Hillary Clinton (Ansa)

l'intervento

Un cessate il fuoco prematuro avvantaggia Hamas, dice Hillary Clinton

Le parole dell’ex segretaria di stato a “The View”. Se Arafat non avesse detto di no nel 2000, ci sarebbe uno stato palestinese da 23 anni

Pubblichiamo l’intervento dell’ex segretario di stato americano, Hillary Clinton, alla trasmissione dell’Abc “The View”, l’8 novembre.



Alyssa Farah Griffin: Lei ha detto che chi chiede il cessate il fuoco non capisce che cos’è Hamas. Potrebbe spiegarci che cosa intende dire?

Hillary Clinton: Siamo tutti qui che cerchiamo di capire come aiutare gli israeliani e i palestinesi a vivere in pace. E anche io ho negoziato un cessate il fuoco nel novembre del 2012, so quanto impegno ci vuole per provare a evitare la violenza. Ma bisogna ricordare che c’era un cessate il fuoco in vigore il 6 ottobre scorso che Hamas ha violato con il suo assalto barbarico a civili pacifici – ha rapito civili, li ha decapitati, con una crudeltà disumana spaventosa. C’era un cessate il fuoco: non è durato, perché Hamas ha scelto di violarlo. Dobbiamo tenere a mente cose diverse nello stesso momento: la prima è che Hamas è un’organizzazione terroristica che ha sempre dichiarato chiaramente il suo obiettivo, cioè l’eliminazione dello stato d’Israele, e che ha continuamente violato i cessate il fuoco per anni. Poi: Israele ha il diritto di difendersi, come tutti i paesi – l’Ucraina ha il diritto di difendersi dall’illegittima e disumana invasione della Russia. E Israele deve rispettare le leggi della guerra e deve fare tutto ciò che è necessario per prevenire un numero illimitato di vittime civili. Queste tre cose sono tutte vere allo stesso tempo e quando ho detto, un paio di settimane fa, che non era il momento di fare un cessate il fuoco, l’ho detto perché un cessate il fuoco avrebbe dato il tempo ad Hamas di riarmarsi e di riorganizzarsi. Sono stata a Gaza, è un’area cittadina altamente popolata, e in questi anni Hamas ha costruito circa trecento chilometri di tunnel sotto Gaza, raccogliendo armi e munizioni e ogni genere di esplosivi sotto gli ospedali, sotto i campi profughi, sotto a obiettivi civili, utilizzando i civili davvero come strumenti di guerra. Questa è una cosa che continua da tempo, quindi quando ho detto che non era il momento per il cessate il fuoco, molti non hanno capito che Hamas lo avrebbe utilizzato per continuare a perseguire i propri obiettivi. Ora ci siamo trovati d’accordo sull’idea delle pause umanitarie, come è stato proposto dall’Amministrazione Biden, e penso che queste dovrebbero essere applicate (c’è stato un accordo per pause di quattro ore ogni giorno, ndr). Cosa vuol dire questo? Intanto ricordiamoci che ci sono 240 persone innocenti, non soltanto israeliane ma di parecchi paesi – il secondo gruppo più grande di ostaggi di Hamas è composto da thailandesi che lavoravano nelle aziende agricole: è una crisi umanitaria multinazionale. Le pause umanitarie permetterebbero due cose, sempre che Hamas le rispetti: far uscire gli ostaggi, cioè persone innocenti che non devono essere sequestrate come prigionieri da parte di Hamas; e far entrare più aiuti umanitari che naturalmente non devono essere gestiti da Hamas né finire nelle mani di Hamas. Se riusciamo a ottenere queste due cose, vista la situazione in cui siamo – le forze israeliane sono dentro Gaza con truppe di terra che hanno separato il nord e il sud della Striscia, hanno accerchiato Gaza City, che è il centro del comando di Hamas – penso che le pause umanitarie siano una cosa da fare. Un cessate il fuoco prematuro avvantaggia coloro che non rispettano né leggi né regole né valori umani.
 


