Rimpasto

A Londra Sunak ripesca Cameron al governo per dire: dritti al centro

Cristina Marconi

Il primo ministro ha cambiato i membri del suo governo con lo scopo di liberarsi dell'ingombrante ministra dell'Interno Suella Braveman. L'ex premier ora torna in politica con lo sfavore degli inglesi (parola dei sondaggi)

Un bel ritorno indietro, per andare avanti, spostandosi però verso il centro: il premier britannico Rishi Sunak ha richiamato David Cameron, ex premier con un disastroso referendum sulla Brexit sulla coscienza, nominandolo ministro degli Esteri in un rimpasto spericolato fatto per liberarsi di una ingombrantissima ministra dell’Interno, Suella Braverman, che ne stava minando la credibilità con continue picconate da quell’area destra populista di cui è l’ultima, indiscussa interprete ora che Boris Johnson (e Nigel Farage) sono fuori dai radar e della quale potrebbe finire col farsi ufficialmente paladina. Che la credibilità di Sunak sia sana e salva è tutto da vedere, anche perché per l’uomo che prometteva stabilità all’interno di un partito che ha cambiato cinque premier in 13 anni (Cameron, Theresa May, Johnson, Liz Truss, Sunak, per rinfrescare la memoria) un rimpasto di governo non è un gran messaggio e la presenza di Cameron, seppur appannata da anni di inattività e oblio, nel migliore dei casi rischia di fargli ombra e nel peggiore di creargli imbarazzo, visto il suo coinvolgimento in nel pasticciaccio di lobby Grensill. I sondaggi, che nel 2018 mostravano una compatta avversione dell’opinione pubblica all’idea di rivederlo in politica, non si sono mostrati più clementi adesso, visto che Cameron è comunque legato a una stagione controversa di austerità, avvicinamento alla Cina e sanguinosi dibattiti sull’Unione europea. Inoltre non è eletto e quindi per poter servire nel governo gli è stato dato un seggio alla camera dei Lord, cosa che lo sottrae in teoria allo scrutinio del Parlamento in un momento in cui la politica estera è cruciale.

Però con elezioni all’orizzonte e un moderato come Keir Starmer come rivale, Sunak sembra deciso a giocarsi la partita al centro, dispiegando un ex premier dal potere simbolico altissimo e un nuovo ministro dell’Interno, l’ex Foreign Office James Cleverly, dalle posizioni concilianti. Braverman, che qualche giorno fa ha lanciato l’ennesima bordata a Sunak criticando la polizia e i suoi “bias” pro-palestinesi in vista di un weekend di cortei e manifestazioni tra cui quello per il giorno dell’Armistizio, ultima di una serie di uscite sopra le righe tra cui una, particolarmente pesante, sui senzatetto: “Vivere per strada sarebbe una scelta di lifestyle”, secondo lei, acerrima nemica della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e convinta sostenitrice dell’idea di mandare i richiedenti asilo in Ruanda, un punto su cui la Corte Suprema si pronuncerà nei prossimi giorni. Il Daily Mail, che negli ultimi giorni ha titolato “Attacca Suella e attaccherai tutti noi”, ha subito dedicato all’uscita una copertura dai toni scandalizzati e ha iniziato a riepilogare le utili regole per una mozione di sfiducia nei confronti di Sunak, visto che ora è stato abbastanza a lungo a Downing Street per subirne una: serve l’adesione del 15 per cento dei 350 membri del partito parlamentare e certo che di gente scontenta ce n’è, dopo essere stata mandata a casa. La stessa Braverman, che già un anno fa aveva perso il posto da ministro dell’Interno per aver mandato un documento governativo ufficiale dalla sua mail personale, accelerando ulteriormente la meteorica caduta di Liz Truss, ha rilasciato dichiarazioni in linea con il suo piglio consueto. “È stato il grande privilegio della mia vita servire da ministro dell’Interno”, ha detto, aggiungendo: “Avrò altre cose da dire al momento giusto”. 

Con il Labour in vantaggio di una ventina di punti nonostante i passi falsi fatti da Starmer e dalla sua cancelliera ombra Rachel Reeves, Sunak ha individuato nel centro il suo terreno di caccia, anche se le sue politiche ambientali ed energetiche non sono in linea con l’elettorato centrista. Tra le altre azioni del rimpasto, c’è la sostituzione della ministra dell’Ambiente Thérèse Coffey, un’altra spesso poco in linea con Sunak, con il più placido Steven Barclay, ex ministro per l’uscita dall’Ue con May e Johnson e a questo punto settimo responsabile del dicastero dal 2016. Però Michael Heseltine, che ha 90 anni e a suo tempo organizzò l’assassinio politico di Margaret Thatcher, ha detto che il ritorno di Cameron è un “raggio di luce”, mentre George Osborne, suo ex cancelliere, ha spiegato che da quando è andato via da Downing Street qualcosa in lui “è morto dentro”. Chissà cosa rinascerà da questo curioso ritorno in pista, così poco britannico. 

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