(foto EPA)

editoriali

Pulizie di Natale al Senato americano

Redazione

Gli aiuti all’Ucraina sono in stallo ma si procede con quel che era bloccato

Poche vacanze quest’anno per i senatori americani. Il capo del partito di maggioranza, il democratico di New York Chuck Schumer, anche questa settimana ha detto che si lavora. Il tempo per il pranzo in famiglia e si torna a Washington il 2 gennaio. Schumer sta provando ad approvare il pacchetto di aiuti per gli alleati: voleva approvarlo prima di Natale, ma si dovrà aspettare il 2024. Dentro al pacchetto ci sono gli aiuti a Ucraina, Taiwan e Israele, voluti dai democratici, e fondi per il confine con il Messico, voluti dal Gop. L’opposizione viene solo da una parte dei repubblicani, i trumpiani, che vorrebbero misure antimmigrazione ancora più dure, che cercano di sfruttare il bideniano desiderio di difesa degli alleati, continuando a ignorare le visite americane di Zelensky. Il leader della minoranza, Mitch McConnell, ha permesso un rarissimo momento bipartisan facendo una dichiarazione congiunta con Schumer sulla necessità di far passare il prima possibile il pacchetto.

 

Il senatore ottantunenne McConnell è al minimo dell’approvazione per il suo ritrovato antagonismo verso Trump e i populisti alt-right di Capitol Hill (e anche perché ha avuto un paio di malori mentre parlava in pubblico). Ma già che il Senato è aperto, mentre i trumpiani si lamentano per le lunghe negoziazioni, Schumer si sta occupando di un po’ di ordinaria amministrazione, sfruttando il momento. Anche perché nelle ultime sere c’erano solo 17 repubblicani su 49 in Aula. Dopo il lungo ostruzionismo da parte del senatore del Gop Tuberville, Schumer è riuscito a far approvare le 11 nomine rimanenti dei grandi generali a quattro stelle che erano in standby da otto mesi (Tuberville protestava per via delle politiche sull’aborto al Pentagono). E martedì  è riuscito anche  a confermare altre nomine per posizioni amministrative e giudiziarie. Un po’ di pulizie di Natale da parte dell’abile Schumer per prepararsi a un gennaio che, per evitare uno shutdown, vedrà delle negoziazioni toste per entrambe le parti.

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