Sunny Hostin: Il cessate il fuoco e le pause umanitarie sono molto popolari, non soltanto per quel che riguarda Gaza ma ovunque. Perché ci sono almeno diecimila civili palestinesi uccisi (la fonte è il ministero della Salute di Hamas, ndr)  e molti di questi sono dei bambini. L’ex presidente Barack Obama ha detto, e ricordo che le “punizioni collettive” sono contro i diritti umani, Obama ha detto, e cito: “Se vuoi risolvere questo problema, devi considerare tutta la verità. E devi ammettere che nessuno è senza colpe qui. Siamo tutti complici, in qualche misura”. Secondo lei questo è un richiamo per i democratici, visto che molti in giro per il mondo sono d’accordo con l’analisi di Obama, e i rapporti tra l’Amministrazione Biden e il governo israeliano di Benjamin Netanyahu sono parte del problema?

Hillary Clinton: Credo che il problema risalga a prima del 7 ottobre – e penso che sia a questo che il presidente Obama facesse riferimento – perché questa è una storia molto lunga e molto complicata. Mio marito (l’ex presidente Bill Clinton) con il governo israeliano di allora (l’ex premier Ehud Barak), nel 2000, offrì uno stato palestinese ai palestinesi che allora erano guidati da Yasser Arafat e dalla Olp, l’Organizzazione per la liberazione della Palestina, che tra l’altro aveva tolto dal suo statuto la violenza contro Israele: bisogna distinguere i palestinesi che vedono un futuro di pace e Hamas che vuole distruggere Israele – sono due organizzazioni distinte e devono essere considerate in questo modo. Arafat rifiutò l’offerta: ora ci sarebbe uno stato palestinese da 23 anni se Arafat non avesse rifiutato. Ci fu un altro tentativo, quando io ero segretaria di stato (dal 2009 al 2013, ndr) per provare a tenere insieme e far convivere i palestinesi e gli israeliani. Non funzionò. Israele si è ritirato da Gaza nel 2005 sgomberando con la forza novemila israeliani che ci abitavano. Abbandonarono tutte le loro cose, tutte le loro serre in cui coltivavano frutta, verdura, fiori. I palestinesi si meritavano di avere una economia produttiva e funzionate a Gaza. Ma arrivò Hamas e di fatto distrusse tutto. E uccise moltissimi palestinesi. Penso che quando il presidente Obama dice queste cose, dobbiamo guardare la storia e la storia ci rende tutti responsabili: è una dichiarazione giusta la sua. Ma dobbiamo considerare dove siamo oggi: credo che sia indispensabile, visto che abbiamo già negoziato molti cessate il fuoco con Hamas che Hamas ha violato, cercare di sradicare Hamas e permettere ai palestinesi di avere una nuova leadership che possa lavorare per una soluzione a due stati, che è il risultato che tutti vorremmo. 


Whoopi Goldberg: Oggi penso sempre ad Anwar Sadat,  se non lo conoscete andate a vedere chi è. Penso che lui fosse uno che davvero era convinto che ci fosse un modo migliore per tutti per vivere in Israele. 

Hillary Clinton: Posso dire una cosa su questo punto molto rilevante? Israele e l’Egitto hanno combattuto molte guerre, questo fa parte della “situazione complicata” di cui abbiamo parlato e di cui tutti dobbiamo essere al corrente, e dopo aver combattuto queste guerre Sadat andò in Israele e fece la pace con l’allora governo di Israele (guidato da Menachem Begin) e pose fine alle guerre. Oggi vediamo l’attuale governo dell’Egitto che cerca di far entrare gli aiuti a Gaza e di fare uscire palestinesi e cittadini internazionali da Gaza: c’è una collaborazione funzionante tra Israele e l'Egitto. Anche la Giordania e Israele hanno fatto un accordo di pace, ero lì mentre accadeva. Non dobbiamo essere senza speranza: la speranza esiste. Ma bisogna rimuovere dalla scena i terroristi come Hamas che non credono nella pace, non credono nella libertà del loro popolo, usano il loro popolo come scudi e non credono che si possa lavorare con Israele. Cerchiamo di trovare le persone che possano portarci alla pace.

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