I cori dell'odio

Cosa c'è dietro al nuovo antisemitismo islamo-goscista in Francia

Mauro Zanon

“Israele e gli ebrei sono i capri espiatori perfetti. I governi arabi, per restare saldi al potere contro i loro popoli, necessitano dell’esistenza di Israele per canalizzare la collera verso lo stato ebraico". Il filosofo Redeker ci spiega le origini dell’odio per gli ebrei nella sinistra francese

Parigi. “Il mondo arabo è storicamente diviso, lacerato da una violenza interna che è destinata a perdurare. La solidarietà verso Hamas esibita con clamore dalla maggior parte dei governi arabi è un’illusione, la cui funzione è quella di mascherare provvisoriamente le divisioni. Questa solidarietà di facciata non è una strategia di comunicazione rivolta ai diplomatici, bensì alla gente comune, alla ‘piazza araba’. E’ un diversivo che orienta il malcontento e la rabbia delle popolazioni verso un nemico immaginario, Israele, e, per alcuni, verso gli ebrei in generale”. Nel 2019, su queste pagine, Robert Redeker, filosofo e scrittore francese, aveva già lanciato l’allarme sull’avanzata del nuovo antisemitismo di matrice arabo-islamica, nei giorni in cui l’accademico di Francia, Alain Finkielkraut, veniva insultato per le strade di Parigi durante una manifestazione dei gilet gialli al grido di “sale juif”, sporco ebreo, e “tornatene a Tel Aviv”.

“Israele e gli ebrei sono i capri espiatori perfetti. I governi arabi, per restare saldi al potere contro i loro popoli, necessitano dell’esistenza di Israele per canalizzare la collera verso lo stato ebraico. E’ necessaria una specie di operazione alchemica: hanno bisogno di trasformare la rabbia sociale in odio ontologico contro il capro espiatorio”, spiega oggi al Foglio Redeker, prima di aggiungere: “Riflettiamo in termini machiavellici: la distruzione di Israele farebbe correre a questi governi il pericolo di essere rovesciati dai loro stessi popoli, perché il nemico immaginario, Israele, non esisterebbe più. Israele è il loro nemico immaginario per eccellenza, e deve restarlo. Il sostegno dei governi arabi a Hamas è populismo nel senso stretto del termine: questi governi ingannano doppiamente i loro popoli, da una parte alimentando una delle loro fantasie, Israele come incarnazione del male e causa di tutte le disgrazie che si abbattono su di loro, dall’altra lasciando credere a questi popoli che hanno realmente l’intenzione di distruggere Israele, fatto su cui ho molti dubbi”. 

Una certa sinistra francese, quella che va da Jean-Luc Mélenchon, leader della France insoumise, al Nuovo partito anticapitalista di Philippe Poutou, ha contribuito secondo Redeker a banalizzare l’antisemitismo in Francia, flirtando per ragioni elettorali e ideologiche con un certo islam politico, che vede nell’ebreo il nemico giurato e in Israele uno stato oppressore (Mélenchon e i suoi compagni si sono rifiutati di qualificare Hamas come “organizzazione terroristica”, e Poutou e i suoi pasdaran hanno manifestato il loro “sostegno ai palestinesi”, e  “ai mezzi che hanno scelto per resistere”). Per il filosofo francese, il nuovo antisemitismo islamo-goscista è una fusione di tre elementi: l’antisemitismo tradizionale di estrema destra, l’anticapitalismo di estrema sinistra e l’islamismo. “L’8 maggio 1895 – tutti nascondono questo fatto – Jean Jaurès, allora trentacinquenne, politico e intellettuale rispettato, scrive sulla Dépêche de Toulose, antenata della Dépêche du Midi, un articolo grondante di antisemitismo violento e caricaturale, traboccante di odio anti ebraico, che persino gli estremisti di oggi avrebbero difficoltà a rivendicare. Se la prende con il decreto Crémieux che concede la nazionalità francese a tutti gli ebrei d’Algeria”, sottolinea Redeker. “Una certa sinistra – la France insoumise di Jean-Luc Mélenchon, i trotzkisti del Nuovo partito anticapitalista, gli anarchici, una parte degli ecologisti e una parte dei sindacalisti della Cgt – si ricongiunge con l’antisemitismo che era passato dal suo campo a quello della destra in occasione dell’affaire Dreyfus. Questo ricongiungimento è la chiusura di una parentesi. Non deve sorprendere”, secondo il filosofo. 

Sui social, da mercoledì, circola un video girato in un vagone della linea 3 del metrò parigino. Un gruppo di ragazzi salta, sghignazza e urla queste frasi raccapriccianti: “Fanculo gli ebrei e fanculo tua madre. Lunga vita alla Palestina. Al diavolo gli ebrei e le nonne. Siamo nazisti e siamo orgogliosi”. La procura di Parigi ha aperto un’inchiesta per “apologia di terrorismo”, “insulto pubblico legato a un’etnia, una nazione, una razza o una religione determinata”, e per “incitazione pubblica all’odio, alla violenza e alla discriminazione razziale”. “Frasi scioccanti, inammissibili, indegne: la prefettura di polizia li ha segnalati alla procura. Non la passeranno liscia. Sono stati dispiegati tutti i mezzi di investigazione per ritrovare rapidamente gli autori”, ha reagito su X il prefetto di Parigi, Laurent Nuñez. 

Intanto emergono novità sulla piaga delle stelle di David disegnate sui muri di diversi luoghi della capitale francese da quando Hamas ha lanciato la sua offensiva terroristica contro Israele lo scorso 7 ottobre. Secondo quanto rivelato dall’emittente radiofonica Europe 1, il 27 ottobre è stata arrestata una coppia di cittadini moldavi, un uomo di 33 anni e una donna di 29, per aver dipinto delle stelle di David sui muri di una scuola del Decimo arrondissement. La coppia, priva di permesso di soggiorno secondo fonti di polizia, avrebbe detto agli inquirenti di aver agito per conto terzi, e più precisamente sotto gli ordini di un “individuo in Russia”. Continuano intanto le indagini per individuare gli autori della sessantina di stelle di David taggate sui muri delle abitazioni e dei negozi del Quattordicesimo arrondissement. Per ora, come riferito da fonti della procura, nessun sospetto è stato ancora fermato.

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