netanyahu per la pace

Redazione

Abbattere Hamas, demilitarizzare Gaza e promuovere la deradicalizzazione dell'intera società palestinese, dice il primo ministro israeliano al Wsj. Intanto riappare il leader terrorista Sinwar: "Non ci sottometteremo mai alle condizioni dell'occupazione"

Abbattere Hamas, demilitarizzare Gaza e promuovere la deradicalizzazione dell'intera società palestinese sono i tre requisiti per raggiungere la pace che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha indicato in un editoriale pubblicato sul Wall Street Journal. Una volta realizzate queste condizioni, "Gaza potrà essere ricostruita e le prospettive di una pace più ampia in medio oriente diventeranno realtà". Nel suo intervento Netanyahu non accenna agli ostaggi israeliani ancora trattenuti nella Striscia di Gaza dall'inizio della guerra, ma sottolinea che "Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e molti altri paesi sostengono l'intenzione di Israele di eliminare Hamas". Di fronte alla minaccia dei leader del gruppo terroristico di voler ripetere i massacri del 7 ottobre, "la distruzione di Hamas è l'unica risposta proporzionale per evitare il ripetersi di simili orribili atrocità. Qualsiasi cosa di meno garantisce solo più guerra e più spargimento di sangue", dice il primo ministro.  Per raggiungere questo obiettivo, secondo Netanyahu, occorrerà smantellare le capacità militari di Hamas e porre fine al suo controllo politico su Gaza.

 

Il primo ministro dello stato ebraico prosegue illustrando il secondo punto necessario per ristabilire la pace in medio oriente, ossia la smilitarizzazione di Gaza, affinchè "non venga mai più usata come base per attaccare". Perchè tale condizione si realizzi, Netanyahu propone l'istituzione di una zona di sicurezza temporanea sul perimetro di Gaza e un meccanismo di ispezione al confine tra Gaza e l'Egitto in grado di soddisfare le esigenze di sicurezza di Israele e impedire il contrabbando di armi nel territorio. Il primo ministro israeliano, inoltre, critica l'ipotesi di una demilitarizzazione di Gaza da parte dell'Autorità palestinese, definendola un sogno impossibile, e accusa l'Anp di "finanziare e glorificare il terrorismo in Giudea e Samaria" e di "educare i bambini palestinesi alla distruzione di Israele". 

Sull'ultima condizione, la deradicalizzazione della società palestinese, Netanyahu dice che "le scuole devono insegnare ai bambini ad avere a cuore la vita piuttosto che la morte e gli imam devono smettere di predicare l'omicidio degli ebrei. Questo richiederà una leadership coraggiosa e morale", secondo il primo ministro, che a tal proposito ricorda il "successo della deradicalizzazione" in Germania e in Giappone dopo la Seconda Guerra Mondiale. "Oggi, entrambi i Paesi sono grandi alleati degli Stati Uniti e promuovono la pace, la stabilità e la prosperità in Europa e in Asia", dice Netanyahu. "Dopo gli attacchi dell'11 settembre, leader arabi visionari del Golfo hanno guidato gli sforzi per deradicalizzare le loro società e trasformare i loro paesi", continua il premier israeliano, secondo il quale è improbabile immaginare una deradicalizzazione per mano del presidente dell'Anp Mahmoud Abbas "ancora incapace di condannare le atrocità del 7 ottobre".

Intanto il leader di Hamas, Yahiya Sinwar, è riapparso in un messaggio pubblico dopo l'attacco del 7 ottobre. Sinwar ha detto che Hamas "non si piegherà alle condizioni dell'occupazione". Secondo quanto riporta il Times of Israel, Sinwar ha ammesso che Hamas è impegnato in una "battaglia feroce, violenta e senza precedenti" contro Israele, ma ha anche sostenuto che il gruppo sarebbe in procinto di sconfiggere l'esercito israeliano.

 

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