Foto via Rutube

guerra ibrida

Chi sono Vovan e Lexus, i due "comici" che fanno favori al Cremlino

Micol Flammini

Al secolo Vladimir Kuznecov e Alexei Stoljarov, sono maestri di “teppismo telefonico”. Dal 2014 la loro ossessione è l’Ucraina e oggi sono nella lista di chi ha collaborato con i separatisti del Donbas. Prima di Meloni anche Stoltenberg e Erdogan: con i loro falsi puntano a seminare zizzania e ottenere informazioni

Il confine tra scherzo, satira e favore al Cremlino si perde quando si segue la storia delle telefonate di Vladimir Kuznecov e Alexei Stoljarov ai leader internazionali, soprattutto occidentali, alla ricerca di una battuta, di una parola, di un fraintendimento che possa mettere in crisi la stabilità delle alleanze. Sono stati loro a chiamare Giorgia Meloni, a farla parlare di Francia, migranti, Ucraina, di tutto ciò che potrebbe compromettere l’allineamento, il legame, la forza dei rapporti internazionali dell’Italia. Il duo comico, chiamato Vovan e Lexus, si è spesso messo a fare favori al Cremlino facendo telefonate, scherzi telefonici, o, in passato, spettacoli teatrali.

  

Lexus, Alexei Stoljarov, da Sverdlovsk ha incominciato presto, già all’inizio degli anni 2000 alzava il telefono per fare scherzi che nel gergo russo venivano chiamati “teppismo telefonico”. In questo Leksus era un maestro e dal chiamare cittadini comuni ha poi iniziato a chiamare politici, oligarchi, personaggi famosi: uno dei primi, importanti, a cadere nella trappola fu Boris Berezovski, l’imprenditore che aveva prima sostenuto l’ascesa di Vladimir Putin e si accorse, tardi, del suo errore.

  

Vovan, Vladimir Kuznecov, da Krasnodar, senza ancora conoscere Leksus, si dedicava agli stessi scherzi. Presto l’ossessione dei due diventa l’Ucraina e nel 2014 inizia la collaborazione. Chiamano politici, generali, diplomatici, chiamano anche l’ex presidente georgiano Mikheil Saakashvili, che nel frattempo si era trasferito da Tbilisi a Kyiv per dare solidarietà al popolo ucraino. Riescono anche a parlare con il generale McNearly spacciandosi per il ministro dell’Interno ucraino, facendosi rivelare informazioni sulla fornitura di aiuti militari. L’Ucraina per i due è un'ossessione e una missione, proprio come lo è per il Cremlino, tanto che nel 2015 andarono anche in Donbas con l’intenzione di realizzare uno spettacolo. 

   

 Foto via Rutube
   

Non si sa fino a che punto i due – che hanno anche scritto un libro insieme “Po kom zvonit telefon - Per chi suona il telefono”, presentato anche nella parte occupata del Donetsk – inseriti nella lista di chi ha collaborato con i separatisti del Donbas, agiscano in autonomia o per consegna, fatto sta che le loro azioni possono essere considerate operazioni di guerra ibrida.

 

Negli anni hanno chiamato il segretario della Nato Jens Stoltenberg fingendosi l’ex presidente ucraino Poroshenko, l’ex ministro della Difesa britannico Ben Wallace fingendosi il premier ucraino Denis Shmyhal, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan presentandosi sempre come Poroshenko, e tutte le telefonate puntavano a ottenere informazioni.

  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.