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Editoriali

Le angurie mangiamole a Kherson

Il frutto adesso compare sulla bandiera palestinese, distante dalla causa ucraina 

Un anno fa la città di Kherson veniva liberata, era stato il primo grande centro ucraino a essere occupato dall’esercito russo, i soldati di Mosca erano riusciti ad avanzare con tanta facilità da rendere palese che avevano avuto l’aiuto di qualcuno dell’amministrazione della regione che non aveva eseguito gli ordini di Kyiv, tra i quali c’era quello di far saltare i ponti, in modo da rallentare la marcia dei russi. Non era stato fatto, ma la città subito catturata era diventata una città di fantasmi, si era spopolata e chi era rimasto aveva organizzato una forte resistenza interna e aveva aiutato i soldati ucraini a colpire le infrastrutture russe. I soldati di Mosca, a novembre dello scorso anno, non avevano altra opzione che ritirarsi, rischiavano di rimanere senza rifornimenti, intrappolati, così l’allora comandante delle operazioni in Ucraina, Sergei Surovikin, aveva deciso di anticipare l’inevitabile ritiro.

I soldati ucraini erano entrati a Kherson, festeggiati dalla popolazione che reggeva bandiere ucraine, che aveva issato una bandiera europea sull’edificio del municipio cittadino. Da quel giorno, Kherson, che era rimasta quasi intatta proprio perché l’avanzata russa non aveva avuto ostacoli nei primi giorni dell’invasione, ha iniziato a subìre bombardamenti quotidiani. Nella regione che prende il nome dalla città, i russi sono in una posizione difensiva, vuol dire che ancora temono i soldati ucraini, nonostante le azioni di questa controffensiva siano tanto sminuite. Kherson è famosa per le sue angurie, il frutto era diventato il simbolo della liberazione, la promessa di tornare a mangiare le angurie di Kherson era un urlo di battaglia. In questi giorni invece l’anguria è stata aggiunta alla bandiera palestinese, come simbolo di resistenza da parte di chi in queste settimane continua a sostenere una Palestina “libera dal mare al fiume”, quindi senza Israele nel mezzo. Così l’anguria in un anno è diventata il simbolo di due battaglie opposte, a Kherson il suo significato non lasciava dubbi. Voleva dire soltanto una cosa:  libertà.

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