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L'elefante nella stanza

Isolare Hamas significa affrontare l'islam integralista. Ascoltare il grande imam di Francia

Claudio Cerasa

L'islamismo radicale di Hamas non ha nulla a che vedere con la causa palestinese, dice il presidente della Conferenza degli imam francesi, Hassen Chalghoumi: "Non fatevi strumentalizzare"

Che cosa vuol dire esattamente provare a isolarli? Nella guerra per la sopravvivenza combattuta da Israele contro Hamas c’è un elefante nella stanza che parte dell’opinione pubblica internazionale ha scelto diligentemente di non guardare negli occhi. L’elefante è lì, è enorme, è ingombrante, è ben visibile, è di fronte a noi. Ma per non turbare eccessivamente la propria coscienza, l’ipocrita collettivo ha deciso sistematicamente da più di un mese di schivarlo con cura ed evitare di farvi i conti. Nel caso specifico, l’elefante nella stanza coincide con il motore più genuino del moderno odio anti ebraico. E quell’odio oggi è ben rappresentato da un’espressione su cui sfortunatamente, in nome di un multiculturalismo autolesionista, ha scelto di soffermarsi ben poco il circo mediatico progressista: l’islamismo integralista. Hamas, per chi non se ne fosse accorto, ha lanciato la sua guerra santa contro Israele non per rivendicare il diritto da parte del popolo palestinese ad avere un suo stato ma per rivendicare il diritto da parte del jihad islamista di cancellare lo stato di Israele, come suggerisce a chiare lettere il primo statuto di Hamas, che vede proprio nell’eliminazione di Israele il suo obiettivo prioritario. Affrontare il conflitto in medio oriente senza mettere a fuoco le radici vere della violenza di Hamas significa voler chiudere gli occhi di fronte al più potente motore del nuovo antisemitismo mondiale. E per questo merita un applauso fragoroso chiunque, da posizioni non scontate, decida di rompere il muro dell’ipocrisia indicando al pubblico che il re che sembra essere nudo in effetti è davvero nudo.

Su questo fronte, in Europa, uno dei personaggi pubblici che con più forza, e da posizioni non prevedibili, hanno scelto di denunciare con linearità le oscenità dell’islamismo integralista è un formidabile imam francese, che i lettori del Foglio conoscono bene, avendo letto sulle nostre pagine diverse sue interviste. Si chiama Hassen Chalghoumi, è il presidente della Conferenza degli imam di Francia. E dopo aver partecipato il 9 ottobre a una marcia di solidarietà con Israele organizzata dal Consiglio di rappresentanza delle istituzioni ebraiche di Francia, ha annunciato che prenderà parte alla grande marcia contro l’antisemitismo che verrà organizzata domenica a Parigi. E lo ha fatto con parole che se non fossero state utilizzate da un imam sarebbero state forse bollate dal pensiero unico anti Israeliano come frasi islamofobe: “La nuova minaccia antisemita – ha detto Chalghoumi – proviene  da tre fronti. Il primo è l’islamismo radicale alimentato da organizzazioni come i Fratelli musulmani, artefici di una strategia dell’odio basata sulla strumentalizzazione del conflitto israelo-palestinese per fini politici. Un altro fronte è quello costituito dal nazionalismo arabo risorgente. E poi c’è l’estrema sinistra”. “I barbari di Hamas e Hezbollah – ha aggiunto – non hanno nulla a che fare con la causa palestinese” e, massacrando bambini e violentando donne, stanno “tradendo l’islam e ricreando la Shoah”. Isolare i fondamentalisti, fuori dal medio oriente, significa questo. E significa anche fare quello che ha suggerito, due giorni fa il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, che in un messaggio alla nazione ha invitato le persone di origine araba in Germania a prendere chiaramente le distanze dall’antisemitismo e dal gruppo militante Hamas che gestisce la Striscia di Gaza. “Non fatevi strumentalizzare” da Hamas e dai suoi sostenitori. “Parlate per voi stessi e prendete una posizione chiara contro il terrorismo”. 

Isolare Hamas nel medio oriente significa usare la guerra anche per spingere i paesi arabi a non sostenere la causa dei terroristi islamisti. Isolare Hamas in occidente significa saper usare le parole giuste per ricordare che essere muti di fronte agli islamisti che uccidono gli ebrei in quanto ebrei non significa essere neutrali: significa già aver scelto da che parte stare e quale elefante evitare di guardare.

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  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.