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in america

Le elezioni del 7 novembre danno un po' di tregua a Biden

Giulio Silvano

I sondaggi prevedevano una affarmazione dei repubblicani, ma non è andata così. Il democratico Andy Beshear è stato rieletto nel repubblicano Kentucky e l’Ohio, con un referendum, ha inserito nella costituzione dello stato il diritto di aborto e la legalizzazione della marijuana con fini ricreativi.

Dopo i sondaggi che hanno depresso i democratici, le elezioni locali del 7 novembre sono diventate molto più interessanti del solito. Tutti, da entrambe le parti, cercano di cogliere qualche segnale in vista delle presidenziali del 2024. I sondaggi in questione, pubblicati dal New York Times, danno Donald J Trump in vantaggio su cinque stati chiave contro Joe Biden, a un anno dalla sfida che a oggi sembra un copia-incolla del 2020. Così ogni piccolo voto, ogni movimento elettorale, può diventare occasione per cercare di capire se Trump tornerà alla Casa Bianca.

I risultati di questo 7 novembre elettorale dovrebbero tranquillizzare il presidente Biden. Non ci sono state ondate rosse, e i dem hanno tenuto dove già avevano messo la bandierina.

Andy Beshear, caso raro di un dem in uno stato repubblicano, è stato eletto governatore del Kentucky per un secondo mandato dopo che il suo avversario aveva cercato di nazionalizzare il match, trascinando i due candidati alla presidenza nei dibattiti. L’Ohio, con un referendum, ha inserito nella costituzione dello stato il diritto di aborto e la legalizzazione della marijuana con fini ricreativi. Philadelphia ha eletto la sua prima donna sindaco, l’afroamericana Cherelle Parker. In Pennsylvania, stato chiave per il 2024, i dem hanno allargato il controllo sulla corte suprema statale. Sembrano esserci quasi momenti di entusiasmo obamiano, tanto era stato lo spavento dopo i sondaggi. Il leader dei dem alla camera, Hakeem Jeffries, ha twittato: “I diritti riproduttivi e la democrazia hanno prevalso in modo decisivo. Di nuovo. Una notte difficile per gli estremisti MAGA”.

La sconfitta in Kentucky dei repubblicani ha attivato i rivali di Trump alle primarie, dopo che l’ex presidente aveva caldamente supportato il candidato Daniel Cameron. Chris Christie ha detto: “Un’altra sconfitta per Trump. I repubblicani smetteranno di perdere quando ci libereremo di Donald Trump”. Giusto in Mississippi è stato riconfermato il governatore del Gop Tate Reeves, che era stato sfidato da un lontano cugino di Elvis, Brandon Presley.

In generale queste elezioni hanno mantenuto lo status quo, oltre a dare un po’ di tregua a Biden. L’evento elettorale con maggiore influenza nei giochi presidenziali è stato il rinnovo del parlamento della Virginia. Biden aveva vinto lo stato nel 2020 con dieci punti su Trump, ma di recente sembrava aver perso supporto nello stato. Controllato dai dem, se il parlamento dello stato fosse passato ai repubblicani sarebbe stato visto come un segnale per spingere il governatore Glenn Youngkin. Il governatore della Virginia infatti è considerato un possibile jolly per la candidatura della presidenza tra le fila del Gop. Se ne parla da tempo, a quanto pare avrebbe la fila di grandi donatori alla porta, tutti quei miliardari che hanno abbandonato Trump e che non si fidano di Ron DeSantis. Ci fosse stata una vittoria repubblicana, la rampa di lancio per Youngkin sarebbe stata pronta, e lui sarebbe partito per andare a sfidare Trump. Avrebbe anche avuto la mano libera per portare avanti il suo programma politico nello stato. Ma la rivoluzione Youngkin non c’è stata, nonostante abbia investito massicciamente nella campagna elettorale. La vittoria dem nello stato consolida il rematch Trump vs. Biden per il 2024.

I dem in Virginia hanno vinto giocando sul diritto di aborto, dato che rimane uno dei pochissimi stati del sud ad avere ancora un accesso alle procedure di interruzione di gravidanza. Dopo che la Corte Suprema ha ribaltato l’estate scorsa la sentenza Roe v. Wade i singoli stati hanno molta più autonomia, rispetto al governo centrale, per decidere sul tema. E così le elezioni dei parlamenti locali acquisiscono importanza. Il tema aborto aveva già aiutato i dem alle midterm del 2022, e in generale è tornato a essere una materia identitaria e polarizzante ogni volta che si vota, capace di portare anche elettori pigri alle urne. 

Anche Biden su Twitter ha giocato la carta aborto. “Stanotte gli americani hanno di nuovo votato per proteggere le loro libertà fondamentali, e la democrazia ha vinto […]. La mia amministrazione continuerà a proteggere l’accesso all’assistenza sanitaria nell’ambito riproduttivo e a chiedere al Congresso di ripristinare le protezioni garantite da Roe v. Wade nella legge federale una volta per tutte”. Per i dem funziona così: quando sei nei guai, giocati la carta diritti. Funziona.